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Il 2024 di Chiantore? Tanti silenzi

Dall’opposizione combattiva alla quiete dell’amministrazione: il trasformismo di Fresc e Comotto e il bilancio di un anno senza scossoni

Francesco Comotto, Matteo Chiantore e Massimo Fresc

Francesco Comotto, Matteo Chiantore e Massimo Fresc

Si chiude il 2024 e si apre il 2025. Un’osservazione talmente ovvia da sembrare banale, ma se non è questo il momento ideale per tirare le somme, diteci voi qual è.

E allora la domanda sorge spontanea: che cosa ha portato quest’anno l’Amministrazione Comunale di Ivrea, guidata dal sindaco Matteo Chiantore?

Aspettate però, mettiamo in pausa il bilancio e accendiamo l’immaginazione. Supponiamo che, nel 2023, le elezioni siano state vinte dal centrodestra, e che nulla, proprio nulla, sia cambiato nei banchi dell’opposizione. Come sarebbe stato il 2024?

Immaginiamo Massimo Fresc e Francesco Comotto ancora nei panni di oppositori agguerriti. Sulle Aziende Partecipate, li avremmo visti trasformarsi in veri gladiatori, pronti a battere i pugni con tale forza da rischiare un trauma alle mani. Mozioni, interpellanze, dichiarazioni infuocate: uno spettacolo pirotecnico assicurato.

Il tutto, ovviamente, per chiedere la chiusura di Ivrea Parcheggi, il loro bersaglio preferito. 

E poi la Fondazione Guelpa. Qui, avrebbero tirato fuori il meglio del repertorio: "Dove sono i progetti per la nuova biblioteca? Quali piani per il futuro? Lucia Guelpa si starà rivoltando nella tomba!"

Almeno dieci interrogazioni a tema, giusto per mantenere alta la tensione.

Non sarebbero mancati i tormentoni classici: qualità dell’aria, viabilità, manutenzioni, ex Montefibre, ascensori che funzionano a singhiozzo e una marea di critiche verso il povero sindaco Stefano Sertoli, che sarebbe stato sommerso da domande più fitte della nebbia invernale.

E poi, ovviamente, le Case Atc, una saga infinita degna di una soap opera: "Quando ripartono i lavori? Quando finiscono i disagi?".

Sul nuovo Prg sarebbero volate parole grosse e sul PNRR sarebbe andata in scena la vera pièce teatrale.

Comotto, nei panni di presidente della commissione territorio, avrebbe trasformato l’assessore competente in una sorta di giostra umana, obbligandolo a girare in tondo tra aggiornamenti, spiegazioni e rendiconti.

Ma attenzione, non finisce qui. I campi da tennis, ormai abbandonati al loro destino, e il campo da padel al Lago Sirio sarebbero stati al centro di furiose polemiche. Su quest’ultimo, siamo pronti a scommettere che sarebbe arrivata persino una mozione per invocare l’aiuto del Padreterno.

E vogliamo parlare del Valcalcino? Un cavallo di battaglia imprescindibile: denunce, interpellanze e accuse sull’assenza di una visione chiara, e chissà se l’Amministrazione avrebbe balbettato qualcosa su ostelli e partnership private.

A dar loro manforte sarebbe anche arrivato il Pd, unito e compatto, magari con 10, 100 manifestazioni davanti al tunnel ferroviario, non certo per ricordare D'Artagnan, quanto piuttosto per sottolineare la gravità di un lavoro di ampliamento che si sa quando è iniziato ma non si capisce quando finirà.

E invece? La realtà è ben diversa: nel 2023 ha vinto Matteo Chiantore, e magicamente tutto si è fatto più tranquillo.

Fresc e Comotto? Da leoni dell’opposizione a cuccioli di governo, impegnati più a tessere elogi che a sollevare critiche.

Su Guelpa? Silenzio tombale. Partecipate? Guai a parlarne. Nuovo Prg? Approvato senza colpo ferire. Linea ferroviaria? Boh?

PNRR? Tutto va bene, guai a mettere in discussione il sudore degli uffici.  Il Valcalcino? Appena qualche accenno. E per le Case Atc, una manciata di parole di circostanza, giusto per non dimenticare del tutto. Persino i famigerati ascensori, croce quotidiana dei cittadini non sono riusciti a turbare la placida navigazione della giunta Chiantore.

Sul fronte sicurezza, appena un paio di sbadigli e qualche borbottio. Insomma, tra un “tutto va bene” e un “non si poteva fare altrimenti”, il 2024 si è concluso in sordina, senza grandi scossoni né scintille.

E il 2025? Beh, chissà. Forse porterà risposte. O forse continueremo a crogiolarci in questo dolce torpore amministrativo. Dopotutto, come si suol dire: se il 2024 non è stato un granché, almeno non è stato peggio del 2023.

E se il 2023 è stato quello che è stato, ci si chiede - e lo chiediamo a chi ci legge - quali saranno mai le differenze politiche nel governo di una città tra centrodestra e centrosinistra. Cosa avrebbe fatto di diverso il centrodestra?

A pensarci bene forse una differenza ci sarebbe stata, ma solo nei rapporti con lo Zac! e nella gestione del Movicentro. Tutto qui. Amen

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