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Il Canavesano
24 Gennaio 2025 - 16:35
Capitalismo
Direi, sicuro di non poter essere smentito dai fatti, che oggi, liberi dallo spettro del “comunismo sovietico”, il “liberal-capitalismo” ha mostrato al mondo come “l’età dell’oro” non esiste, non sia mai esistita e non esisterà mai, se non per i “grandi manovratori”, che con grande abilità, ma a carissimo prezzo, stanno vendendo ovunque il “sogno americano” made in Washington.
Ovviamente sono consapevole che, probabilmente, i più non la penseranno allo stesso modo, di parere contrario, infatti, sono gli arrampicatori sociali senza scrupoli; i grandi banchieri, chiaramente più colpevoli che indifferenti, della devastazione globale, che ha portato oltre la metà della popolazione mondiale a morire di guerre, pestilenze e fame; i nuovi schiavisti, che in nome del rispetto dell’ambiente stanno da anni esternalizzando le produzioni più pericolose ed inquinanti nei Paesi più poveri; i menefreghisti e gli indifferenti, sempre alla ricerca di scorciatoie e raccomandazioni.
Per tutta questa gente va bene così, sono certi, beati loro, che a pagare siano sempre gli “altri”. Cosa assolutamente lontanissima dalla realtà, infatti, i fondamentalisti del libero mercato sono passati su tutto, hanno privato del loro significato originale parole importanti come “Democrazia” e “Riformismo”; hanno inebetito i popoli, facendogli rincorrere l’inutile e il superfluo alla ricerca della felicità e dell’appagamento; hanno espropriato i Paesi della produzione economica dipendente dalla loro volontà e, molto più delle tanto vituperate dittature del novecento, hanno creato povertà e diseguaglianze sociali. Tutto questo con la complicità di classi politiche incompetenti e inadeguate, capaci di promettere senza mantenere, di vendersi al miglior offerente, di elargire elemosina in cambio di voti e tanto inette da non rendersi conto del processo di “de-civilizzazione” già in corso, già molto ben avviato, prossimo a dare “grandi risultati” grazie all’introduzione dell’intelligenza artificiale che, da quel che dato vedere e sentire, sarebbe più onesto chiamare “ignoranza artificiale”. Ci stanno riducendo in schiavi dal punto di vista economico e in stupidi da un punto di vista intellettuale.
Negli anni si sono cancellate tradizioni, usi, costumi, dialetti ed anche lingue e, sotto dettatura dei fondamentalisti del libero mercato, si è arrivati ad adattare l’uomo all’economia. Si è trasformato la “democrazia” in una sorta di legittimazione referendaria dell’oligarchia economica; si è scelto il modello sociale statunitense; si è arrivati a censurare idee e parole ritenute in contrapposizione col pensiero unico imposto dai governi coloniali, ormai, sfacciatamente al servizio dei veri legislatori: i banchieri. Loro hanno scritto le nuove leggi europee e del mondo, quelle che hanno mortificato trattati e costituzioni. Leggi che hanno spinto tutti i Paesi, gioco forza, a individuare nel dollaro americano la valuta di riferimento. Leggi che hanno stabilito l’attuale, nuovo ordine di pensiero. Leggi che hanno innescato la crisi della politica, riducendo i governi, il nostro in primis, a svolgere, quale funzione principale, quella di dare il crisma dell’ufficialità a decisioni prese in altre sedi.
Ancora si sente blaterare di sovranità, ancora c’è chi ne scrive e chi va in televisione a litigare sull’argomento e ancora, c’è chi ne discute come di una cosa possibile, dipendente dall’esito elettorale. In verità, l’hanno fatto chiaramente capire “grandi sovranisti” come Salvini e la Meloni, la sovranità è stata trasferita altrove. Le nuove leggi, dettate al mercato dalla finanza e dalla tecno-burocrazia, prodotta dalla finanza stessa, hanno ridotto uomini e donne a esistenze non naturali; hanno cancellato il senso della giustizia, dell’onore, dell’istinto sociale, della pace, dell’onestà, della bellezza e della tranquillità. Ormai è tutto speculazione finanziaria, lo sono le guerre, le pandemie, l’immigrazione clandestina, i cambiamenti climatici, l’esportazione della democrazia, gli aiuti al terzo mondo e la riconversione ecologica, però, mentre la speculazione finanziaria rimane anonima e impersonale, le manovre di risanamento, anch’esse dettate ai governi dai centri di potere finanziario europei e mondiali, colpiscono uomini e donne in carne ed ossa, gente con nomi e cognomi, che rimane senza lavoro e che va ad ingrossare le fila dei nuovi poveri.
Le cure, l’ultima legge di bilancio partorita dal nostro baldo Governo ne è un chiaro esempio, si stanno rivelando peggiori dei mali, le dissennate politiche di austerità imposte dall’Europa stanno producendo più debito e speculazione e meno consumi e occupazione, ormai siamo in recessione conclamata e certamente non ne usciremo continuando a “ballare sul ponte della nave che sta affondando”.
Non si riesce più a trovare una sola persona che non abbia da lamentarsi di come vanno le cose, eppure, tutti coperti e allineati, non si fa nulla per uscire da questo presente, che lascia ampiamente intravvedere, a chiunque non sia completamente inebetito da droghe, alcol o dall’abuso di social-media, un futuro disastroso.
Non passa giorno senza che qualche multinazionale chiuda i battenti, porti il lavoro altrove e lasci nuovi disoccupati a carico delle già devastate casse pubbliche e non passa giorno senza che ci piova addosso l’ennesimo richiamo al rispetto dell’ambiente, condito da minacce di nuove tasse e nuovi costi a carico dei cittadini. Il tutto facendo finta che il passato non conti nulla, ancora una volta, scaricando errori, colpe e contraddizioni sul popolo elettore.
Chi ci governa, esattamente come quelli che dai banchi dell’opposizione gridano “al lupo, al lupo”, ampiamente dimostrato da interviste e dichiarazioni scioccanti, hanno più volte palesato ignoranza e memoria cortissima, così, mentre sono tutti impegnati a mostrarsi servi obbedienti nei confronti dell’Unione Europea, della N.A.T.O. e del nuovo padrone, Donald Trump, vorrei costringere i lettori ad un piccolo sforzo di memoria. A tal proposito vorrei ricordare lo scempio causato dalla diga del Vajont, opera pubblica non inutile, ma dannosa e criminosa; vorrei altresì ricordare l’enorme pattumiera a cielo aperto ridenominata la “terra dei fuochi”; vorrei rammentare la nube tossica dell’ACNA di Cengio e 70 anni di devastazione ambientale della Val Bormida; vorrei richiamare alla memoria la nube tossica di diossina, sprigionata nell’estate del 1976 dall’Icmesa di Seveso; vorrei non passasse nel dimenticatoio il disastro ambientale e i danni alla salute causati dall’ILVA di Taranto e la strage silenziosa causata dal Petrolchimico di Siracusa e da quello di Porto Marghera. Solo alcune cose, alcuni disastri causati dalla politica romanocentrica, da sempre “distratta”, corrotta e iniqua. Mi sarebbe piaciuto che lo Stato si fosse mostrato interessato a far giustizia, a stanare e condannare i colpevoli, ma ciò non è mai avvenuto. In compenso, cosa recente, abbiamo visto all’opera uno Stato spietato nei confronti di chi rifiutava di farsi vaccinare contro il covid; abbiamo subito l’umiliazione di decreti legge incostituzionali, che vietavano il lavoro alle persone non vaccinate. Ora assistiamo alla metodica ricerca, da parte delle forze dell’ordine, di chi si mette alla guida dopo essere uscito dal ristorante, la speranza: trovare chi ha bevuto almeno una birra o un bicchiere di vino, l’obiettivo: multe salate e ritiro della patente.
Insomma, sarà pure il nuovo che avanza, ma la parola democrazia è stata talmente tanto manipolata negli ultimi anni da aver perso ogni significato originario e lo stesso è capitato alla parola riforma, che oggi significa peggioramento delle condizioni sociali e adeguamento al mercato globalizzato, mentre per oltre due secoli, contrapposta alla parola rivoluzione, ha significato miglioramento graduale e pacifico contro le pretese di miglioramento violento e immediato.
In ultimo, una riflessione ad uso e consumo di chi ancora è disposto a credere che a qualcuno, in quel di Bruxelles, di Washington o di Roma, freghi qualcosa della salute pubblica e della difesa ambientale, nel febbraio del 2024 l’ANSA ha reso noto che nei primi 18 mesi di guerra fra Ucraina e Russia sono state liberate nell’atmosfera 150 milioni di tonnellate di anidride carbonica e di altri gas serra, a Gaza, in Palestina, Yemen, Cisgiordania, Libano, Costa d’Avorio, Birmania, Siria, Etiopia, Libia e Iraq, non credo che le cose siano diverse o lo siano state. A questo aggiungiamo l’inquinamento, mortale nel breve, prodotto dall’utilizzo di proiettili all’uranio impoverito made in U.S.A. e poi, forse, anche il più sprovveduto si renderà conto che le auto elettriche, come tutto ciò che la “nuova democrazia” vuole rendere obbligatorio, sono semplice speculazione e che non salveranno niente e nessuno. Potrebbero essere piacevoli e divertenti, solo se molto piccole, da utilizzarsi, così come il trenino elettrico, in compagnia, su una pista nel salotto di casa.
"La politica costa troppo e puzza più della spazzatura, quindi, inquina l’ambiente e fa male alla salute e alle tasche dei contribuenti”, così Jean Paul Malfatti, poeta, scrittore e libero pensatore italo-americano contemporaneo, che credo abbia fotografato al meglio la politica del nuovo millennio.
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