AGGIORNAMENTI
Cerca
Attualità
17 Gennaio 2025 - 10:42
L'incontro
Un vertice cruciale si è svolto ieri al Palazzo della Regione Piemonte, dove il presidente Alberto Cirio, l’assessore all’Agricoltura, Caccia e Pesca Paolo Bongioanni e il commissario straordinario per la Peste Suina Africana Giovanni Filippini si sono riuniti per affrontare una delle emergenze più delicate che la regione sta vivendo da anni. Il tema centrale è stato il contrasto alla diffusione della Peste Suina Africana (Psa), una malattia che rappresenta una minaccia non solo per gli allevamenti, ma anche per l’intera economia agricola piemontese. L’incontro ha sancito un cambio di approccio nella gestione dell’emergenza, autorizzando misure più aggressive, tra cui il via libera alla caccia al cinghiale nella cosiddetta Zona 1, una fascia di transizione tra le aree già colpite dal virus e quelle ancora indenni.
L’incontro ha coinvolto anche i responsabili regionali di vari settori, dalle politiche agricole alla sanità, e le associazioni di categoria agricole e venatorie, per garantire un coordinamento totale. Il commissario Filippini, insediato da poco, ha tracciato le linee guida della nuova strategia, definita da molti un “cambio di paradigma” rispetto al passato. Da quando il virus ha fatto la sua comparsa, tre anni fa, la Regione Piemonte ha cercato di rispondere con le recinzioni per isolare le aree infette, seguendo le indicazioni dell’Unione Europea. Tuttavia, come ha sottolineato il presidente Cirio, questa strategia si è rivelata inefficace a causa della complessa conformazione orografica del territorio piemontese, che rende difficoltoso isolare fisicamente i cinghiali. Per questo motivo, ora si punta su un approccio più diretto, basato sull’identificazione degli animali infetti e il depopolamento delle zone circostanti, per creare una sorta di barriera biologica contro la diffusione del virus.
Il presidente Cirio ha dichiarato che questo nuovo approccio non solo permetterà di contenere l’infezione, ma avrà anche effetti positivi sulla riduzione dei danni all’agricoltura e degli incidenti stradali causati dai cinghiali, un problema che negli ultimi anni ha avuto un impatto significativo sul territorio. La caccia nella Zona 1, autorizzata per le province di Alessandria, Asti, Novara, Torino e Vercelli, rappresenta un passo importante in questa direzione. Filippini ha precisato che in queste aree si potranno utilizzare squadre di massimo 15 persone, con l’ausilio di tre cani per ogni girata, e che il carniere dovrà raggiungere almeno il 150% dei prelievi effettuati nella stagione precedente all’istituzione della zona di restrizione.
La provincia di Cuneo, dove si concentra il più grande distretto suinicolo del Piemonte, sarà soggetta a regole ancora più stringenti. In questa zona, infatti, la caccia sarà limitata alle attività di controllo faunistico condotte da operatori abilitati, per evitare qualsiasi rischio di ulteriore diffusione del virus. Come ha spiegato Filippini, il Piemonte rappresenta un esempio di eccellenza nella gestione di questa crisi, grazie a un monitoraggio continuo e alla stretta collaborazione tra istituzioni e associazioni di categoria. Nonostante ciò, il commissario ha ammesso che il percorso verso l’eradicazione del virus sarà lungo e che il contenimento rimane la priorità assoluta.
Anche le associazioni agricole hanno accolto con favore le decisioni prese durante il vertice. Il presidente regionale di Cia Agricoltori Italiani, Gabriele Carenini, ha espresso soddisfazione per l’approccio pragmatico del commissario e della Regione, sottolineando come il depopolamento dei cinghiali sia una condizione essenziale per proteggere il reddito degli agricoltori e garantire la sicurezza sanitaria. Carenini ha inoltre apprezzato l’impegno della Regione nel promuovere incontri semestrali di aggiornamento con il commissario straordinario, per monitorare i progressi e adattare le strategie in base ai risultati.
L’assessore Bongioanni ha ribadito l’impegno della Regione Piemonte nella tutela del suo patrimonio agricolo e zootecnico, investendo risorse significative nella biosicurezza e nei ristori agli allevatori colpiti dall’emergenza. La formazione di nuove squadre di cacciatori, resa possibile grazie ai fondi regionali, ha permesso di raddoppiare le forze delle guardie provinciali, garantendo un controllo più capillare del territorio. Bongioanni ha concluso dichiarando che il Piemonte continuerà a fare la sua parte, con un approccio rigoroso e responsabile, per proteggere i suoi allevamenti di pregio e l’economia agricola regionale.
Insomma, mentre la Psa continua a rappresentare una minaccia, il Piemonte sembra aver intrapreso una strada più decisa per affrontare l’emergenza, con l’obiettivo di proteggere non solo gli allevamenti, ma anche un settore economico cruciale per la regione. L’attenzione rimane alta, e il successo delle misure messe in campo sarà determinato dalla capacità di tutti gli attori coinvolti di lavorare in sinergia per arginare il virus e limitare i danni.
Edicola digitale
I più letti
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.