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Tolleranza zero contro i cinghiali: i cacciatori ne uccidono 15 per "il bene dei cittadini"

Cacciatori abbattono quindici cinghiali al Parco del Boschetto: esplode la polemica

Tolleranza zero contro i cinghiali

Tolleranza zero contro i cinghiali: i cacciatori ne uccidono 15 per "il bene dei cittadini"

Mercoledì 22 gennaio 2025, il Parco del Boschetto, situato al confine tra Torino e Moncalieri, è stato teatro di un episodio che ha suscitato indignazione e preoccupazione tra i cittadini e le associazioni ambientaliste. Un gruppo di cacciatori, per quanto autorizzati, ha snidato e abbattuto una quindicina di cinghiali sotto lo sguardo esterrefatto dei visitatori presenti nell'area verde. La battuta di caccia, che avrebbe dovuto essere gestita con maggiore discrezione e sicurezza, non è stata adeguatamente comunicata, esponendo le persone a potenziali rischi.

L'episodio è stato denunciato con forza dal Tavolo Animali & Ambiente, composto da numerose associazioni, tra cui ENPA, LAV, LEAL, Legambiente, LIDA, LIPU, OIPA, Pro Natura Torino, SOS Gaia e altre realtà attive nella tutela della fauna e dell'ambiente. In un comunicato congiunto, le associazioni hanno espresso la loro indignazione: “Ormai si può cacciare sempre e ovunque, con situazioni di grande pericolo per la cittadinanza. Dobbiamo proprio aspettare che ci scappi un morto prima di impedire simili assurdità?”.

Secondo le associazioni, l'uso di gabbioni di cattura, una misura alternativa non cruenta, sarebbe stato più sicuro ed efficace. “Se la presenza di cinghiali costituiva un pericolo, perché non si è ricorso a quei gabbioni di cattura che hanno più volte dimostrato la loro efficacia? Forse perché osteggiati dal mondo venatorio, che in questo modo non può provare l’ebbrezza della battuta e conseguente uccisione di un animale selvatico?”, si legge nel comunicato.

Cacciatori sparano a 15 cinghiali

Rischi per i cittadini e per l'ecosistema

La gestione dell'operazione ha sollevato interrogativi sulla sicurezza dei visitatori del parco. La mancata comunicazione preventiva della battuta di caccia ha messo in pericolo le persone presenti, creando una situazione di rischio che avrebbe potuto avere conseguenze ben più gravi. Inoltre, l'uso di cani da caccia per snidare i cinghiali ha generato ulteriori preoccupazioni. Questo metodo, secondo il mondo scientifico e ambientalista, provoca enormi disturbi alla fauna selvatica, specialmente in un periodo delicato come quello prenuziale.

Le associazioni sottolineano come simili pratiche possano causare danni significativi all’equilibrio dell'ecosistema, colpendo non solo i cinghiali, ma anche le altre specie che vivono nell'area. In un contesto urbano come quello del Parco del Boschetto, situato a ridosso di due grandi città, tali operazioni dovrebbero essere condotte con maggiore attenzione e sensibilità.

L’abbattimento dei cinghiali al Parco del Boschetto è solo l’ultimo esempio di una gestione controversa della fauna selvatica. L’aumento della popolazione di cinghiali in Italia è una questione complessa che richiede interventi equilibrati e rispettosi dell’ambiente. Tuttavia, come sottolineano le associazioni ambientaliste, le soluzioni adottate fino a oggi sembrano privilegiare approcci violenti, spesso influenzati dagli interessi del mondo venatorio, a scapito di metodi più sostenibili e meno invasivi.

“L’uccisione indiscriminata di animali selvatici è una risposta miope e crudele a un problema che richiede ben altra competenza e lungimiranza”, dichiarano le associazioni. Il ricorso a metodi non letali, come i gabbioni di cattura o programmi di sterilizzazione, rappresenta una strada percorribile che andrebbe esplorata con maggiore impegno.

L'episodio del Parco del Boschetto ha aperto un acceso dibattito sulla gestione della fauna selvatica e sulla sicurezza dei cittadini. Mentre le associazioni ambientaliste chiedono interventi più etici e responsabili, le autorità dovranno rispondere alle critiche e garantire che situazioni simili non si ripetano. In gioco non c'è solo la tutela degli animali, ma anche la sicurezza e la serenità delle persone che frequentano le aree verdi. Un equilibrio tra uomo e natura è possibile, ma richiede un cambiamento radicale nelle politiche e nelle pratiche di gestione.

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