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Spari tra i jogger: cinghiali abbattuti e cittadini terrorizzati nel parco del Sangone

Quindici cinghiali uccisi durante una battuta di caccia autorizzata tra Nichelino e Torino. Spari, animali in fuga e famiglie in panico: scoppia la polemica politica

Caccia al cinghiale in un parco cittadino

Caccia al cinghiale in un parco cittadino, cittadini in fuga (foto di repertorio)

Far West sulle rive del Sangone. È questa l’immagine che descrive meglio quanto accaduto ieri tra Nichelino e Torino, lungo il corso del fiume, dove una battuta di caccia al cinghiale ha seminato paura e indignazione tra i cittadini. Colpi di fucile, animali in fuga e cacciatori all’inseguimento con i cani: tutto nel cuore di un parco urbano, un luogo abitualmente frequentato da famiglie, jogger e persone che portano a passeggio i propri cani. A denunciare l’episodio, che ha suscitato un’ondata di polemiche, è stato Juri Bossuto, ex consigliere regionale di Rifondazione Comunista, che sui social ha parlato di “cittadini in fuga”, terrorizzati dagli spari e dalla vista degli animali braccati. "Mi chiedo – ha commentato Bossuto – dove sia finito il buon senso di chi ha autorizzato questa caccia grossa in mezzo a un parco cittadino".

Quello che avrebbe dovuto essere un intervento mirato per contenere la popolazione di cinghiali, diventata ormai un problema in molte aree del Piemonte, si è trasformato in un episodio che ha lasciato basiti i presenti e fatto discutere anche a livello politico.

Tra le 6 e le 12.30, un gruppo di cacciatori autorizzati dalla polizia locale della Città Metropolitana ha abbattuto 15 cinghiali nel parco del Boschetto di Nichelino.

Secondo quanto riportato, l’operazione è stata organizzata su richiesta del Comune, che aveva ricevuto numerose segnalazioni da parte dei cittadini preoccupati per la presenza degli ungulati.

Gli animali, infatti, erano stati avvistati più volte nelle vicinanze, destando timori per la sicurezza.

Tuttavia, l’assenza di un’adeguata comunicazione preventiva ha fatto sì che molte persone si trovassero nel parco ignare di quanto stava accadendo. Così, quello che avrebbe potuto essere gestito con maggiore attenzione si è trasformato in una mattinata di panico per chi si trovava a passeggiare o a correre lungo le rive del Sangone.

Le testimonianze dei cittadini presenti descrivono una scena surreale. Un cittadino, residente di Nichelino, ha raccontato di essere uscito per la sua consueta passeggiata mattutina: “All’inizio pensavo fossero petardi, poi ho visto un cinghiale correre inseguito da un cane e da un cacciatore. È stato spaventoso”.

Un’altra passante, che era nel parco con il suo cane, ha descritto l’episodio come “un incubo”, aggiungendo: “Sembrava di stare nel Far West. Non sapevo dove andare. Ho preso il cane in braccio e sono corsa via”.

L’accaduto ha suscitato immediate reazioni politiche. Sarah Disabato, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Piemonte, ha definito l’episodio “spaventoso e inaccettabile”.

Secondo Disabato, l’intervento è stato gestito in modo superficiale, senza tenere conto della sicurezza di chi frequenta abitualmente il parco: “Colpi di fucile e animali in fuga nel cuore di un’area verde urbana sono un pericolo per tutti. La fauna selvatica sta affrontando il periodo invernale e la caccia, oltre a essere crudele, disturba gli animali in un momento delicato. Si è veramente passata la misura”.

Critiche dure arrivano anche da Piero Belletti, rappresentante di ProNatura, che ha attaccato l’intervento definendolo un esempio delle conseguenze negative delle attuali leggi nazionali sulla caccia: “Queste pratiche venatorie fuori stagione biologica sono inaccettabili. Il periodo riproduttivo degli animali dovrebbe essere rispettato. Esistono metodi più sicuri ed efficaci, come i gabbioni di cattura, che evitano di mettere a rischio l’incolumità di chi frequenta i parchi”.

Anche Barbara Fassone, consigliera del Movimento 5 Stelle a Moncalieri, presente al momento dell’operazione, ha sollevato perplessità sulla gestione dell’evento. Dopo aver parlato con uno degli addetti, Fassone ha dichiarato: “Mi hanno spiegato che gli animali venivano spinti verso il Sangone, considerato il punto più sicuro per abbatterli. Ma mi chiedo se sia stato opportuno lasciare accesso libero al parco durante la battuta di caccia. Fortunatamente la pioggia ha scoraggiato molte persone dal frequentare l’area, ma sarebbe potuto succedere il peggio”.

Insomma, la battuta di caccia lungo le rive del Sangone, pur avendo un obiettivo specifico e autorizzazioni ufficiali, ha sollevato un’ondata di polemiche che difficilmente si placheranno in tempi brevi. La sicurezza dei cittadini, la protezione della fauna e la trasparenza delle operazioni sono temi che non possono essere sottovalutati. Il timore è che episodi simili possano ripetersi, con conseguenze potenzialmente più gravi. Ai cittadini rimane una domanda: chi doveva garantire la sicurezza e la corretta informazione?

Secondo la segnalazione, i cinghiali, spaventati dall’attività venatoria, sarebbero stati visti correre lungo strada Castello di Mirafiori, aumentando il rischio per automobilisti e pedoni

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