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14 Febbraio 2025 - 17:31
Franco Battiato
Franco Battiato, genio eclettico della musica italiana, è stato il protagonista di un incontro all’Unitre di Cuorgnè lo scorso mercoledì 12 febbraio. A parlarne è stato il docente Luigi Perona, che ha ripercorso la carriera del cantautore siciliano attraverso le sue collaborazioni con grandi interpreti come Alice, Giuni Russo e Milva. Un viaggio nella musica di un artista che ha saputo unire sperimentazione, poesia e filosofia, influenzando generazioni di ascoltatori.
Francesco Battiato, questo il suo vero nome, nacque il 23 marzo 1945 a Jonia, in Sicilia, e si spense a Milo, alle pendici dell’Etna, il 18 maggio 2021. Quest’anno ricorrono gli ottanta anni dalla sua nascita, un’occasione per ricordare un musicista che ha attraversato epoche e generi senza mai ripetersi. Negli anni Settanta si trasferisce a Milano e partecipa alle avanguardie musicali europee, pubblicando una serie di album sperimentali con l’etichetta Bla Bla, tra cui Fetus(1971), Pollution (1972), Sulle corde di Aries (1973), Clic (1974) e M.elle le Gladiator (1975). Il passaggio all’etichetta Ricordi segna una fase di transizione, con album come Feedback (1975), Battiato (1976), Juke Box (1977) e L’Egitto prima delle sabbie (1978), con cui vince il prestigioso Premio Karlheinz Stockhausen. Ma è con L’Era del Cinghiale Bianco (1979), primo disco pubblicato per la EMI Italiana, che inizia una nuova stagione artistica. Seguiranno Patriots(1980) e La Voce del Padrone (1981), album che stazionerà in cima alla classifica italiana per un anno, vendendo oltre un milione di copie e trasformando Battiato in un caso di studio per critici e musicisti.
Tra le sue collaborazioni più significative c’è quella con Alice, che nel 1980 porta al successo Il vento caldo dell’estate. Il brano, caratterizzato da sonorità elettroniche e atmosfere cupe, conquista le classifiche italiane nonostante il suo stile innovativo. Il ritornello, con la ripetizione ossessiva di "la fine", crea un effetto ipnotico e profetico, evocando la fine di ogni cosa, quasi un’eco dell’Apocalisse. Nel 1981 Battiato collabora con un’altra artista siciliana, Giuni Russo, per il brano Lettera al governatore della Libia, che affronta un tema storico legato a Rodolfo Graziani, generale italiano responsabile di brutali repressioni coloniali. Un testo che riprende una missiva degli anni Venti, ma drammaticamente attuale.
La terza musa di Battiato è Milva, soprannominata la Pantera di Goro, voce inconfondibile della musica italiana. Con Giusto Pio, il cantautore riscrive la musica di Valery, un brano di Leonard Cohen, trasformandolo in Alexander Platz. Il pezzo, ispirato alla celebre piazza di Berlino Est, diventa uno dei cavalli di battaglia di Milva, che lo interpreta con un’intensità straordinaria. Nel 1981 Alice trionfa al Festival di Sanremo con Per Elisa, brano composto da Battiato e Giusto Pio, una canzone di ribellione e rabbia, interpretata come una metafora della tossicodipendenza. Il tema classico di Beethoven viene ribaltato in un’invettiva graffiante, che si distacca dalla dolcezza della Bagatelle originale. Sempre nel 1981, con Giuni Russo, nasce un’altra hit immortale, Un’estate al mare, dietro la quale si cela la storia di una prostituta che sogna una pausa dalla sua vita difficile. Il brano, celebre per i vocalizzi acutissimi di Giuni Russo, vede Battiato cantare come seconda voce in due punti della canzone, rendendola ancora più suggestiva.
Nel 1982 il cantautore duetta con Milva in Chan-son Egocentrique, un brano in tre lingue che esplora temi di introspezione e autoconsapevolezza. Non tutte le collaborazioni, però, si rivelano fortunate: nel 1983, con la cantante Sibilla, Battiato porta a Sanremo Oppio, un brano scritto con Giusto Pio, che viene eliminato alla prima serata. Un episodio che segna una rara battuta d’arresto nella sua carriera. Diverso il destino di I treni di Tozeur, cantato con Aliceall’Eurovision Song Contest del 1984: pur classificandosi solo quinto, il brano ottiene un grande successo in tutta Europa. Il testo evoca l’atmosfera esotica e storica di Tozeur, città tunisina crocevia di carovane, evocata con un lirismo quasi onirico.
Negli anni successivi le collaborazioni con Giuni Russo continuano, culminando nel 1994 con Strade parallele, Aria siciliana, un brano struggente che racconta la solitudine di un uomo e una donna separati da un muro invisibile. Un pezzo che parla d’amore senza mai nominarlo, lasciando che sia il silenzio a colmare la distanza tra i due protagonisti. Nel 2016 Alice interpreta Prospettiva Nevski, un brano che riflette sulla difficoltà di trovare speranza e rinnovamento in tempi di crisi. Ispirato all’omonimo racconto di Gogol, il testo intreccia filosofia e poesia, raccontando la devozione degli allievi per il loro maestro, che insegnava loro a "trovare l’alba dentro l’imbrunire". Una metafora potente del pensiero stesso di Battiato, sempre in cerca di una luce oltre la realtà apparente.
Chi era davvero Franco Battiato? Un musicista, un filosofo, un artista libero da qualsiasi condizionamento che non fosse quello della sua insaziabile curiosità. Forse la risposta si trova nelle sue stesse parole: "Ciò che sta al di sopra di noi è così totale e così universale che non può avere un nome. È semplicemente Tutto".
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