Cerca

Attualità

Allarme aviaria a Chivasso: abbattuti 55mila tra polli e galline! Ecco cosa sta succedendo

Secondo quanto illustrato dai responsabili dell’Asl, il rischio di contagio per la popolazione è considerato molto basso. Nonostante ciò, sono stati istituiti due nuclei di crisi

Allarme aviaria a Chivasso: abbattuti 55mila tra polli e galline! Ecco cosa sta succedendo

Allarme aviaria a Chivasso: abbattuti 55mila tra polli e galline! Ecco cosa sta succedendo

Sono 55mila i polli e le galline abbattuti nell’allevamento di Castelrosso, frazione di Chivasso, dove nei primi giorni di febbraio è stato individuato un focolaio di influenza aviaria.

A renderlo noto è stato il direttore generale dell’Asl TO4, Luigi Vercellino, nel corso di una conferenza stampa, insieme alla direttrice sanitaria Sara Marchisio e al direttore della struttura complessa del servizio veterinario area animale, Ivano Amedeo.

Le operazioni di abbattimento, concluse venerdì 7 febbraio, sono state condotte in tempi record da personale sanitario pubblico e veterinari provenienti da varie aziende sanitarie regionali, in collaborazione con una ditta specializzata che ha gestito lo smaltimento dei capi.

Si tratta di un provvedimento necessario e previsto dalla legge – ha precisato Vercellino – per impedire la diffusione del virus e salvaguardare gli allevamenti in cui la malattia non è presente.

Un allevamento intensivo

Area di sorveglianza e controlli

Per garantire la massima sicurezza, l’Asl ha istituito due aree concentriche di protezione e sorveglianza nel raggio di 3 e 8 chilometri dal focolaio, che coinvolgono in tutto circa 25 Comuni, tra cui Caluso, Mazzè, Montanaro e San Benigno.

Ad oggi oltre 800 prelievi sono stati eseguiti in questo perimetro (sia esami tracheali sia analisi dei capi deceduti) e tutti sono risultati negativi all’influenza aviaria.

Parallelamente, sono stati effettuati 200 controlli negli allevamenti di tutto il Piemonte che, in qualche modo, hanno avuto contatti o scambi commerciali con la struttura di Castelrosso: anche in questo caso, nessuna positività è stata riscontrata.

La situazione è sotto controllo – ha commentato Vercellino – e non si registrano ulteriori casi di influenza aviaria al di fuori del focolaio iniziale.

Precauzioni per l’uomo e per la filiera alimentare

Secondo quanto illustrato dai responsabili dell’Asl, il rischio di contagio per la popolazione è considerato molto basso. Nonostante ciò, sono stati istituiti due nuclei di crisi per la salute animale e umana, che rimarranno attivi in via precauzionale per tutta la durata del periodo di osservazione (30 giorni dalla fine delle operazioni di disinfezione in allevamento).

In via teorica, il virus dell’influenza aviaria può essere trasmesso all’uomo – ha spiegato la direttrice sanitaria Marchisio – ma il focolaio è stato esaurito e il rischio di esposizione è davvero minimo.

Riguardo alla sicurezza degli alimenti, l’Asl conferma che uova, pollame e altri prodotti avicoli in commercio sono sicuri, poiché se arrivano sugli scaffali è perché sono stati sottoposti a controlli preventivi.

Le precauzioni da adottare restano quelle comuni: rifornirsi solo da filiere ufficiali e cuocere adeguatamente i prodotti – aggiunge Amedeo – Gli allevamenti in zona di sorveglianza non possono commercializzare nulla se non dopo analisi di laboratorio e controlli clinici approfonditi.

I numeri dell’emergenza

  • 65mila: i capi totali presenti nell’allevamento di Castelrosso all’inizio del sospetto di focolaio.
  • 55mila: i polli effettivamente abbattuti e smaltiti.
  • 800: i prelievi condotti finora nelle zone di protezione e sorveglianza; tutti negativi.
  • 200: i controlli effettuati in altri allevamenti piemontesi che hanno avuto contatti con quello di Castelrosso; tutti negativi.
  • 40: il numero di allevamenti complessivi nell’area di sorveglianza (3 e 8 km dal focolaio), di cui 3 in zona di protezione (entro 3 km).
  • 50/60: gli allevamenti “a contatto” censiti su tutto il territorio regionale.
  • 70/80: il numero medio di campioni che vengono analizzati ogni giorno dai veterinari.

Come è scoppiato il focolaio

I primi segnali si sono avuti il 30 gennaio, quando nell’allevamento di Castelrosso si è registrato un improvviso aumento della mortalità tra i volatili. I campioni prelevati e inviati a Padova hanno confermato, il 1° febbraio, la positività all’influenza aviaria. Da quel momento, l’Asl e le autorità sanitarie regionali hanno agito immediatamente per bloccare il virus e prevenire ulteriori contagi, attivando le misure di emergenza previste dalla legge.

Questo tempismo ha consentito di contenere il fenomeno e di impedire un più ampio contagio – ha sottolineato Vercellino.

Ad oggi, l’Asl TO4 ribadisce che la situazione è stabile e sotto controllo. Il focolaio è considerato esaurito e, grazie al rigoroso protocollo di sicurezza applicato, non risultano altri casi di influenza aviaria. I nuclei di crisi rimangono operativi per monitorare costantemente l’evoluzione della situazione sia sul fronte sanitario animale sia su quello umano.

La raccomandazione delle autorità sanitarie resta quella di acquistare e consumare prodotti avicoli provenienti da allevamenti certificati, adottando le consuete regole di cottura e igiene alimentare, in modo da tutelare la salute della collettività e contenere eventuali rischi.

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori