AGGIORNAMENTI
Cerca
Attualità
04 Febbraio 2025 - 11:55
Amianto killer nella Marina: lo Stato sapeva e non ha protetto i militari. Risarcita la figlia di una vittima
Il Ministero della Difesa è stato condannato dal Tribunale Civile di Torino a risarcire con circa 280mila euro Monica Pittau, figlia di Luigi Angelo Pittau, motorista navale morto a 60 anni a causa di un mesotelioma pleurico, una malattia letale legata all’esposizione all’amianto.
Pittau ha lavorato per anni sulle unità navali della Marina Militare e nelle basi arsenalizie, svolgendo operazioni di manutenzione su caldaie e turbine a vapore senza alcuna protezione dalle micidiali fibre di amianto. Nel 2009 la diagnosi della malattia, che nel giro di un anno lo ha portato alla morte. Un destino segnato da anni di esposizione a un materiale che lo Stato avrebbe dovuto eliminare e mettere in sicurezza da decenni.
La figlia della vittima si è rivolta all’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, che ha ottenuto il riconoscimento del diritto al risarcimento, evidenziando come il Ministero abbia omesso di informare i militari sui rischi dell’amianto e non abbia garantito strumenti di protezione adeguati. Questa sentenza è solo l’ultima di una lunga serie di condanne contro la Difesa per aver lasciato i propri uomini esposti a un killer silenzioso.
Il Ministero della Difesa è stato condannato dal Tribunale Civile di Torino
Nonostante il divieto dell’uso dell’amianto in Italia dal 1992, la tragedia continua a mietere vittime. Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, ogni anno muoiono in media 1.545 persone per mesotelioma e tumori correlati all’esposizione alle fibre tossiche. Nel 2023, sono stati registrati circa 2.000 nuovi casi, e il numero è destinato a salire nei prossimi anni.
Uno studio dell’Osservatorio Nazionale Amianto ha confermato che il picco delle vittime è previsto tra il 2025 e il 2030, a causa del lungo periodo di latenza della malattia, che può manifestarsi anche decenni dopo l’esposizione. Oltre al mesotelioma, l’amianto è responsabile di tumori polmonari, malattie respiratorie e altre patologie mortali, che continuano a colpire lavoratori, militari e cittadini ignari di essere stati esposti a questa sostanza letale.
Le condanne per i danni causati dall’amianto si susseguono, ma il risarcimento economico non può restituire le vite spezzate. Il caso di Luigi Angelo Pittau non è isolato: decine di altri militari sono morti per le stesse cause, e molte famiglie sono ancora in attesa di giustizia.
La domanda è sempre la stessa: quante vite dovranno ancora essere distrutte prima che si arrivi a una vera bonifica dell’amianto nei luoghi di lavoro e nelle strutture pubbliche? Mentre le vittime aumentano, le bonifiche procedono a rilento e i processi sono spesso lunghi e dolorosi per chi ha perso un familiare a causa di questa ingiustizia.
Lo Stato continua a pagare con sentenze di condanna, ma la vera soluzione sarebbe prevenire nuove tragedie, non risarcire le famiglie dopo che il danno è fatto.
Edicola digitale
I più letti
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.