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Ristorante Magorabin chiude: finisce un'epoca. Il sogno continua?

Dopo 22 anni, lo storico ristorante stellato di Torino abbassa le serrande. Una scelta di vita per lo chef Marcello Trentini, che lascia la haute cuisine per una nuova avventura più conviviale

Chiusura del Magorabin: Torino dice addio a un'icona culinaria dopo 22 anni

Marcello Trentini

Il Magorabin non c'è più. Torino perde uno dei suoi fari gastronomici, e la città resta un po' più buia, un po' meno saporita. Dopo ventidue anni di sogni cucinati a fuoco lento, di creazioni audaci, di esperimenti che hanno sfidato il palato e la tradizione, lo chef Marcello Trentini ha deciso di chiudere per sempre le porte del suo ristorante.

"La ristorazione fine dining oggi è insostenibile senza attività collaterali", ha spiegato lo chef, con quella schiettezza che l'ha sempre contraddistinto. Non si tratta di una resa, ma di una scelta di vita, di un addio consapevole a un mondo che chiede tutto e lascia poco. Il Magorabin è stato un'avventura visionaria, un viaggio tra alta cucina e provocazione, un manifesto di quella Torino che osa, sperimenta e si reinventa.

 

Sin dalla sua apertura nel 2003, il Magorabin ha rappresentato un laboratorio di avanguardia gastronomica, un luogo dove le tecniche della cucina classica si sono fuse con metodi innovativi come la cottura sottovuoto a bassa temperatura, le fermentazioni e le affumicature controllate. La cucina di Trentini era un equilibrio tra precisione scientifica e sensibilità artistica, un'interpretazione moderna della tradizione piemontese che guardava al futuro con audacia.

I piatti iconici che hanno fatto la storia del Magorabin non erano semplici portate, ma esperienze sensoriali studiate al dettaglio. Dalle reinterpretazioni del classico vitello tonnato, trasformato in un delicato gioco di consistenze e temperature, alla celebre anguilla laccata con salsa agrodolce, ogni proposta del menu raccontava una storia, mescolando ingredienti locali con influssi internazionali.

La sua chiusura non è solo la fine di un ristorante stellato, ma il tramonto di un'epoca. Trentini ha interpretato la gastronomia come un atto artistico, capace di sorprendere, emozionare, raccontare. Chi ha avuto la fortuna di sedersi ai suoi tavoli sa che il Magorabin non era un semplice ristorante: era un palcoscenico dove ogni piatto aveva un ruolo da protagonista, dove il cibo si trasformava in linguaggio, dove la tradizione piemontese si lasciava contaminare da suggestioni esotiche, dalla voglia di rompere le regole, dalla libertà di essere altro.

Non tutto, però, finisce qui. Chi ha seguito lo chef sa che il suo cuore pulsante continua a battere in Casamago, il bistrot nato sei anni fa negli stessi spazi del Magorabin. Qui, Trentini ha già iniziato a tracciare una nuova strada, meno rigida, più fluida, dove il cibo incontra la convivialità senza perdere di vista la qualità e l'identità. Una rivoluzione dolce, ma inevitabile, in un mondo gastronomico che cambia, che si sposta verso esperienze più immediate, più vive, più umane.

Il Magorabin non c'è più, ma la sua eredità resta. Resta nei piatti che hanno fatto la storia, nei palati che ha formato, nei cuochi che ha ispirato. Resta nell'anima di Torino, una città che si lascia sedurre dal nuovo, ma non dimentica mai chi ha saputo darle un sapore in più. E mentre il sipario cala su questa lunga avventura stellata, rimane la certezza che ogni grande innovatore, prima o poi, trova un nuovo palcoscenico su cui riscrivere la propria storia.

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