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28 Gennaio 2025 - 10:33
Piemonte, strage silenziosa: 40mila infortuni sul lavoro e un sistema al collasso
Il Piemonte si trova di fronte a un'emergenza che non può più essere ignorata. Quasi 4mila infortuni sul lavoro ogni mese, oltre 40mila denunce nel 2024 e un aumento significativo rispetto all'anno precedente. Numeri che parlano di un sistema in crisi, dove la sicurezza dei lavoratori sembra essere relegata in secondo piano rispetto alla produttività.
A lanciare un appello accorato è Giorgio Airaudo, segretario regionale della CGIL, che sottolinea l'urgenza di trattare questa piaga con la stessa determinazione riservata alla lotta contro la mafia. L'assenza di feriti gravi non deve illudere: gli infortuni sono spesso il preludio a tragedie ben peggiori.
Nel 2024, il Piemonte ha superato le 40mila denunce di infortuni sul lavoro, con picchi che hanno raggiunto 4mila casi nel mese di ottobre. Sebbene i decessi sul lavoro siano leggermente diminuiti rispetto al 2023, l'aumento degli incidenti mette in evidenza una tendenza che non può essere sottovalutata. Le ultime due morti sul lavoro, avvenute a Torino, hanno riacceso i riflettori su un problema strutturale, aggravato da controlli insufficienti e risorse limitate.
Uno dei principali ostacoli nella lotta contro gli infortuni sul lavoro è la carenza di personale addetto ai controlli. Nonostante le promesse del Ministero di assegnare 80 ispettori all'Ispettorato del Lavoro in Piemonte, solo 40 sono effettivamente operativi, e molti di loro sono ancora in fase di formazione. I dati relativi ai tecnici SPRESAL (Servizio di Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro) sono altrettanto allarmanti: a fronte di un fabbisogno di 222 unità, ne mancano almeno 80.
A Torino, la situazione è ancora più critica: su oltre 50 addetti necessari, solo 20 sono attualmente in servizio, di cui 5 privi del patentino di ufficiale di polizia giudiziaria, un requisito fondamentale per condurre indagini efficaci.
Questa carenza di risorse si riflette direttamente sull'efficacia delle ispezioni. Tra il 2018 e il 2022, le verifiche nei cantieri sono diminuite del 30%, e molte ASL non riescono nemmeno a condurre le indagini d'ufficio per gli infortuni più gravi. Ogni tragedia suscita indignazione e promesse di cambiamento, ma senza risorse adeguate, ogni sforzo rischia di essere vano.
Incidenti sul lavoro: una piaga silenziosa
La precarietà lavorativa rappresenta un terreno fertile per gli infortuni sul lavoro. I lavoratori precari, spesso privi di tutele, sono più esposti a ricatti e pressioni, soprattutto nei subappalti. L'assenza di un controllo sistematico favorisce una cultura dell'impunità, dove i datori di lavoro si sentono liberi di ignorare le normative sulla sicurezza.
Secondo la CGIL, la chiave per invertire questa tendenza risiede in un potenziamento dei controlli e in una maggiore attenzione alla prevenzione. Gli esposti presentati dal sindacato hanno già portato alla scoperta di numerose irregolarità, ma è necessario un intervento strutturale. Tra le proposte:
Aumentare il personale addetto ai controlli, con un investimento specifico per formare e rendere operativi gli ispettori.
Ridurre la precarietà lavorativa, attraverso contratti stabili e trasparenti.
Introdurre protocolli straordinari, simili a quelli adottati contro la criminalità organizzata, per garantire il rispetto delle norme di sicurezza.
A Torino, l'idea di istituire una procura speciale per la sicurezza sul lavoro si fa sempre più concreta. L'ex procuratore Raffaele Guariniello, noto per il suo impegno nella tutela dei diritti dei lavoratori, ha sottolineato l'importanza di dotare il sistema giudiziario di tecnici altamente specializzati a livello nazionale. Solo così si potrà contrastare la sensazione di impunità che permea il settore.
La lotta contro gli infortuni sul lavoro non può essere lasciata solo alle istituzioni. Serve un impegno collettivo, che coinvolga le aziende, i sindacati, le scuole e le famiglie. Promuovere una cultura della sicurezza significa educare i lavoratori fin dalla giovane età, investire in formazione e garantire che ogni lavoratore torni a casa sano e salvo.
Nonostante le difficoltà, il Piemonte ha gli strumenti per affrontare questa emergenza. Con un piano coordinato e un investimento mirato, è possibile ridurre gli infortuni e garantire un futuro più sicuro per i lavoratori. Perché ogni vita salvata è una vittoria per tutta la comunità.
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