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08 Gennaio 2025 - 11:42
Rientro a scuola tra gelo e disagi: il caso delle scuole torinesi
Il ritorno sui banchi di scuola, dopo la pausa natalizia, avrebbe dovuto rappresentare un momento di ripresa e di rinnovato entusiasmo per gli studenti torinesi. Tuttavia, per molti di loro, il primo giorno di lezione si è trasformato in un'esperienza gelida e scomoda, a causa dei problemi di riscaldamento che hanno colpito diverse scuole della città. Un disagio che ha portato alla chiusura temporanea di alcune classi e a un inevitabile senso di frustrazione tra studenti, insegnanti e personale scolastico.
All'Istituto Bobbio Novaro, situato nel quartiere Regio Parco, il freddo è stato il protagonista indiscusso del rientro. I termosifoni dell'ultimo piano, infatti, sono rimasti spenti, costringendo sei classi della scuola secondaria di primo grado a tornare a casa.
"Faccio segnalazioni da quattro mesi", ha dichiarato la preside Bianca Parise, esprimendo il suo disappunto per una situazione che sembra non trovare soluzione. Durante le vacanze natalizie, i termosifoni sono stati spenti anche nei giorni lavorativi, lasciando gli uffici al freddo. "Gli amministrativi avevano con sé degli scaldini, ma non è bastato", ha aggiunto Parise, sottolineando la necessità di una sostituzione della vecchia caldaia, un intervento che richiederebbe un investimento significativo.
Dall'altra parte della città, all'Istituto Comprensivo Cairoli di Mirafiori Sud, la situazione non è stata molto diversa. Alle 9 del mattino, il termometro segnava appena 12,6 gradi negli uffici amministrativi, costringendo il personale a lavorare con giacche e bevande calde. Nonostante la possibilità di tornare a casa anticipatamente, il personale ha scelto di rimanere per non accumulare ritardi nel lavoro. "Se continua il freddo, mando il personale a casa", ha dichiarato la dirigente Monica Rosso, evidenziando l'importanza di garantire condizioni di lavoro adeguate anche per gli adulti.
Riscaldamenti spenti e aule fredde
I problemi di riscaldamento non sono una novità per le scuole torinesi, e i tecnici di Iren sono intervenuti il più rapidamente possibile per risolvere i guasti. Tuttavia, come spiegano dall'azienda, non sempre le soluzioni sono immediate. "Per gli interventi urgenti arriviamo sul posto in massimo un’ora e mezza", affermano da Iren, ma a volte i guasti sono complessi e richiedono settimane o mesi per essere completamente risolti. Alla scuola Palazzeschi, ad esempio, un guasto alla pompa del motore ha richiesto un intervento tempestivo, ma non sempre è possibile risolvere tutto con la stessa rapidità.
La sensazione di abbandono è palpabile tra i dirigenti scolastici, che si trovano a dover gestire situazioni critiche senza un supporto adeguato. "Spesso non si fidano di quello che segnaliamo", ha dichiarato Monica Rosso, riferendosi ai tecnici che controllano da remoto senza intervenire fisicamente. Un problema di programmazione dei circuiti è stato individuato alla Cairoli, ma resta da capire se ci sia un guasto alla centralina.
Questi episodi mettono in luce un problema sistemico che affligge molte scuole italiane: la necessità di investimenti strutturali per garantire ambienti di apprendimento adeguati. Le vecchie caldaie e gli impianti di riscaldamento obsoleti rappresentano una sfida non solo per il comfort degli studenti, ma anche per la loro sicurezza e il loro diritto a un'istruzione di qualità. La speranza è che queste difficoltà possano essere affrontate con interventi mirati e risorse adeguate, per evitare che il freddo diventi un ostacolo all'educazione.
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