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Un gesto per non dimenticare: gli studenti dedicano una piazza a Patrizio Spasiano

Gli studenti del CAU ricordano Patrizio Spasiano, morto durante un tirocinio, con azioni simboliche a Torino, Napoli e Padova

Un gesto per non dimenticare

Un gesto per non dimenticare: gli studenti dedicano una piazza a Patrizio Spasiano

Nella notte tra il 12 e il 13 febbraio, un’azione simbolica ha trasformato Piazza Santa Giulia, a Torino, in Piazza Patrizio Spasiano. A compiere questo gesto di memoria e protesta sono stati gli studenti del CAU (Collettivi Autorganizzati Universitari), decisi a tenere viva l’attenzione sulla morte di Patrizio Spasiano, il giovane deceduto il 10 gennaio durante un tirocinio in un’azienda di Gricignano, nei pressi di Aversa.

Il cambio di nome della piazza è solo una delle iniziative messe in atto: lo stesso è accaduto in Napoli e Padova, dove le piazze Municipio e delle Erbe sono state temporaneamente ribattezzate in suo onore. Un atto di protesta che punta il dito contro le condizioni di precarietà e insicurezza in cui troppi giovani lavoratori si trovano a operare.

A dare forza alla protesta è stata una dichiarazione chiara da parte dei collettivi studenteschi: "Patrizio continuerà a vivere tra le strade della nostra città". Gli studenti hanno ribadito l’importanza di verità e giustizia, sostenendo l’appello lanciato dalla famiglia del giovane operaio.

Oltre al cambio di nome della piazza, vicino alla Mole Antonelliana è apparso uno striscione con un messaggio inequivocabile: "Silenzio = complicità. Istituzioni complici di chi uccide sui posti di lavoro. Verità e giustizia per Patrizio Spasiano". Un’accusa che denuncia l’assenza di risposte da parte delle autorità e che esige attenzione da parte delle istituzioni.

Uno degli aspetti che ha scatenato l’indignazione degli studenti è stato il silenzio istituzionale. Secondo i collettivi, né il governo né le forze di opposizione hanno espresso cordoglio per la morte di Patrizio. Anche il sindaco di Napoli, città di origine del ragazzo, non ha rilasciato alcuna dichiarazione ufficiale.

Vicino alla Mole Antonelliana è apparso uno striscione con un messaggio inequivocabile

Per i manifestanti, questo silenzio rappresenta l’ennesima prova di una discriminazione sociale che colpisce i giovani delle periferie e li relega a cittadini di serie B. Giovani che, spesso, per inseguire il sogno di un’indipendenza economica, finiscono per essere sfruttati in condizioni di sicurezza insufficienti.

Le azioni simboliche messe in atto dagli studenti non sono solo una commemorazione, ma un grido di denuncia. "Siamo pronti a lottare al vostro fianco", dichiarano i collettivi, rivolgendosi alla famiglia e agli amici di Patrizio. L’obiettivo è chiaro: non lasciare che questa tragedia finisca nell’oblio. Non permettere che altre vite giovani vengano sacrificate nel silenzio generale. Il messaggio è diretto e inequivocabile: "Noi non dimentichiamo, noi non perdoniamo".

Ciò che è accaduto a Torino, Napoli e Padova non è solo un omaggio a Patrizio Spasiano, ma anche un richiamo a un problema più ampio: la tutela dei giovani lavoratori. Il cambio di nome delle piazze è una scelta simbolica potente, un modo per affermare che Patrizio non sarà dimenticato e che la sua storia continuerà a esistere nella memoria collettiva.

Questo atto rappresenta un invito a riflettere sulla necessità di garantire condizioni lavorative sicure, soprattutto per chi si affaccia per la prima volta nel mondo del lavoro. Un’esigenza che gli studenti hanno trasformato in una lotta aperta, determinati a chiedere responsabilità e tutele concrete.

La vicenda di Patrizio Spasiano apre un interrogativo cruciale: che futuro attende i giovani italiani? Come si può costruire un avvenire stabile se il presente è segnato dallo sfruttamento e dalla precarietà?

Le proteste studentesche sono la dimostrazione che i giovani non sono disposti a restare in silenzio. Vogliono essere ascoltati, rispettati e tutelati. La loro richiesta non è solo giustizia per Patrizio, ma un cambiamento che garantisca maggiore sicurezza e dignità a tutti i lavoratori.

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