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Bufera al Politecnico di Torino: esame simula bombardamento in Siria, scoppia la rivolta!

Un esame di ingegneria aerospaziale al centro delle polemiche per i riferimenti a scenari di guerra

Bufera al Politecnico di Torino

Bufera al Politecnico di Torino: esame simula bombardamento in Siria, scoppia la rivolta!

Il Politecnico di Torino si trova al centro di una tempesta mediatica e accademica a causa di un esame che ha sollevato non poche polemiche. La prova, parte del corso di "Progettazione di veicoli aerospaziali", ha suscitato indignazione per il suo scenario di guerra, chiedendo agli studenti di calcolare gli effetti aerodinamici di un bombardamento al confine tra Siria e Iraq. Un tema che, in un contesto accademico, ha sollevato interrogativi profondi sull'etica della didattica e sulla sensibilità verso gli studenti provenienti da aree di conflitto.

La prova d'esame, riproposta alcune settimane fa, è stata originariamente presentata nel 2021. Essa richiede agli studenti di organizzare una missione di bombardamento con partenza da una portaerei nel Golfo Persico, con obiettivo Iraq-Siria a 1900 km di distanza. Un compito che, tradotto dal linguaggio tecnico della fisica, implica lo studio degli effetti aerodinamici dopo lo sgancio degli ordigni o nel caso in cui l’aereo venga colpito. Questo scenario, che potrebbe sembrare un esercizio accademico, ha invece toccato corde sensibili, soprattutto tra gli studenti di origine mediorientale.

La reazione non si è fatta attendere. Studenti e professori hanno firmato un documento che sarà presentato al Senato accademico, chiedendo una moratoria sull'uso di tali testi a lezione o negli appelli. "I riferimenti alla guerra devono sparire o, comunque, essere fortemente limitati nel rispetto di tutti, in particolare di chi proviene da paesi in conflitto", si legge nel documento. Tra i firmatari, oltre ai rappresentanti del corpo studentesco, figurano anche membri del Senato accademico come Danilo Bazzanella, Silvia Lanteri, Silvia Bodoardo, Elena Dellapiana e Cristina Cuneo.

Politecnico di Torino nel caos



Il caso ha messo in luce una questione più ampia: l'etica della didattica. "Questi riprovevoli eventi hanno evidenziato che il grande impegno del nostro ateneo sul tema dell'etica della ricerca, sebbene considerevole, non copre ancora tutti gli aspetti", affermano i firmatari. La richiesta è chiara: inserire quanto prima il tema dell'etica della didattica all'ordine del giorno di una seduta del Senato accademico, per approfondire la questione e trovare soluzioni adeguate.

Oltre alle questioni etiche, il caso ha sollevato preoccupazioni riguardo al danno d'immagine per il Politecnico di Torino. "Non è difficile immaginare con quale stato d'animo la comunità studentesca, in particolare coloro che hanno familiari e amicizie in quei territori, possa aver affrontato l'esame e le esercitazioni", si legge nel question time che sarà discusso. La vicenda ha acceso i riflettori su come le istituzioni accademiche debbano bilanciare l'insegnamento tecnico con la sensibilità culturale e umana.

Mentre il Senato accademico si prepara a discutere la questione, il caso rappresenta un'opportunità per riflettere su come le università possano affrontare temi complessi e potenzialmente divisivi. In un mondo sempre più globalizzato e interconnesso, l'insegnamento non può prescindere dalla considerazione delle diverse esperienze e sensibilità degli studenti. La sfida è trovare un equilibrio tra l'educazione tecnica e l'empatia umana, un compito che richiede dialogo, comprensione e, soprattutto, un impegno costante verso un'educazione etica e inclusiva.

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