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12 Febbraio 2025 - 10:10
Luca Spitale, presidente del consglio
C'è chi guarda Sanremo per la musica, chi per gli abiti sfavillanti, chi per i meme del giorno dopo. E poi c'è lui, il presidente del Consiglio di Ivrea, Luca Spitale, in preda a una crisi di postite acuta, intento a commentare cantante per cantante, canzone per canzone, senza un apparente motivo se non quello di attirare attenzione. Condividere. Includere. Creare interazione. O forse semplicemente farsi notare, nel caso qualcuno a casa si fosse momentaneamente dimenticato della sua esistenza. Un comportamento che meriterebbe uno studio sociologico.
La prima serata del Festival si è così trasformata in un live-tweeting compulsivo su Facebook, con perle del calibro di "Ma Checco canta bene, ma sempre la disperazione del cuore, senza infamia e senza lode" oppure il raffinato giudizio sulla performance di Rkomi: "Ma le 'e' di Rkomi?". Una domanda che toglie il sonno agli accademici della Crusca. Ma il capolavoro assoluto arriva con l'apoteosi dell'ovvietà: "G I O R G I A." Semplice, diretto, in caps lock. Come dire che l'acqua è bagnata.
Il delirio social non si è limitato a considerazioni di spessore come "Tony Consonante, ammetto che su quel palco ho sentito di peggio, paraculo il pezzo e lo stornello, ma con quelle parole non puoi giocare. Fastidioso", ma si è esteso a giudizi pseudo-tecnici sul livello di modernità e attualità degli arrangiamenti. Non contento, il nostro premier-commentatore ha deciso di dispensare consigli anche a Elodie: "Da una super performer come Elodie mi aspetto di più che due braccia ondeggianti". E niente, neanche la voce di Elodie è bastata a placare l'onda della critica presidenziale.
Ma il momento più alto della serata arriva con Imagine cantata in arabo ed ebraico: "Idea tanto semplice quanto geniale". Davvero una scoperta inaspettata, quasi quanto la gravissima mancanza di una menzione d'onore per il televoto a caso.
In tanti hanno notato questa telecronaca compulsiva e, diciamocelo, i commenti non sono stati proprio lusinghieri. Qualcuno lo ha preso per un opinionista in incognito, altri hanno ipotizzato un hackeraggio del profilo da parte di un adolescente troppo zelante. Oppure è stata una semplice crisi d'identità. Diviso tra Barillari e il Gabibbo.
La vera domanda rimane: era davvero necessario? Metti mai che le Opposizioni, folgorate da questa emergenza istituzionale, chiedano un consiglio comunale straordinario tra una fagiolata e una sfilata in maschera. Un suggerimento: presidente, la prossima volta si goda il Festival in silenzio. Perché Sanremo è Sanremo e certe crisi d'astinenza da riflettori andrebbero curate lontano dai social.
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