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Autostrada A5: 30 chilometri, 3 ore e tanta rabbia

Tra frane, cantieri e caos viario, l’A5 si conferma un incubo natalizio. Avetta (PD): “Servono interventi immediati, ma il passato pubblico garantiva più attenzione ai territori”

Alberto Avetta consigliere regionale del Pd

Alberto Avetta consigliere regionale del Pd

Durante le festività natalizie, percorrere l’autostrada A5 è stato per molti automobilisti un’esperienza da incubo. A sottolinearlo è il Consigliere regionale del Partito Democratico Alberto Avetta.

“Le recenti festività natalizie hanno visto un gran numero di ‘turisti della neve’ utilizzare l'A5, ma, purtroppo, come hanno ampiamente riportato gli organi di stampa, non si è trattato certo di spostamenti confortevoli, piuttosto di ‘viaggi della speranza’”, ha dichiarato Avetta.

Il vero disastro si è consumato nei 30 chilometri tra Quincinetto e il casello di Albiano, dove migliaia di utenti hanno impiegato oltre tre ore per spostarsi a passo d’uomo.

A soffrirne non sono stati solo i viaggiatori, ma anche la viabilità ordinaria, paralizzata da una cascata di disagi che si è riversata sulle strade dei comuni vicini. Sindaci e Città Metropolitana di Torino si sono trovati costretti a gestire una situazione al limite del caos. “La Regione Valle d'Aosta ha già segnalato con forza il problema al Ministero competente e organizzato sopralluoghi sulla tratta autostradale per verificare i tempi e le modalità delle soluzioni in campo”, ha aggiunto Avetta, sottolineando la necessità “di un incontro urgente tra le Regioni Piemonte e Valle d’Aosta con la nuova concessionaria per approfondire il programma degli interventi”.

Autostrada A5

Il Consigliere non ha risparmiato critiche su una situazione che definisce cronica. La A5, infrastruttura strategica che collega Piemonte e Valle d’Aosta e prosegue verso la Francia tramite il tunnel del Monte Bianco, è ormai il simbolo di una gestione fallimentare. Una frana nel comune di Quincinetto minaccia il percorso autostradale da anni, causando chiusure periodiche e aggravando la situazione. Lo svincolo di Santhià, parzialmente chiuso, resta interdetto al traffico pesante, costringendo i TIR a deviare su stradine inadatte e creando problemi enormi ai piccoli comuni del Canavese. I cantieri, ormai perenni, riducono la carreggiata a una sola corsia, con il risultato di code interminabili, soprattutto nei fine settimana e durante le festività.

La velocità di percorrenza, già ridotta a 110 km/h sull’intera tratta e sulla tangenziale di Torino per ragioni di sicurezza, non basta a mitigare il caos. La realtà è che il sistema è al collasso. E mentre si parla di sopralluoghi e nuovi incontri, chi percorre la A5 si domanda quanto ancora dovrà aspettare per vedere un cambio di passo.

Le radici del problema, come sottolinea Avetta, affondano in scelte politiche disastrose: “Aver rinunciato alla quota pubblica nella concessionaria autostradale è stato un errore imperdonabile. La vecchia Provincia di Torino, attraverso la partecipazione in Ativa, deteneva il 20% della società. Quella presenza garantiva una gestione più condivisa con i territori. Ora ci rendiamo conto di quanto fosse preziosa quella partecipazione”.

Oggi, la gestione dell’autostrada è passata da pochi giorni a ITP Spa, una nuova concessionaria che eredita una situazione già compromessa. Assegnare colpe a chi ha appena iniziato a operare sarebbe prematuro, ma è altrettanto evidente che la sfida è titanica: tra frane, cantieri e una viabilità ormai al collasso, il lavoro da fare è enorme.

Insomma, l’autostrada A5, che dovrebbe essere una via di collegamento strategica e funzionale, si è trasformata nell’ennesimo esempio di inefficienza e cattiva gestione del passato. Ora, agli automobilisti non resta che sperare che il cambio di gestione porti finalmente a un miglioramento, anche se i disagi restano un peso quotidiano difficile da ignorare.

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