Gennaro Gattuso, per tutti “Ringhio”, ha sorpreso il mondo del calcio con un gesto tanto inaspettato quanto lodevole. L’allenatore dell’Hajduk Spalato si è rasato la barba per la prima volta dopo 22 anni, lasciando di stucco tifosi e appassionati che erano abituati al suo iconico look. La decisione, però, non è stata una semplice scelta di stile: Gattuso ha partecipato a un evento benefico nell’ambito della campagna Beard Auction, dedicata alla raccolta fondi per la lotta contro il cancro.
L’iniziativa ha permesso di raccogliere ben 10mila euro, destinati ad associazioni locali impegnate nella prevenzione e nella cura dei tumori. Insieme a Gattuso, altri due volti noti dell’Hajduk Spalato hanno aderito all’asta solidale: Zvonimir Sarlija e Matej Sunara, anche loro disposti a dire addio alla barba per questa nobile causa. Complessivamente, la campagna ha raggiunto risultati straordinari, raccogliendo 150mila euro e garantendo esami gratuiti a oltre 350 uomini.
Durante il momento simbolico della rasatura, Gattuso non ha perso la sua nota ironia. Nel video diffuso dall’Hajduk, si è rivolto al barbiere con il suo tipico stile diretto: “Ma che ca**o fai tu?”. Ma dietro le battute, l’allenatore ha spiegato il profondo significato del suo gesto: “Sono orgoglioso di partecipare a questa sfida perché si tratta di un’azione umanitaria molto importante. Non mi rado la barba da 20 anni, ma sono felice di farlo per beneficenza. Dobbiamo raccogliere almeno 10mila euro e mi sto radendo”, ha dichiarato con entusiasmo.
Con il volto finalmente liscio, Gattuso si prepara al prossimo impegno sportivo, il big match di campionato che vedrà l’Hajduk affrontare il Rijeka nella SuperSport HNL. La squadra di Spalato dovrà difendere la vetta della classifica, un compito reso ancora più significativo dopo il recente gesto del loro allenatore, che ha guadagnato ulteriori consensi e rispetto da parte della tifoseria.
Gattuso, che ha costruito la sua immagine su grinta, determinazione e un look inconfondibile, dimostra ancora una volta di essere un uomo capace di mettersi in gioco, non solo sul campo da calcio ma anche per cause che vanno ben oltre lo sport.