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26 Gennaio 2025 - 00:13
magistrati con la costituzione in mano
L'ultima puntata dello scontro tra il Governo e i magistrati ha per teatro i dipinti cinquecenteschi della Sala dei Busti di Castel Capuano, sede del vecchio tribunale di Napoli. Il pomo della discordia è la riforma della giustizia e soprattutto la separazione delle carriere: nei giorni scorsi il primo sì della Camera ha provocato la reazione dell'Anm, che ha invitato le toghe a disertare le cerimonie di apertura dell'anno giudiziario alle parole del rappresentante del governo. Cosa che è successa in tutti i distretti d'Italia, dove i magistrati, Costituzione in mano e coccarde tricolori, hanno protestato affidandosi anche alle parole di Calamandrei. E scatenando la polemica.
Carlo Nordio
Con il centrodestra che bolla il tutto come "una messa in scena" e l'opposizione a difesa delle ragioni dei magistrati. Da Gedda, nel pomeriggio, si è fatta sentire la premier Giorgia Meloni: "Le proteste sono sempre legittime - dice - ma mi rammarica questo atteggiamento dell'Anm per cui ogni riforma sul tema giustizia diventa un'Apocalisse, una fine del mondo che bisogna sempre criticare senza se e senza ma. Sono i cittadini che decidono quali devono essere le scelte della politica".
A Napoli, la protesta si materializza quando il Guardasigilli Carlo Nordio prende la parola: è allora che i magistrati alzano al cielo la Costituzione guadagnando l'uscita. Sono oltre 400, tra loro anche alcuni volti noti come gli ex procuratori Antimafia Franco Roberti e Federico Cafiero de Raho. Assente invece l'attuale procuratore Nicola Gratteri, rimasto, dice, "in ufficio a lavorare". La sala si svuota per oltre un terzo.
Nordio, nel suo intervento, cerca il dialogo con i suoi ex colleghi: "Il dissenso è il sale della democrazia - osserva - ma pensare che un ex magistrato come me che è stato per tre anni alla guida dell'inchiesta contro le Brigate Rosse, e ha assistito alla morte di alcuni dei suoi colleghi, possa avere come obiettivo quello di umiliare la magistratura è improprio".
Di tutt'altro avviso l'Anm: "Le parole del ministro non ci tranquillizzano. I commenti che la politica dà su questa riforma dimostrano al contrario come abbia lo scopo di controllare i pm e le indagini scomode attenuando l'autonomia della magistratura". "Not in my name, non avverrà mai, non con questa riforma costituzionale", la replica di Nordio che si guadagna gli applausi degli avvocati.
A Roma le toghe si alzano quando interviene il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano. "Vogliamo fare una riforma per i cittadini e non contro i magistrati", dice Mantovano sollecitando il dialogo perché, spiega, "uscire dai canoni della dialettica per entrare in quelli dell'alternativa 'o tu o io' non fa bene a nessuno".
A Milano spunta anche la celebre espressione di Francesco Saverio Borrelli, procuratore capo al tempo di Mani Pulite, "resistere, resistere, resistere", e le toghe si schierano davanti a Palagiustizia.
Finite le cerimonie, lo scontro si sposta sul versante della politica, con il presidente del Senato Ignazio La Russa, presente a Milano, che dice: "Nessuno può arrogarsi il diritto di cancellare quelle che sono le decisioni che prende il Parlamento".
Incredibile La Russa, dimostra così di non conoscere la Costituzione", gli risponde il leader di Avs Angelo Bonelli. "Si può contestare, ma i magistrati sono pagati per applicare le leggi, non per contestare o sovvertire le leggi", ricorda invece il leader della Lega Matteo Salvini. E il ministro degli Esteri Antonio Tajani invita i magistrati "a leggerla la Costituzione", bollando la protesta come "non rispettosa della Carta".
"Il responsabile per la Giustizia del governo italiano, il ministro Nordio, ha raggiunto l'obiettivo disastroso di far arrabbiare tutti", la bocciatura dei Cinquestelle.
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