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La chiusura di Gurit: un duro colpo per l'industria delle rinnovabili in Italia

La chiusura della Gurit di Volpiano mette a rischio 56 lavoratori, mentre il settore delle rinnovabili affronta sfide globali

Gurit

La chiusura di Gurit: un duro colpo per l'industria delle rinnovabili in Italia

In un periodo in cui le energie rinnovabili vengono presentate come il futuro dell'industria, la chiusura della Gurit di Volpiano appare come una contraddizione che lascia interdetti. Questa mattina, i lavoratori dell’azienda svizzera si sono radunati davanti alla sede dell’Unione Industriali di Torino per manifestare la loro preoccupazione. La multinazionale, attiva nella produzione di componenti per il settore eolico e marittimo, ha annunciato l’intenzione di chiudere il sito produttivo piemontese, mettendo a rischio 56 posti di lavoro su 64. Una decisione che si scontra con la narrazione di un settore in crescita.

La Gurit ha motivato la chiusura dello stabilimento con un drastico calo degli ordini, aggravato dall’aumento della concorrenza cinese e dagli elevati costi energetici italiani. Queste difficoltà hanno spinto l’azienda a spostare la produzione in Cina, dove i costi di gestione risultano inferiori.

Il destino degli operai della Gurit si inserisce in una crisi che va ben oltre i confini di Volpiano. Carlo Giunta della FILCAMS CGIL evidenzia la necessità di un confronto con il presidente del consiglio di amministrazione, Sven Daniel Dalmqvist, per individuare possibili soluzioni alternative. La chiusura di stabilimenti in Turchia e Danimarca, insieme alla riduzione delle attività in Spagna, evidenzia una strategia aziendale che sta ridimensionando la presenza della Gurit in Europa.

Rinnovabili in Italia

La vicenda della Gurit porta alla luce interrogativi più ampi sullo stato dell’industria delle energie rinnovabili in Italia. Mentre la politica promuove investimenti nel settore, la realtà dei fatti racconta un’altra storia. "Non ci resta che mobilitarci anche a livello nazionale", dichiara Palopoli, sottolineando la distanza tra le promesse istituzionali e le reali difficoltà che le imprese affrontano.

La delocalizzazione della Gurit in Cina mette in evidenza una questione cruciale: la competitività delle aziende italiane nel mercato globale. L’aumento dei costi energetici e la concorrenza internazionale rappresentano sfide enormi per chi opera nel settore delle rinnovabili. Sorge spontanea la domanda: l’Italia ha le condizioni per rimanere protagonista in un settore strategico per il futuro energetico mondiale?

La chiusura dello stabilimento di Volpiano solleva la necessità di una riflessione più ampia sul sostegno alle imprese italiane. Un intervento tempestivo e mirato potrebbe evitare che altre realtà produttive affrontino la stessa sorte. La crisi della Gurit rappresenta un segnale d’allarme per un settore che, pur avendo grandi potenzialità, rischia di essere soffocato da decisioni aziendali dettate esclusivamente da logiche di profitto e dalla mancanza di politiche di supporto efficaci.

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