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06 Febbraio 2025 - 01:53
Torino si prepara a dire addio alla birra d’asporto dopo le 21, almeno in alcune zone della città. Niente più serate alcoliche improvvisate sul marciapiede, niente più cori da stadio sotto le finestre dei residenti esasperati, niente più vetri rotti disseminati come souvenir della notte. Il Comune ha deciso di anticipare il coprifuoco delle bevande in lattina e bottiglia dalle 23 alle 21, con un’ordinanza che, salvo ripensamenti, scatterà entro fine mese.
Un provvedimento che suona tanto come un déjà-vu per chi conosce la vicenda di via Di Nanni, la zona-pilota dove il divieto era già stato imposto (e poi tolto, e poi rimesso, perché si sa, le cose vanno fatte con calma). L’obiettivo è lo stesso: limitare i raduni notturni davanti ai minimarket, dove alcol a basso costo e voglia di far baldoria si mescolano in un cocktail letale per la quiete pubblica.
Gli assessori Paolo Chiavarino (Commercio) e Marco Porcedda (Sicurezza) hanno illustrato la misura ieri a Palazzo Civico, spiegando che riguarderà venti aree distribuite in cinque circoscrizioni: Santa Rita e Mirafiori, la periferia Nord, Aurora, Vanchiglia e Madonna del Pilone, fino a borgo Filadelfia e Nizza-Millefonti. L’elenco è stato stilato grazie alle segnalazioni dei residenti, evidentemente esasperati da notti insonni e marciapiedi trasformati in discariche di bottiglie rotte.
Certo, non tutto è vietato: bar e ristoranti potranno continuare a servire alcolici, che evidentemente – per qualche oscura legge della fisica urbana – non provocano schiamazzi se consumati seduti a un tavolino. Il problema, come sempre, saranno i controlli. Perché una cosa è scrivere divieti, un’altra è farli rispettare. E lo sanno bene i residenti di via Di Nanni, dove per mesi il regolamento è rimasto lettera morta e i minimarket hanno continuato indisturbati a vendere birra a fiumi dopo l’ora X.
Nel 2024, giurano gli amministratori, qualcosa è cambiato: sono fioccate tredici sanzioni e ben cinque attività sono state chiuse. Insomma, un inizio incoraggiante, ma il vero banco di prova sarà la bella stagione, quando con il caldo le abitudini notturne torneranno a farsi sentire, insieme ai decibel di chi proprio non ce la fa a brindare in silenzio.
Per ora, si tratterà solo di una sperimentazione, una parola che in politichese significa: vediamo come va e poi decidiamo se allargare il divieto o tornare indietro. Ma una cosa è certa: chi pensava di continuare con l’asporto selvaggio fino all’alba dovrà rivedere i suoi piani. O almeno procurarsi un buon termos.
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