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Ma quale cultura? Ivrea merita di più

Il sindaco Matteo Chiantore e la delega alla cultura: pochi risultati, tante aspettative e un passato difficile da eguagliare

Matteo Chiantore

Matteo Chiantore

Tra tutte le critiche che, legittimamente, si possono muovere all’amministrazione Chiantore, una mi sembra essere quella più grave.

Grave non solo per l’importanza della tematica (non) affrontata, ma anche perché, da un sindaco come Matteo Chiantore, ci saremmo tutti aspettati qualcosa di più.

Certo, soprattutto in questo caso, il confronto con la precedente amministrazione rende le cose molto più difficili all’attuale.

Sto, ovviamente, parlando della cultura.

Una città come Ivrea di cultura potrebbe vivere. Anzi, dovrebbe. Ne è prova l’importante tessuto di realtà associative e non solo che, spesso senza grande aiuto dal Comune, si premurano di tener viva la cultura cittadina.

Tanto scalpore, circa un anno fa, ha destato la mia affermazione “offerta culturale quasi inesistente”, riferita, nell’ottica di un amministratore, alle attività organizzate, promosse e coordinate dall’amministrazione stessa.

È proprio su questo punto che la maggioranza che governa la città risulta più carente: analizzando quest’ultimo anno e mezzo, abbiamo visto veramente poco.

Abbiamo ancora in mente il ricordo dell’anno da capitale italiana del libro e questo rende più impietoso il paragone.

Stefano Sertoli, ex sindaco di Ivrea

È vero, ricordare e promuovere quel grande successo dell’assessore Casali e della giunta Sertoli sarebbe uno smacco insostenibile per il sindaco Chiantore e la sua compagine di governo.

Un buon amministratore, però, dovrebbe superare il proprio orgoglio e fare tutto il possibile per raggiungere i propri obiettivi.

Quando ho saputo che Matteo Chiantore avrebbe tenuto per sé la delega alla cultura ho provato un istante di tranquillità, conoscendolo come persona molto attenta alla tematica.

Eppure, purtroppo, per il momento non ha certo dato sfoggio delle sue capacità, rallegrandosi quasi unicamente per il “grande successo” del festival Apolide, lautamente finanziato con i soldi dei contribuenti eporediesi (per un importo superiore a 40.000 €).

E bene, non possiamo certo accontentarci di simili iniziative, ritenendo che le politiche culturali di una città debbano essere ben più integrate e lungimiranti di una simile manifestazione.

Confidiamo, in primo luogo, in un incremento dei fondi del bando cultura, destinati alle numerose associazioni che operano nella nostra città, insieme a un grande sforzo di coordinamento e di regia da parte dell’amministrazione tutta.

Staremo a vedere, attenti e propositivi come sempre, nella speranza che, finalmente, si capisca che una città come Ivrea non può vivere senza la cultura.

Il nostro passato ce lo insegna, anche se molti sembrano averlo dimenticato.

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