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Lupi nelle campagne di Chivasso: c'è da aver paura? Per l'associazione ambientalista, assolutamente "sì"!

L'Associazione Nazionale per la Tutela dell'Ambiente e della Vita Rurali interviene sugli ultimi avvistamenti nel chivassese e invita alla prudenza

Lupi nelle campagne di Chivasso: c'è da aver paura? Per l'associazione ambientalista, assolutamente "sì"!

Ci scrive l'Associazione Nazionale per la Tutela dell'Ambiente e della Vita Rurali, dopo il caso degli avvistamenti di lupi nel chivassese ed un nostro articolo di domenica 9 febbraio. Ecco il comunicato.

Il 9 febbraio scorso La Voce ha pubblicato l'articolo Lupi nelle campagne di Chivasso: c'è da aver paura?

Ecco cosa ci dice l'esperta Chiara Grasso, nel quale l'Associazione Nazionale per la Tutela dell'Ambiente e della Vita Rurali ha notato una serie di inesattezze che avrebbe dichiarato l'intervistata. Premettiamo che non conosciamo professionalmente Chiara Grasso, se non per la sua infelice e assurda dichiarazione "Laddove c'è il lupo c'è meno rischi di terremoti" esternata il 10 ottobre 2020 nel programma ItaliaSì di Rai Uno. Esternazione che lasciò di stucco il conduttore, e ancor peggio il mondo scientifico.

Ci domandiamo quale sarebbe la reazione degli abitanti, solo per fare pochi esempi, di Tagikistan, Iran, Nepal, Turchia o Georgia, colpiti da ripetuti terremoti anche disastrosi, ma in cui i lupi prosperano da sempre...
Chiara Grasso avrebbe dichiarato a La Voce che nella caccia al cinghiale "uccidendo le femmine matriarche, si provoca un aumento della natalità", ipotesi di alcuni ricercatori ma smentita ufficialmente e categoricamente dall'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), branca scientifica del Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica.

Ricordiamo che gli esperti dell'ISPRA, a differenza di Chiara Grasso, sono biologi. Nell'articolo c'è pure scritto che da parte dei lupi nei confronti degli esseri umani "In Italia, infatti, non si registrano attacchi letali da oltre 250 anni", che è una totale falsità come dimostrano non solo i testi scientifici ma anche le migliaia di documenti ufficiali presenti e visionabili negli archivi di Stato, e come descritto dallo studio internazionale The fear of wolves: a review of wolf attacks on humans del 2002, aggiornato nel 2020, che basterebbe leggere essendo liberamente disponibile anche su Internet.

Le ultime persone uccise dai lupi in Italia furono: una donna nel 1914 in contrada Portelle, presso Roccaraso; durante la Prima guerra mondiale un soldato in licenza, nel percorrere di notte la strada che dalla stazione di Palena andava al paese, fu assalito e sbranato dai lupi; nell'inverno 1922 tre donne che scendevano da Rivisondoli a Canzano furono circondate da un branco di lupi affamati e la più vecchia fu uccisa; poco dopo, nel gennaio sempre del 1922 presso Cittaducale (allora facente parte dell'Abruzzo N.d.A.) un uomo fu divorato dai lupi. Di questi attacchi riferì lo zoologo di fama internazionale Giuseppe Altobello, ossia proprio colui che individuò (oltre alla sottospecie orso marsicano) la sottospecie Canis lupus altobello, poi rinominata Canis lupus italicus altobello. L'ultima persona uccisa da un lupo in Italia risale al 1923, in Mugello, Toscana. Ferito alla gola, l'uomo adulto fu soccorso e trasportato all'ospedale di Marradi, dove spirò. Ne diede notizia anche il giornale Messaggero del Mugello dell'11 marzo 1923, di cui abbiamo copia. Insomma, altro che 250 anni fa...

Nell'articolo c'è scritto: "Un'altra credenza errata è che i lupi siano pericolosi per l'uomo, nonostante non esistano casi recenti di attacchi mortali". Non è così, visto che tra le oltre 60 vittime umane da parte di lupi (sani, non idrofobi visto che c'è stato il consumo delle vittime, gli esemplari idrofobi non possono né mangiare né bere) degli ultimi 25 anni nel mondo, l'ultimo caso è accaduto nel 2024 in India con la predazione da parte di sei lupi (infine catturati/abbattuti dalle autorità), nell'arco di cinque mesi, di 8 bambini e una donna adulta uccisi e altri 34 feriti. L'etologa Grasso, è arrivata a dire – ma forse era una battuta – che è essenziale affidarsi a esperti qualificati e che bisogna migliorare le informazioni intervistando "chi, come me, utilizza dati scientifici"...

Forse, sulla pericolosità del lupo, o meglio dire di alcuni lupi, all'etologa sono sfuggiti alcuni recenti casi di attacchi non letali ma con feriti da parte di lupi non socializzati e anche confermati con DNA da ISPRA: la lupa del tutto selvatica che nel 2022-23 nell'arco di un anno agendo nella zona di Vasto e San Salvo attaccò quindici volte delle persone, ferendone tredici, medicate all'ospedale di Vasto. Addirittura due bambini di 4 anni, feriti entrambi alla schiena, furono trascinati via dall'animale di giorno e sulla spiaggia, ma furono salvati dai genitori che li trattennero per le gambe. Nel 2024 furono attaccati e feriti un uomo a Casalbordino, un bambino in Liguria a Finale Ligure – di cui esiste addirittura il filmato dell'attacco e la Regione attivò le ricerche dell'animale e l'uso di pallottole di gomma –, poi un bambino di 5 anni attaccato, trascinato via e ferito addirittura dentro la città di Roma, salvato dallo zio e da un gruppo di ragazzi.

E poi un agricoltore attaccato e ferito al volto a Castellalto, Teramo, infine salvato dall'intervento di un cane da pastore, purtroppo morto dopo la lotta. Su una cosa la nostra Associazione è d'accordo con Chiara Grasso: per migliorare le informazioni bisogna intervistare chi conosce veramente il tema e utilizza effettivamente dati scientifici.

Associazione Nazionale per la Tutela dell'Ambiente e della Vita Rurali

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