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14 Febbraio 2025 - 11:59
Presentati i primi dati del biomonitoraggio sui PFAS
I primi risultati del biomonitoraggio sui PFAS a Spinetta Marengo sono stati resi noti giovedì 13 febbraio durante un incontro all’Auditorium del Marengo Museum. Lo studio, avviato nei mesi scorsi dalla Regione Piemonte, ha coinvolto un campione di 135 residenti nell’area circostante il polo chimico, al fine di analizzare la concentrazione di queste sostanze nel sangue e valutare eventuali rischi per la salute.
L’assessore alla Sanità Federico Riboldi, intervenuto alla presentazione, ha sottolineato l’importanza di un approccio basato su trasparenza e condivisione, ribadendo l’impegno della Regione nel monitorare costantemente la situazione e informare i cittadini senza omissioni. Lo studio, che rappresenta la prima fase di un’indagine più ampia, ha visto la partecipazione volontaria di persone residenti entro 500 metri dallo stabilimento industriale.
I dati raccolti mostrano un quadro meno critico rispetto a studi precedenti condotti su lavoratori agricoli esposti a matrici contaminate. Nel monitoraggio del 2024, il 20% dei partecipanti presentava livelli di PFAS superiori alla soglia di 20 ng/ml, mentre nel nuovo studio questa percentuale si è ridotta all’11%. La maggior parte dei soggetti analizzati (83%) ha riportato una concentrazione compresa tra 2 e 20 ng/ml, mentre il 5% ha registrato valori inferiori a 2 ng/ml.
L’analisi ha incluso anche la ricerca di PFAS di nuova generazione, come il cC6O4 e l’Adv, sostanze utilizzate come alternative ai composti perfluorurati più noti. Sebbene per queste sostanze non siano ancora stati definiti valori soglia, i risultati saranno comunque comunicati ai partecipanti, nel rispetto del principio di totale trasparenza adottato dalla Regione. I referti saranno disponibili dal 20 febbraio presso l’ambulatorio di Spinetta Marengo, con la possibilità per i cittadini di ricevere indicazioni e assistenza medica. Nel frattempo, i medici di famiglia saranno informati sui risultati dei propri assistiti e potranno fornire consigli personalizzati per ridurre l’esposizione ai PFAS, soprattutto nei soggetti più vulnerabili come le donne in gravidanza.
In caso di valori superiori ai 20 ng/ml, verranno attivate ulteriori indagini sanitarie per monitorare le condizioni di salute dei pazienti, mentre per concentrazioni comprese tra 2 e 20 ng/ml, i cittadini saranno invitati a seguire misure precauzionali, tra cui l’utilizzo esclusivo di acqua potabile proveniente dall’acquedotto ed evitare il consumo di prodotti agricoli coltivati con acqua di pozzo. A partire da marzo, il biomonitoraggio sarà esteso ai residenti entro 3 chilometri dall’impianto chimico. L’adesione avverrà tramite una piattaforma online, dove gli interessati potranno prenotare il prelievo e partecipare allo studio. Una campagna informativa sarà avviata per incentivare la partecipazione e sensibilizzare la popolazione sui rischi legati alla contaminazione ambientale.
Nel lungo periodo, la Task Force Clinica guidata dal professor Luigi Castello ha proposto un monitoraggio sanitario pluriennale, che coinvolgerà specialisti ospedalieri e universitari per garantire un controllo costante sullo stato di salute della popolazione esposta. Questo programma di sorveglianza sarà aperto a tutti i cittadini che prenderanno parte al biomonitoraggio attuale, rafforzando l’impegno delle istituzioni per la tutela della salute pubblica.
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