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Pensioni in ritardo? Ecco perché l'Inps non ha ancora pagato gennaio

Ritardi e aumenti, tutto quello che c’è da sapere sul pagamento

Pensioni in ritardo? Ecco perché l'Inps non ha ancora pagato gennaio

Le preoccupazioni dei pensionati per il mancato accredito della pensione all'inizio dell'anno sono comprensibili, ma quest’anno il ritardo ha una spiegazione tecnica: la pensione di gennaio 2025 sarà pagata il giorno 3 gennaio, in ritardo rispetto al tradizionale accredito del primo del mese.

La data del pagamento è regolata dal calendario bancabile. Come precisa una nota dell’Inps, le pensioni vengono pagate il primo giorno bancabile del mese, fatta eccezione per gennaio, in cui il pagamento avviene il secondo giorno bancabile. Poiché il 1° gennaio è festivo e il 2 gennaio è il primo giorno utile, i pagamenti slittano al giorno successivo.

Nonostante il lieve ritardo, ci sono buone notizie per molti pensionati: gli importi di gennaio 2025 saranno leggermente più alti grazie all’adeguamento all’inflazione, stimato al +0,8%. Tuttavia, il meccanismo di rivalutazione varia in base all’importo della pensione:

  • 100% di rivalutazione per gli assegni fino a 4 volte il minimo;
  • 90% di rivalutazione per gli assegni tra 4 e 5 volte il minimo;
  • 75% di rivalutazione per gli assegni superiori a 5 volte il minimo.

Per le pensioni minime, l’aumento sarà modesto, passando da 614,77 euro a 616,67 euro, un incremento di soli 1,90 euro.

Chi accede alla pensione nel 2025 vedrà un assegno leggermente più basso rispetto ai pensionati del 2024, a causa dell’aggiornamento dei coefficienti di trasformazione. Questi coefficienti, utilizzati per calcolare l’importo della pensione sulla base del montante contributivo accumulato, sono stati ridotti, passando dal 5,723% del 2024 al 5,608% del 2025.

Un esempio? Chi ha accumulato un montante contributivo di 200.000 euro percepirà una pensione annua di 11.216 euro nel 2025, contro gli 11.446 euro del 2024.

I requisiti per la pensione di vecchiaia restano invariati:

  • 67 anni di età e almeno 20 anni di contribuzione.
    Per la pensione anticipata, invece, servono:
  • 42 anni e 10 mesi di contributi (41 anni e 10 mesi per le donne), indipendentemente dall’età.

Inoltre, è prevista una finestra di 3 mesi dalla maturazione dei requisiti per la prima erogazione.

Il meccanismo di rivalutazione delle pensioni è attualmente oggetto di ricorsi. La Corte costituzionale esaminerà il prossimo 29 gennaio i ricorsi presentati da due ex dirigenti scolastici contro il sistema a 6 fasce introdotto dal governo Meloni, sostituito dal sistema a 3 fasce voluto dal governo Draghi.

Ricordiamo che il pagamento in contanti è possibile solo per importi inferiori a 1.000 euro netti. Per importi superiori, i beneficiari devono comunicare all’Inps un conto corrente o un altro rapporto finanziario per l’accredito.

Nonostante il ritardo nei pagamenti, gli assegni di gennaio 2025 portano con sé piccoli aumenti per la maggior parte dei pensionati. Tuttavia, resta alta l’attenzione sulle questioni legate alla rivalutazione e ai coefficienti di trasformazione, che influenzano direttamente il reddito di chi si appresta a lasciare il lavoro. L’Inps, intanto, rassicura: i pagamenti avverranno regolarmente il 3 gennaio.

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