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Cronaca

Morti sul lavoro a Torino: chi era Michele Sergio, l’artigiano di Venaria

Una caduta da 12 metri e un malore improvviso: il Piemonte piange due nuove vittime sul lavoro

Michele Sergio, 57 anni, di Venaria Real

Michele Sergio, 57 anni, di Venaria Real

La tragedia di ieri a Torino, in via Valdengo, ha un nome e un volto: Michele Sergio, 57 anni, di Venaria Reale, artigiano e titolare della ditta Elettrik Mas.

La sua vita si è spezzata ieri mattina, durante lavori di ristrutturazione in un appartamento nel quartiere Barriera di Milano a Torino. Stava utilizzando una carrucola per smaltire materiale di scarto dal quarto piano. Poi, l’imprevisto fatale: la ringhiera, forse per il peso, ha ceduto, trascinando giù lui e il montacarichi. Nonostante il tempestivo intervento dei sanitari del 118 e il ricovero d’urgenza al San Giovanni Bosco, le speranze si sono infrante in poche ore. Michele ha lasciato una moglie e un figlio ventenne, accorsi disperati all’ospedale.

Nello stesso giorno, sempre a Torino, un’altra tragedia ha colpito il mondo del lavoro. Eugen Daniel Vasiliu, 38 anni, ha perso la vita mentre montava una giostra per bambini nel parco della Pellerina. Si ipotizza che l’uomo possa essere stato colpito da un malore prima della caduta. Portato d’urgenza al Maria Vittoria, anche per lui non c’è stato nulla da fare.

Due vite spezzate. Due famiglie distrutte.

Le condoglianze del sindaco di Venaria Reale

Il sindaco di Venaria Reale, Fabio Giulivi, ha voluto esprimere il suo cordoglio con un post su Facebook:

A nome dell'Amministrazione comunale e dell'intera città di Venaria Reale, voglio esprimere il dolore e tutta la vicinanza alla famiglia di Michele Sergio, nostro concittadino morto ieri a Torino a soli 57 anni, vittima dell'ennesimo incidente sul lavoro. Questa mattina, in occasione dell'avvio delle iniziative di «Venaria Reale Città Europea dello Sport 2025» ho voluto far osservare un minuto di raccoglimento in suo onore. Oggi più che mai bisogna impegnarsi affinché la sicurezza sui luoghi di lavoro diventi la priorità massima di tutte le Istituzioni. Un abbraccio alla famiglia ed una preghiera per Michele.

 

Il grido di denuncia di Rifondazione Comunista

Anche Rifondazione Comunista Torino ha preso posizione con un duro comunicato stampa, sottolineando l’urgenza di interventi concreti:

Ancora, ancora e ancora… Un cortile in Barriera di Milano. Uno slargo al Parco della Pellerina. Verso mezzogiorno. Ancora (e ancora, e ancora…) due morti sul lavoro. A Torino. Michele Sergio, 57 anni, un figlio di 20. Eugen Vasile, 38 anni. Il primo, caduto dal quarto piano di un alloggio in ristrutturazione. Il secondo, caduto da una giostra per bambini in fase di allestimento. Le statistiche, i freddi numeri, parlano di un lieve calo delle morti sul lavoro in Piemonte. Parlano di dati altalenanti sugli infortuni. In aumento (0,1%) nei primi 11 mesi del 2024 rispetto al 2023, al 2021 (+8,1%), al 2020 (+10,3%); in calo (-16,7%) sul 2022 e (-8,1%) sul 2019. Il dramma non cambia: non ci si può "accontentare" di una simile, tragica, altalena. E intanto aumentano, e di molto, le malattie professionali (+46,5% sul 2022; +21,7% sul 2023). E crescono gli infortuni nelle costruzioni, nei trasporti, nel commercio, nei servizi alle imprese. E cresce l’incidenza sui lavoratori extracomunitari. Servono interventi seri: verifiche vere (senza preavviso!) nei posti di lavoro; assunzione di nuovi ispettori, introduzione del reato di omicidio sul lavoro, intervento sulla catena degli appalti. Non più litanie, ma azioni concrete. E una lotta continua per porre fine a questa strage.

La scia di sangue nel mondo del lavoro

La morte di Michele Sergio ed Eugen Daniel Vasiliu è l’ennesima pagina nera di un fenomeno che sembra non trovare soluzione. Secondo i dati Inail, in Piemonte, tra gennaio e novembre 2024, sono state 48 le persone decedute sul lavoro. Di queste, ben 31 nella provincia di Torino. Numeri che fanno riflettere e rabbia, soprattutto considerando che molti incidenti potrebbero essere evitati con una maggiore attenzione alla sicurezza.

A livello nazionale, la situazione è altrettanto drammatica. In Italia, nel 2024, le vittime del lavoro sono state oltre 700, una cifra che evidenzia quanto il problema sia diffuso e ancora lontano da una reale risoluzione. Le costruzioni, la logistica e la metallurgia restano i settori più a rischio, accomunati spesso da carenze nei controlli e nella prevenzione.

Le vite di Michele ed Eugen sono finite troppo presto. E con loro, si sono spenti sogni, progetti, affetti. Ma i numeri ci dicono che non sono soli: ogni vittima rappresenta una storia, una famiglia che piange, un vuoto che non si colmerà mai. La sicurezza sul lavoro non può restare un’utopia o un tema per le sole commemorazioni. Deve diventare una priorità, perché nessuno dovrebbe uscire di casa per lavorare senza la certezza di tornare.

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