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Ivrea in Azione
27 Gennaio 2025 - 17:16
Matteo Chiantore
Negli ultimi tempi, a Ivrea, si è molto discusso di una decisione presa dal sindaco: chiudere gli uffici comunali il venerdì, concedendo ai dipendenti una “vacanza” lunga o, per dirla in maniera più elegante, una giornata di smart working.
Una trovata geniale che, da un lato, starebbe creando dei risparmi; dall’altro, tanti disservizi e, sfortunatamente, un certo clientelismo.
Il sindaco, in campagna elettorale, si presentava come l’avvocato del popolo, pronto a lottare per i diritti di tutti i cittadini, barricate comprese, e per la difesa delle attività politiche ed economiche – pardon, attività sociali – al Movicentro.
Oggi, invece, sembra aver dimenticato chi lo ha sostenuto durante le elezioni, tranne lo Zac, con il quale ha stretto un patto di ferro.
Insomma, una trasparenza con una patina di opacità, dove i privilegi, con facili scuse, sono distribuiti in modo selettivo. Certo, l’idea di risparmiare sulle bollette del riscaldamento lasciando i dipendenti a casa può sembrare allettante.
Ma i cittadini? Qualcuno ha pensato a loro? Gli sportelli comunali hanno orari da ambulatori medici e chi ne ha bisogno deve prendersi mezza giornata di permesso dal lavoro, mentre le buche nelle strade continuano a proliferare. Gli ascensori pubblici, intanto, sembrano partecipare a un misterioso gioco di “chi resta guasto più a lungo”, per non parlare della gestione del verde.
Da qui la domanda: siamo sicuri che ci sia un risparmio economico reale? La somma di quanto la collettività paga ai dipendenti, rispetto al risparmio sulle bollette, meriterebbe un’analisi più tecnica, meno superficiale e più rispettosa.
Facile intuire le prossime mosse: tutti a casa d’estate per abbattere i costi dei climatizzatori? Impiegati comunalicostretti a lavorare da “Gressoney” davanti a un buon Chardonnay ghiacciato e una bruschettina con battuta di lardo?
E in primavera e autunno, quali trovate originali ci aspetteranno? Ci si potrebbe inventare il “martedì senza posta” o il “mercoledì che non si tira lo sciacquone” per ridurre i consumi dell’acqua.
Difficile non notare che quella che doveva essere una mossa a favore dell’efficienza e del risparmio sembra trasformarsi in un bizzarro esperimento sociale. Mentre i dipendenti possono gioire per questo “regalino” del venerdì– per quanto (ironia a parte) non si nutra alcun dubbio sul loro operato anche a distanza – i cittadini continuano a pagare il conto in termini di servizi carenti e mancanza di ascolto.
Riuscirà il sindaco a tornare sui suoi passi e comprendere che governare una città significa prendersi cura di tutti, non solo di una ristretta cerchia di “eletti”? Credo proprio di no. D’altronde, ricordo quando sollevai lo scandalo dei privilegi per l’accesso alla piscina comunale – con tariffe super ridotte ai dipendenti comunali e ai cittadini residenti a Ivrea – che la piscina la pagano, tariffa intera, non è cambiato nulla.
Le prossime settimane saranno decisive, e chissà che non ci riservino qualche altra sorpresa. Ma, nel frattempo, i cittadini di Ivrea continueranno a sperare in un’amministrazione che torni a focalizzarsi su ciò che realmente conta: il bene comune, tenendo conto dell’equità sociale e senza alcuna discriminazione. Più facile a dirsi che a farsi, a quanto pare.
Ciao!!
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