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09 Febbraio 2025 - 11:46
Paolo Noascone
Quando ci si impunta a farle girare come le pale di un ventilatore, ci si riesce benissimo. Questo, probabilmente, il senso della richiesta delle Opposizioni di convocare una seduta ordinaria del Consiglio Comunale. Il motivo?
Il Consiglio “aperto” previsto per fine febbraio dentro il carcere di Ivrea che peraltro due consiglieri comunali del centrodestra, Andrea Cantoni e Gabriele Garino hanno già annunciato di voler boicottare.
A spiegare l’iniziativa è Paolo Noascone, primo firmatario dell’interpellanza, che spiega: “Abbiamo richiesto la convocazione di un Consiglio comunale in seduta ordinaria perché, indipendentemente dalle posizioni di ognuno di noi sulla seduta 'aperta' che si terrà in carcere, riteniamo che tale circostanza non possa pregiudicare lo svolgimento della consueta seduta mensile”. Tradotto: discutere di tematiche legate al penitenziario è un conto, ma mandare in vacanza l’intero Consiglio comunale è un altro paio di maniche.
E in effetti la preoccupazione non è campata per aria. Le mozioni e le interpellanze si accumulano già in condizioni normali, con tempi sempre più striminziti per discuterle. Figurarsi ora, con una seduta saltata o rimandata a data da destinarsi!
I consiglieri di opposizione fanno notare come negli ultimi mesi il tempo dedicato agli atti di controllo si sia ridotto all’osso, con discussioni veloci e spesso superficiali. E con questo ulteriore rinvio, il rischio è che molte questioni cittadine si trascinino troppo in là con i tempi.
Per questo Paolo Noascone, Antonio Cuomo, Andrea Cantoni, Elisabetta Piccoli, Gabriele Garino e Massimiliano De Stefano hanno preso carta e penna e messo tutto nero su bianco. La richiesta è chiara: un Consiglio comunale straordinario da convocare entro 20 giorni per discutere esclusivamente mozioni e interpellanze, senza scuse, senza rinvii e, possibilmente, senza ulteriori giochi di prestigio.
I punti chiave della richiesta sono tre: la seduta ordinaria di febbraio non può sparire dai radar solo perché si tiene un Consiglio “aperto” in carcere; il tempo per mozioni e interpellanze è già un miraggio, eliminarlo del tutto sarebbe un disastro; se non si convoca la seduta, il Consiglio diventa ufficialmente una riunione ogni tanto, più che un organo di governo cittadino.
Ora la palla passa a Luca Spitale, presidente del Consiglio comunale, che non potrà fare a meno di accogliere la richiesta considerando che è stata presentata da 6 consiglieri comunai, proprio com’è previsto nello statuto. La seduta cadrà, ironia del calendario, proprio nel bel mezzo dei festeggiamenti di Carnevale, ma tant’è! La domanda è: che faccia avrà fatto quando ha letto la richiesta?
E a chi della maggioranza già punta il dito su Massimiliano De Stefano che con una mozione di qualche tempo fa ha ricordato l'impegno a riunirsi in carcere almeno una volta l'anno, arriva puntuale la risposta.
"Io ho chiesto di mantenere fede ad un impegno preso - commenta - Questo non significa che per due mesi non si debba discutere delle tante altre questioni riguardanti la città...".
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