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Lavoro
21 Gennaio 2025 - 17:47
Fondo per lavoratori in crisi: un aiuto reale o solo una promessa elettorale?
Era il 4 aprile 2024 quando il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, accompagnato dall’assessora regionale al lavoro Elena Chiorino, annunciava con enfasi l’istituzione di un fondo da 800.000 euro destinato ai lavoratori in difficoltà economica privi di ammortizzatori sociali. Una misura che avrebbe dovuto rappresentare un’ancora di salvezza per chi, travolto dalle crisi aziendali, si trovava senza reddito e senza protezione sociale. Tuttavia, a distanza di nove mesi, solo 80.000 euro di quei fondi sono stati effettivamente erogati.
La domanda sorge spontanea: perché così pochi lavoratori sono riusciti ad accedere a questa risorsa?
Il fondo regionale è stato concepito come un bando per la concessione di contributi una tantum, con importi variabili tra i 500 e i 2.000 euro. Sebbene l’intenzione fosse quella di offrire un sostegno immediato, molti hanno criticato la misura per la sua natura temporanea e limitata. La scarsa comunicazione e la limitata accessibilità hanno contribuito a ridurre l’impatto di una misura che, sulla carta, sembrava promettente.
Uno dei principali ostacoli è stato rappresentato dai requisiti stringenti per accedere al fondo. I beneficiari dovevano:
Questi criteri, seppur mirati, hanno escluso molti potenziali destinatari. Inoltre, come evidenziato dalla vicenda della Yazaki Europe Limited Italia di Grugliasco, alcune situazioni di crisi non sono state nemmeno prese in considerazione.
La crisi della Yazaki Europe Limited Italia, azienda che collaborava quasi esclusivamente con Maserati, ha portato al licenziamento di 52 lavoratori su 72. Con un calo del fatturato del 40% nel 2024, l’azienda ha dichiarato crisi irreversibile, escludendosi dalla possibilità di accedere alla cassa integrazione.
In consiglio regionale, la consigliera di Alleanza Verdi Sinistra Valentina Cera ha chiesto se i lavoratori Yazaki potessero accedere al fondo. La risposta, però, è stata negativa. Questo episodio è emblematico delle lacune del fondo regionale: nonostante la gravità della situazione, i lavoratori coinvolti non sono stati considerati idonei per ricevere il sostegno.
Fondo per i lavoratori in crisi
Secondo il dirigente regionale Gian Luca Vignale, il fondo è stato pensato per lavoratori di aziende in crisi o procedura fallimentare, che si trovano in condizioni di disagio economico a causa di mancati pagamenti e assenza di ammortizzatori sociali. Tuttavia, come sottolinea la consigliera Cera, il limite del fondo è evidente. La questione del fondo regionale ha sollevato interrogativi sulla volontà politica e sull’efficacia degli strumenti di supporto al lavoro. La consigliera Cera ha annunciato l’intenzione di presentare un emendamento al bilancio per rivedere i criteri di accesso al fondo, definendolo una misura insufficiente.
La gestione di questo fondo evidenzia la necessità di una maggiore trasparenza, una comunicazione più efficace e criteri di accesso più inclusivi. Il Piemonte si trova ad affrontare una crisi industriale che richiede interventi concreti e mirati.
Affinché il fondo possa diventare uno strumento realmente utile, occorre ripensarne le modalità di gestione. Questo include:
In un momento storico in cui le crisi economiche e sociali si intrecciano con crescente complessità, il fondo regionale può rappresentare una risorsa preziosa. Tuttavia, perché ciò avvenga, è necessario un impegno concreto per superare i limiti attuali e trasformare questa misura in un reale strumento di supporto per i lavoratori in difficoltà. Solo così si potrà rispondere alle esigenze di chi, oggi più che mai, ha bisogno di essere ascoltato e sostenuto.
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