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04 Febbraio 2025 - 21:37
Aviaria a Chivasso: ecco i Comuni in allerta e le regole da seguire. Controlli ai mercati
Un focolaio di influenza aviaria a Chivasso ha fatto scattare l'allarme sanitario.
L’ASL TO4, autorità competente per la gestione dell’emergenza, ha adottato misure drastiche per contenere il rischio di diffusione del virus.
Due le zone istituite: una di Protezione, con un raggio di 3 km dal focolaio, e una di Sorveglianza, estesa fino a 10 km. I Comuni coinvolti sono Caluso, Casalborgone, Castagneto Po, Chivasso, Crescentino, Lauriano, Mazzè, Montanaro, Monteu Da Po, Rondissone, Saluggia, San Sebastiano da Po e Torrazza Piemonte.
Le ordinanze impongono restrizioni agli allevamenti: vietati movimentazione e trasporto di pollame, volatili in cattività e uova tra le aziende, salvo deroghe concesse dalle autorità regionali. I sottoprodotti di origine animale possono lasciare la zona di sorveglianza solo con certificazione veterinaria. Stop anche alla rimozione e allo spargimento di letame e liquami, che dovranno essere stoccati in sicurezza.
Particolare attenzione ai mercati locali: vietata la vendita di pollame e uova provenienti da allevamenti nelle zone di sorveglianza, inclusi quelli rurali sotto le 50 galline ovaiole. Bloccata anche la presenza di volatili ornamentali come canarini, pappagalli, quaglie, oche e tacchini. Niente fiere, esposizioni e manifestazioni con animali.
L’ASL TO4 chiarisce che carni di pollame e uova di allevamenti al di fuori della zona di restrizione possono essere regolarmente commercializzate. Nessun rischio per i consumatori: il ritiro delle uova dagli allevamenti rurali è solo una misura precauzionale per evitare il contagio tra volatili. Gli allevatori sono invitati a evitare il contatto con uccelli selvatici, mantenendo gli animali in spazi chiusi e separando gallinacei da anseriformi.
Le misure, immediatamente operative, resteranno in vigore per almeno 30 giorni dopo la disinfezione del focolaio. La sorveglianza spetta ai veterinari ufficiali: chi non rispetta le ordinanze rischia sanzioni.
Mentre l’influenza aviaria costringe a restrizioni sanitarie, le Isole Baleari puntano sulla prevenzione: entro 30 giorni, un decreto legge porterà al blocco dei nuovi allevamenti intensivi di galline. Vietati impianti oltre le 160 mila unità, come già successo a Sineu, dove il governo locale ha respinto un progetto per un sito da 750 mila galline.
La decisione nasce da preoccupazioni ambientali e sanitarie: gli allevamenti sovraffollati favoriscono le malattie e pesano sull’ecosistema. Secondo Animal Equality, questo modello potrebbe essere esportato anche in Italia. Matteo Cupi, vicepresidente di Animal Equality Europa, sottolinea come la transizione verso un’allevamento senza gabbie sia già in corso: in Italia, l’uso delle gabbie è calato del 20% tra il 2018 e il 2023, e i dati della Banca Dati Nazionale dell'Anagrafe Zootecnica confermano un ulteriore calo nel 2024.
«Le stime dimostrano che la transizione cage-free non solo è possibile, ma sta già avvenendo. La decisione delle Baleari è un passo nella giusta direzione e ci auguriamo che altri governi seguano l’esempio», dichiara Cupi.
L’emergenza aviaria a Chivasso riaccende dunque il dibattito: misure straordinarie per arginare il contagio o prevenzione strutturale? La risposta potrebbe arrivare proprio dal "modello Baleari".
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