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Sanremo e la postite acuta: Luca Spitale e la maratona social del Festival

Il presidente del Consiglio di Ivrea commenta Sanremo come se fosse un critico musicale: tra giudizi, ovvietà e social scatenati, la sua telecronaca compulsiva non passa inosservata

Luca Spitale, presidente del consglio

Luca Spitale, presidente del consglio

C'è chi guarda Sanremo per la musica, chi per gli abiti sfavillanti, chi per i meme del giorno dopo. E poi c'è lui, il presidente del Consiglio di Ivrea, Luca Spitale, in preda a una crisi di postite acuta, intento a commentare cantante per cantante, canzone per canzone, senza un apparente motivo se non quello di attirare attenzione. Condividere. Includere. Creare interazione. O forse semplicemente farsi notare, nel caso qualcuno a casa si fosse momentaneamente dimenticato della sua esistenza. Un comportamento che meriterebbe uno studio sociologico.

La prima serata del Festival si è così trasformata in un live-tweeting compulsivo su Facebook, con perle del calibro di "Ma Checco canta bene, ma sempre la disperazione del cuore, senza infamia e senza lode" oppure il raffinato giudizio sulla performance di Rkomi: "Ma le 'e' di Rkomi?". Una domanda che toglie il sonno agli accademici della Crusca. Ma il capolavoro assoluto arriva con l'apoteosi dell'ovvietà: "G I O R G I A." Semplice, diretto, in caps lock. Come dire che l'acqua è bagnata.

Il delirio social non si è limitato a considerazioni di spessore come "Tony Consonante, ammetto che su quel palco ho sentito di peggio, paraculo il pezzo e lo stornello, ma con quelle parole non puoi giocare. Fastidioso", ma si è esteso a giudizi pseudo-tecnici sul livello di modernità e attualità degli arrangiamenti. Non contento, il nostro premier-commentatore ha deciso di dispensare consigli anche a Elodie: "Da una super performer come Elodie mi aspetto di più che due braccia ondeggianti". E niente, neanche la voce di Elodie è bastata a placare l'onda della critica presidenziale.

spitale

Ma il momento più alto della serata arriva con Imagine cantata in arabo ed ebraico: "Idea tanto semplice quanto geniale". Davvero una scoperta inaspettata, quasi quanto la gravissima mancanza di una menzione d'onore per il televoto a caso.

In tanti hanno notato questa telecronaca compulsiva e, diciamocelo, i commenti non sono stati proprio lusinghieri. Qualcuno lo ha preso per un opinionista in incognito, altri hanno ipotizzato un hackeraggio del profilo da parte di un adolescente troppo zelante. Oppure è stata una semplice crisi d'identità. Diviso tra Barillari e il Gabibbo.

La vera domanda rimane: era davvero necessario? Metti mai che le Opposizioni, folgorate da questa emergenza istituzionale, chiedano un consiglio comunale straordinario tra una fagiolata e una sfilata in maschera. Un suggerimento: presidente, la prossima volta si goda il Festival in silenzio. Perché Sanremo è Sanremo e certe crisi d'astinenza da riflettori andrebbero curate lontano dai social.

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