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Carne coltivata: la ricerca italiana che potrebbe cambiare il futuro del cibo

Uno studio italiano, pubblicato su One Earth, propone dieci spunti fondamentali per orientare le decisioni sulla carne coltivata

Carne coltivata: la ricerca italiana che potrebbe cambiare il futuro del cibo

Carne coltivata: la ricerca italiana che potrebbe cambiare il futuro del cibo (foto di repertorio)

Una nuova analisi italiana porta alla luce dieci spunti fondamentali per i decisori in merito all’agricoltura cellulare e alla carne coltivata. Lo studio, frutto della collaborazione tra il Politecnico di Torino, l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, l’Università di Torino, l’Università di Roma Tor Vergata, l’Università di Trento, The Good Food Institute Europe e l’Istituto di Scienze delle Produzioni Alimentari, è stato pubblicato oggi sulla rivista scientifica One Earth, edita da Cell Press e focalizzata sulla sostenibilità.

Il documento, intitolato "Cultivated meat beyond bans: Ten remarks from the Italian case toward a reasoned decision-making process", raccoglie i contributi di Michele Antonio Fino (docente di diritto all'Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo), Alessandro Bertero (esperto di biotecnologie all’Università di Torino) e Diana Massai (bioingegnere del Politecnico di Torino). La pubblicazione arriva in un momento cruciale, poiché l’Italia è stata il primo Paese ad approvare una legge specifica sulla carne coltivata.

I ricercatori sottolineano come la libertà della ricerca sia una condizione imprescindibile per l’innovazione, ma evidenziano la necessità di un uso corretto del linguaggio per garantire trasparenza e precisione. Inoltre, insistono sulla salvaguardia dell’integrità delle informazioni, ponendo l’accento sull'importanza di trasmettere dati affidabili e comprensibili al pubblico.

Una nuova analisi italiana porta alla luce dieci spunti fondamentali per i decisori in merito all’agricoltura cellulare e alla carne coltivata

Sfide alimentari e responsabilità globale

Con una popolazione mondiale in crescita – stimata tra i 9 e gli 11 miliardi entro il 2050 – lo studio evidenzia le sfide alimentari e ambientali non più rimandabili. Gli autori definiscono "irresponsabile" minare la fiducia dei consumatori nei confronti delle autorità competenti, come l'Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa), che svolge un ruolo cruciale nella valutazione dei nuovi alimenti.

"I sistemi alimentari del futuro dipendono da decisioni consapevoli e informate", affermano i ricercatori. "In quanto settima economia mondiale, l’Italia ha una responsabilità unica nel contribuire al progresso della conoscenza scientifica e tecnologica, valutando attentamente le tecnologie che potrebbero influire sul futuro alimentare globale".

Tra i punti chiave proposti nella pubblicazione, emergono riflessioni su temi cruciali come:

  • La necessità di una regolamentazione chiara che bilanci innovazione e sicurezza.
  • Il ruolo delle autorità pubbliche nel promuovere fiducia e consapevolezza nei consumatori.
  • L’importanza di affrontare le implicazioni etiche, sociali ed economiche legate alla carne coltivata.

Lo studio rappresenta un passo avanti fondamentale per stimolare un dibattito costruttivo sulla carne coltivata, offrendo un modello per altre nazioni. "L’Italia deve essere un punto di riferimento per la ricerca e l’innovazione nel settore alimentare", concludono Fino, Bertero e Massai.

Con questa pubblicazione, Torino si conferma al centro di un dibattito globale su uno dei temi più importanti del nostro tempo: la sostenibilità alimentare e la trasformazione dei sistemi produttivi. Un tema destinato a segnare il futuro delle generazioni a venire.

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