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18 Febbraio 2025 - 22:02
Otto ore di sciopero e un presidio davanti alla sede di Confindustria Canavese: così, questa mattina, i lavoratori metalmeccanici di numerose aziende della provincia di Torino hanno manifestato il loro dissenso contro l'impasse nella trattativa per il rinnovo del contratto nazionale. Una mobilitazione compatta e determinata, sostenuta da Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil, che hanno ribadito la necessità di sbloccare un negoziato fermo da troppo tempo.
"È stato un grande momento di lotta per riconquistare il contratto nazionale", ha dichiarato Edi Lazzi, segretario generale della Fiom Cgil di Torino. "Le lavoratrici e i lavoratori, con la loro adesione massiccia agli scioperi, stanno urlando a gran voce che vogliono subito il loro contratto". Per Lazzi, la responsabilità dello stallo è chiara: "La Federmeccanica fa orecchie da mercante, fa finta di non sentire e vedere cosa sta succedendo dentro le sue fabbriche, ma saranno costretti a rivedere le loro posizioni estremiste. I lavoratori andranno avanti, intensificando gli scioperi, articolandoli azienda per azienda per colpire produzione e fatturato".
Dello stesso avviso Salvatore Cutrì, rappresentante della Fim Cisl, che accusa Confindustria di aver bloccato il dialogo: "La trattativa è interrotta perché hanno stravolto il paradigma di regole". Un attacco frontale alle posizioni degli industriali, che secondo i sindacati stanno cercando di ridurre i diritti acquisiti dai lavoratori.
A sottolineare l’importanza della vertenza è anche Domenico Mancino, della Uilm Uil, che sottolinea come il contratto nazionale non sia solo una questione salariale: "Siamo in un momento storico complicato. Rivendichiamo con il contratto nazionale anche la responsabilità sociale delle aziende".
L’adesione allo sciopero è stata significativa nelle fabbriche del Canavese, dove si è avvertito il peso di una mobilitazione che punta a far sentire la voce dei lavoratori. Il messaggio lanciato ai vertici di Confindustria Canavese è chiaro: lo scontro non serve, ma un rinnovo del contratto è imprescindibile.
Le prossime settimane saranno decisive per capire se Federmeccanica intenderà riaprire il confronto o se il braccio di ferro proseguirà con nuove agitazioni. Nel frattempo, i sindacati promettono battaglia: il contratto, per loro, non è in discussione.
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