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Festa di San Antonio abate: un simbolo di Caluso che rischia di sbiadire

Un evento tra fede e tradizione agricola che unisce la comunità, ma che richiede un impegno rinnovato per non cadere nell'oblio

Festa di San Antonio abate

Festa di San Antonio abate: un simbolo di Caluso che rischia di sbiadire

La scorsa domenica, Caluso ha confermato la sua vocazione agricola celebrando la festa di San Antonio abate, protettore degli animali domestici, un evento che ha richiamato una buona partecipazione e sottolineato il legame storico della comunità con le sue radici rurali. Tuttavia, come la festa patronale di San Calocero, questa tradizione rischia di perdere importanza nel tempo, evidenziando la necessità di un rinnovato impegno per valorizzarla.

Attorno ai priori Marco Bertolino e Daniele Gatto, la giornata ha visto la partecipazione di figure significative della comunità calusiese, tra cui il parroco Don Loris Cena, la sindaca Maria Rosa Cena, il vice sindaco Luca Chiaro – imprenditore agricolo di professione – e l’assessore alle opere pubbliche Dario Actis Foglizzo. Presenti anche rappresentanti delle associazioni locali, dei rioni e delle frazioni, a testimonianza dell’unità della comunità intorno a questo evento.

Il programma della giornata ha avuto inizio con la benedizione degli animali e dei mezzi agricoli, radunati alle Terrazze dell’Erbaluce, dove Don Loris Cena ha officiato la cerimonia. A seguire, la celebrazione della Messa nella chiesa parrocchiale ha riunito fedeli e cittadini in un momento di raccoglimento spirituale. La giornata si è conclusa con un conviviale pranzo in musica al ristorante “Il Mago”, che ha visto la partecipazione di quasi duecento persone.

La tradizione di Caluso

Una tradizione che rischia di sbiadire

Nonostante il buon riscontro di pubblico, la festa di San Antonio abate a Caluso è una tradizione che, come quella dedicata al patrono San Calocero, sta lentamente perdendo rilevanza. La partecipazione è ancora sentita, ma il rischio di una progressiva diminuzione dell’interesse è palpabile, soprattutto tra le nuove generazioni. Questo declino mette in luce l’importanza di rinnovare e promuovere queste celebrazioni per evitare che si trasformino in semplici ricordi del passato.

Le figure istituzionali presenti all’evento, in particolare il vice sindaco Luca Chiaro, hanno sottolineato il valore della tradizione agricola di Caluso e la necessità di mantenerla viva. Il legame tra la comunità e la terra è un elemento distintivo di questo territorio, e le celebrazioni come quella di San Antonio abate rappresentano un’opportunità per ribadirlo e valorizzarlo. La presenza dei rappresentanti delle associazioni locali e delle frazioni è un segnale positivo, ma serve un ulteriore sforzo per coinvolgere un pubblico più ampio.

La festa di San Antonio abate non è solo un momento di aggregazione, ma anche un simbolo dell’identità agricola di Caluso. Per evitare che questa tradizione si perda, potrebbe essere utile investire in iniziative di promozione che coinvolgano scuole, giovani e nuovi residenti, creando un ponte tra passato e futuro. Eventi collaterali, laboratori tematici e attività educative potrebbero contribuire a ravvivare l’interesse e a garantire una partecipazione sempre maggiore.

La celebrazione di San Antonio abate a Caluso ha dimostrato che, nonostante le difficoltà, il legame con le tradizioni agricole e religiose è ancora vivo. Tuttavia, per evitare che queste importanti ricorrenze cadano nell’oblio, è necessario un impegno condiviso da parte delle istituzioni, delle associazioni locali e della comunità. Salvaguardare queste tradizioni significa preservare l’identità culturale di Caluso e tramandare alle future generazioni un patrimonio di valori e storia.

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