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30 Dicembre 2024 - 14:54
La montagna italiana, con le sue sfide, le sue bellezze e le sue comunità, torna a essere ignorata dalla Rai. Questa l'accusa lanciata con forza da Marco Bussone, presidente nazionale di Uncem, contro la decisione dell’emittente pubblica di spostare Linea Bianca, programma simbolo del territorio montano, in una fascia oraria definita "inaccettabile".
Dal 4 gennaio, la storica trasmissione condotta da Massimiliano Ossini e Lino Zani andrà in onda il sabato mattina alle 11:25, abbandonando la tradizionale collocazione del pomeriggio. Una scelta che per Bussone equivale a "danneggiare un format che da oltre dieci stagioni promuove i territori montani e registra ascolti importanti".
"La montagna non è un passatempo per il mattino", tuona Bussone, bollando la decisione come "grave, assurda e incomprensibile". L’attacco è frontale: "Chi guarderà Linea Bianca a quell’ora, tra pentole che bollono e telefonate da casa per vincere un gettone d’oro?". La montagna, continua Bussone, viene relegata a un ruolo marginale nel palinsesto, svilendo un programma che non solo racconta le bellezze delle nostre vette, ma sostiene l’economia e l’identità culturale di territori vitali per l’Italia.
La polemica si inserisce in un contesto più ampio di critiche verso la Rai. Bussone ricorda la cancellazione del TGR Montagne, giudicata "un errore clamoroso", e il mancato rispetto della legge 482 sulle minoranze linguistiche. Per Uncem, questi episodi dimostrano come l’emittente pubblica stia progressivamente abbandonando il suo ruolo di servizio nei confronti delle comunità montane.
"Il 50% del territorio italiano è montano, con 8 milioni di abitanti che meritano rispetto e rappresentanza", sottolinea il presidente di Uncem. Da qui, la richiesta ai vertici di Viale Mazzini: riportare Linea Bianca nella sua fascia pomeridiana o, in alternativa, spostarla in seconda serata, dove il programma potrebbe esprimere il suo pieno potenziale.
Per Bussone, non ci sono scuse: "La montagna non è un semplice riempitivo di palinsesto. È una realtà fondamentale del nostro Paese, e ignorarla significa perdere di vista una parte della nostra identità nazionale".
Ora si attende una risposta dalla Rai, chiamata a rivedere le proprie scelte per evitare di tradire ulteriormente il legame con quei territori che rappresentano una risorsa strategica per l’intera nazione.
Insomma, per la montagna non c’è più spazio? Lo scopriremo nelle prossime settimane.
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