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09 Febbraio 2025 - 10:57
Giustizia
La città di Torino, un tempo fiore all'occhiello della giustizia civile italiana, sta vivendo un momento di profonda crisi. La durata dei processi, che un tempo era motivo di vanto grazie al celebre "modello Torino" ideato da Barbuto, ha subito un drammatico peggioramento. La Corte d'Appello, infatti, ha registrato il peggioramento più grave in Italia, nonostante un contenzioso ridotto. Ma cosa è successo a questo modello di efficienza che sembrava inossidabile?
Negli ultimi cinque anni, la giustizia civile torinese ha accumulato ritardi su ritardi, tanto da far aumentare del 63% la durata delle cause. I dati del Ministero della Giustizia sul "disposition time" — il tempo medio di risoluzione di un processo da quando arriva a quando va a sentenza — della Corte d’Appello sono impietosi. Un tempo, il "modello Torino" era sinonimo di rapidità e precisione, un esempio da seguire per altre città italiane. Oggi, invece, la situazione è ben diversa.
Sotto accusa è la carenza di organico. La mancanza di personale adeguato ha messo in ginocchio un sistema che, fino a pochi anni fa, funzionava come un orologio svizzero. Ma è solo questo il problema? La domanda sorge spontanea. La complessità dei casi, l'aumento delle controversie legali e le nuove normative potrebbero aver contribuito a rallentare ulteriormente i processi. Tuttavia, senza un numero sufficiente di giudici e personale amministrativo, anche il miglior sistema è destinato a collassare.
La situazione attuale solleva interrogativi sul futuro della giustizia civile a Torino. È possibile tornare ai fasti di un tempo? E come? La risposta potrebbe risiedere in una riforma strutturale che preveda non solo l'assunzione di nuovo personale, ma anche l'adozione di tecnologie avanzate per snellire le procedure.
Ma cosa significa tutto questo per i cittadini? Un sistema giudiziario lento e inefficiente non è solo un problema per gli avvocati e i giudici, ma ha ripercussioni dirette sulla vita delle persone. Cause che si trascinano per anni possono avere effetti devastanti su famiglie e imprese, generando incertezza e sfiducia nel sistema. La giustizia, per essere tale, deve essere anche tempestiva.
La speranza è che Torino possa ritrovare la sua strada verso l'efficienza e la celerità che l'hanno resa famosa. Tuttavia, senza interventi decisi e mirati, il rischio è che la situazione possa ulteriormente peggiorare. La città ha bisogno di un nuovo "modello Torino", capace di affrontare le sfide del presente e del futuro con la stessa determinazione e innovazione che l'hanno caratterizzata in passato.
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