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30 Novembre 2024 - 12:07
Alice Manconi con il figlio
Alice Manconi, mamma di Verolengo, vive da un anno e mezzo una delle prove più difficili che un genitore possa affrontare.
Suo figlio, appena sei anni, combatte contro un neuroblastoma al quarto stadio con metastasi diffuse. Una battaglia medica estenuante che ha portato questa famiglia a trascorrere più tempo negli ospedali che a casa. Eppure, come se la malattia non fosse già una sfida sufficiente, Alice ha dovuto affrontare anche un errore burocratico dell’Inps che ha rischiato di compromettere il congedo straordinario che le permette di stare accanto al suo bambino.
La diagnosi è arrivata come un fulmine a ciel sereno: "Eravamo in ospedale per un dolore alla gamba, ci diedero la peggiore delle notizie: neuroblastoma al quarto stadio con metastasi ovunque", racconta Alice. Da quel giorno, la vita della famiglia è cambiata radicalmente. Alessandro ha affrontato sei cicli di chemioterapia, un intervento chirurgico, una raccolta di cellule staminali, due autotrapianti di midollo, dodici radioterapie e ha davanti sei mesi di immunoterapia.
Eppure, oltre alla fatica di accudire un bambino immunodepresso, Alice si è ritrovata a combattere contro una burocrazia che sembra sorda alla fragilità umana.
Una battaglia di speranza
A ottobre, mentre Alessandro continuava il suo percorso terapeutico, il congedo straordinario della madre e il certificato di disabilità del bambino sono scaduti. L’Inps ha convocato il piccolo per una visita medica, ignorando il suo stato di immunodepressione e la sua impossibilità di muoversi. Alice, che ha atteso settimane per una risposta, si è trovata a un punto di rottura: "Basta, devo denunciare tutto", ha detto, affidando la sua storia ai social e alla stampa.
La vicenda ha suscitato grande clamore, spingendo il direttore dell’Inps piemontese, Vincenzo Ciriaco, a intervenire pubblicamente. "C’è stato un disguido che abbiamo risolto già in giornata. La signora riceverà presto il rinnovo del provvedimento sanitario e potrà stare più tranquilla", ha dichiarato Ciriaco, sottolineando che il congedo straordinario era già stato prorogato.
Ma per Alice, il danno emotivo è stato enorme. Le sue parole sui social raccontano la fatica quotidiana di chi vive questa realtà.
Il caso di Alice non è solo un errore burocratico. È un simbolo di quanto le famiglie con bambini gravemente malati debbano affrontare non solo le sfide della malattia, ma anche un sistema che fatica a riconoscere la loro sofferenza.
Per Alice, ogni giorno è una lotta per dare al suo bambino il miglior futuro possibile.
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