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Enzo Bianchi contro tutti: Giubileo, Trump e politica italiana nel mirino

L'ex priore di Bose attacca senza filtri: 'Il Giubileo è solo spirituale, la politica italiana manca di giustizia e Trump? Decide sotto dettatura dei grandi poteri'.

Enzo Bianchi

Enzo Bianchi

Enzo Bianchi non le manda a dire. L’ex priore di Bose, oggi ritirato nella fraternità di Casa della Madia ad Albiano d’Ivrea, ha rilasciato un’intervista a Il Fatto Quotidiano che non lascia spazio a fraintendimenti. Con la lucidità di chi osserva il mondo senza filtri e la lingua affilata di un uomo abituato a dire ciò che pensa, Bianchi ha tracciato un quadro spietato dell’attualità, spaziando dal Giubileo alla politica internazionale, fino alla realtà italiana.

Per Bianchi, il Giubileo appena iniziato è lontano dalla sua vocazione originaria. Non si fa problemi a definirlo un evento svuotato di significato reale: “I debiti non vengono rimessi, la condivisione dei beni non c’è, la libertà ai prigionieri non è concessa. Che Giubileo è? Solo spirituale? A forza di spiritualità annulliamo il Vangelo.” Una critica feroce che sembra rivolgersi non solo alla Chiesa, ma anche a un mondo incapace di coniugare fede e giustizia sociale. Il monaco non si limita alla questione religiosa: ricorda come il Giubileo, fin dal suo concepimento, sia stato un mezzo per attrarre denaro e consenso, più che un’occasione di rinnovamento spirituale.

Dall’analisi della Chiesa, Bianchi passa senza esitazione alla politica internazionale. Sul ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca non nasconde una preoccupazione generale, ma nega che il problema sia il singolo individuo: “Il presidente degli Stati Uniti non ha alcuna soggettività di potere. Decide sotto dettatura dei grandi poteri: i fabbricatori di armi, i leader del settore energetico.” È un giudizio duro, che dipinge un mondo dominato dagli interessi economici, dove le decisioni politiche sembrano sempre piegate a una logica di profitto. Bianchi parla di un pianeta sull’orlo del baratro: “Il pianeta sta andando in fiamme. Questo è uno scontro da terza guerra mondiale.”

Non meno severo il giudizio sulla situazione in Medio Oriente, dove Bianchi accusa gli Stati Uniti di alimentare i conflitti attraverso Israele per mantenere il controllo su una regione strategica. In un passaggio che farà certamente discutere, afferma: “La guerra messa in atto è fatta a nome degli Stati Uniti che vogliono avere un piede in questa zona dove c’è una parte cospicua del petrolio.” Parole che pesano come macigni in un momento di tensione internazionale.

Sul fronte interno, l’analisi di Bianchi non è meno spietata. La manovra di bilancio del governo Meloni viene liquidata con poche parole che suonano come una condanna: “Manca l’occhio della giustizia e dell’uguaglianza.” Quanto alla premier, riconosce la sua capacità comunicativa, ma non risparmia critiche al suo stile: “Comunica bene all’italiano medio e volgare che ha bisogno di qualcosa di gridato e forte, nemmeno pensato.” Una frase che sembra più un giudizio sulla società italiana che sulla leader politica.

Le frecciate continuano con Matteo Salvini, descritto come un politico privo di cultura, e con Roberto Vannacci, etichettato come un residuo di “volgarità fascista.” Nemmeno la sinistra sfugge all’analisi impietosa di Bianchi, che la definisce “malata di un protagonismo narcisistico.” E alla domanda su cosa farebbe se si votasse domani, la risposta è lapidaria: “Non andrei al seggio.”

matteo salvini

In un’intervista dominata da giudizi taglienti e critiche serrate, Bianchi non manca però di offrire spunti di riflessione più leggeri. Augura un viaggio a Istanbul, città che invita a comprendere meglio il Medio Oriente, consiglia il libro Il discepolo che Gesù amava di Giulio Busi e il film Dio ha bisogno degli uomini, di Jean Delannoy. Sono suggerimenti che, nel loro richiamo alla cultura e alla spiritualità, sembrano voler lasciare uno spiraglio di speranza in un discorso altrimenti dominato dal disincanto.

Insomma, a ottantadue anni Enzo Bianchi non ha perso la capacità di scuotere le coscienze. La sua voce, critica e controcorrente, continua a risuonare forte, sollevando domande scomode e imponendo riflessioni che pochi osano affrontare.

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