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Torino-Ceres: pendolari lasciati a piedi, Regione assente

Disservizi quotidiani, bus insufficienti e famiglie costrette a usare l’auto nonostante gli abbonamenti. Avetta (PD): “La Giunta Cirio intervenga o ammetta il fallimento”

Alberto Avetta

Alberto Avetta

Ennesima denuncia, ennesima interrogazione. La linea ferroviaria Torino-Ceres è diventata sinonimo di disservizio e disagi quotidiani per migliaia di pendolari, soprattutto studenti e lavoratori, che si trovano a combattere contro bus sostitutivi insufficienti, mezzi sovraffollati e una gestione definita "allo sbando". A rilanciare l’allarme, già evidenziato dall’Osservatorio Torino-Ceres, è il consigliere regionale del Partito Democratico Alberto Avetta, che ha presentato un’interrogazione per chiedere conto alla Giunta Cirio delle azioni intraprese per risolvere quella che ormai appare come una situazione cronica.

torino ceres

"La capienza dei mezzi è del tutto inadeguata, i pendolari vengono lasciati a piedi e le famiglie sono costrette a utilizzare i propri veicoli nonostante abbiano già pagato abbonamenti" ha dichiarato Avetta, puntando il dito contro il mancato adeguamento del servizio ai flussi di traffico generati dalla ripresa delle scuole. "Dal primo giorno di lezioni, non c’è stato un solo viaggio senza problemi. Una situazione inaccettabile per chi vive nelle Valli di Lanzo, nel ciriacese, fino a Caselle e Venaria. I cittadini di queste aree meritano risposte concrete e non slogan di circostanza".

La linea, che dovrebbe essere un collegamento strategico per un’ampia fetta del territorio piemontese, è stata oggetto di critiche ricorrenti per la scarsità degli investimenti e la mancanza di una visione a lungo termine. L’Osservatorio Torino-Ceres, in una nota inviata ai sindaci del territorio, ha definito "allarmante" la situazione e ha chiesto interventi rapidi e strutturali.

Avetta non risparmia critiche alla Giunta regionale: "La Regione non può continuare a girarsi dall’altra parte. Il trasporto pubblico locale è fondamentale, non solo per garantire un diritto essenziale come la mobilità, ma anche per la sostenibilità ambientale e il risparmio economico delle famiglie. Le Valli di Lanzo sono un’area interna e fragile, che necessita di politiche dedicate e non può essere trattata come un problema secondario".

"È paradossale che in un momento storico in cui si parla tanto di transizione ecologica, i cittadini siano spinti verso l’uso dell’auto privata per colpa di un servizio pubblico inefficiente" ha aggiunto.

Secondo Avetta, il tema del trasporto pubblico non è solo una questione di efficienza, ma anche di equità: "Chi vive in aree meno densamente popolate non deve essere penalizzato rispetto a chi abita nelle grandi città. È ora che la Giunta Cirio esca dall’immobilismo e affronti il problema con soluzioni concrete e non con le solite promesse vuote".

La richiesta è chiara: potenziare il servizio, investire in mezzi adeguati e garantire finalmente ai pendolari delle Valli di Lanzo un trasporto pubblico all’altezza delle loro esigenze. Fino ad allora, le famiglie continueranno a pagare due volte: prima con l’abbonamento e poi con i costi del trasporto privato. 

Facciamo pure polemica

La linea ferroviaria Torino-Ceres è un imbarazzante esempio di come va l'Italia. Ritardi, cancellazioni, guasti e comunicazioni da far invidia a una compagnia telefonica degli anni ’90 sono ormai la norma. E per chi ogni giorno deve affrontare questa odissea, il treno non è più un mezzo di trasporto, ma una roulette russa di orari e coincidenze mancanti.

Il monitoraggio che ha messo nero su bianco questa situazione surreale è stato condotto dall’Osservatorio sulla ferrovia Torino-Ceres. Per un mese intero, infatti, sono stati analizzati i dati di ben 955 treni della tratta Ciriè-Torino-Alba. Il risultato? Il 61% delle corse è arrivato puntuale – un dato che in qualsiasi altro contesto sarebbe definito un fallimento epico, ma qui sembra quasi motivo di orgoglio. Il resto dei treni ha accumulato un totale di 64 ore di ritardo, oltre a 15 corse completamente soppresse e altre 52 terminate prima di raggiungere la destinazione finale.

Insomma, chi si azzarda a prendere il Torino-Ceres sa che l’arrivo non è mai garantito.

Ma i dati freddi non bastano a raccontare il dramma umano che si consuma quotidianamente sui binari. Lo scorso 12 dicembre, ad esempio, un guasto alla linea elettrica ha paralizzato il servizio tra Ciriè e Torino Rebaudengo-Fossata per un’intera giornata, lasciando i pendolari a piedi e senza alternative, come se vivere un'avventura al giorno fosse parte del prezzo del biglietto.

Solo cinque giorni dopo, il 17 dicembre, la capogruppo regionale del Movimento 5 Stelle Sarah Disabato, con un tempismo impeccabile, ha denunciato in Consiglio regionale lo stato disastroso delle stazioni di Caselle Torinese e dell’aeroporto Sandro Pertini. Un gesto che sa di déjà-vu: parole tante, risultati pochi.

torino ceres

La riapertura della linea, avvenuta a gennaio, non ha portato i miglioramenti sperati. I passaggi a livello continuano a funzionare a singhiozzo, con sbarre abbassate per decine di minuti senza che un treno passi nemmeno per sbaglio, mentre automobilisti esasperati formano code chilometriche. Nel frattempo, gli utenti si scontrano con emettitrici automatiche fuori servizio e un sistema di comunicazione che fa acqua da tutte le parti.

Gli studenti, dal canto loro, non sono rimasti in silenzio. Una classe del Liceo delle Scienze Umane Albert di Lanzo ha inviato una lettera-report per denunciare che i continui disagi stanno mettendo a rischio persino la loro frequenza scolastica. Immaginate il futuro che si costruisce con una ferrovia che sembra uscita da un film di fantascienza distopica.

E mentre la situazione peggiora, il silenzio delle istituzioni locali e regionali è assordante. La Torino-Ceres, con la sua lunga lista di problemi irrisolti, non è solo un fallimento logistico, ma una dichiarazione implicita di quanto poco contino i pendolari nelle priorità di chi governa.

La speranza è chequesta linea della vergogna non rimanga tale ancora a lungo.

La linea

La linea ferroviaria Torino-Ceres è gestita principalmente da Trenitalia, con alcune tratte servite da autobus del Gruppo Torinese Trasporti (GTT). Dal 20 gennaio 2024, la gestione del servizio ferroviario sulla tratta Torino-Germagnano è passata da GTT a Trenitalia, mentre la tratta Germagnano-Ceres è servita da autobus extraurbani GTT. 

Per viaggiare sui treni delle linee SFM4 e SFM7 tra Torino e Ciriè, è necessario possedere un titolo di viaggio Trenitalia o Formula; i titoli GTT non sono validi su queste tratte. Sulle corse effettuate con autobus GTT, invece, sono accettati anche i titoli di viaggio GTT. 

In sintesi, Trenitalia gestisce il servizio ferroviario sulla maggior parte della linea Torino-Ceres, mentre GTT fornisce servizi di autobus nelle tratte non coperte dai treni.

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