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Un treno per la Vuelta: il sogno di riportare la Torino-Ceres al centro delle Valli di Lanzo

La proposta dell'Osservatorio punta a sfruttare la tappa della celebre corsa ciclistica per valorizzare il territorio e promuovere un collegamento ferroviario storico, tra entusiasmi e polemiche.

Un treno per la Vuelta: il sogno di riportare la Torino-Ceres al centro delle Valli di Lanzo

La scorsa settimana, una bella notizia ha animato il dibattito nelle Valli di Lanzo: la celebre corsa ciclistica La Vuelta a España farà tappa nella zona. Il percorso prevede l’arrivo a Ceres, con gli ultimi chilometri che correranno paralleli al tratto più spettacolare della storica ferrovia Torino-Ceres. Un’occasione unica per mettere in vetrina il territorio e, forse, rilanciare la linea ferroviaria, chiusa da tempo per lavori.

L’Osservatorio sulla ferrovia Torino-Ceres non si è lasciato sfuggire l’opportunità. Ha inviato una lettera ufficiale alla Regione Piemonte, alla Fondazione FS Italiane, al Museo Ferroviario Piemontese e ai sindaci della zona, proponendo l’organizzazione di un treno speciale per il giorno della gara.

L’idea è semplice: offrire un collegamento diretto per turisti e appassionati, decongestionando il traffico e promuovendo il potenziale turistico della ferrovia. “Crediamo che, con un largo preavviso, ci siano tutte le condizioni per realizzare il progetto senza interferire con i lavori in corso sulla Germagnano-Ceres,” si legge nella nota.

La proposta ha suscitato molte reazioni, alcune entusiaste, altre scettiche. Tra i sostenitori, spicca Daniele Quaglia, che suggerisce di utilizzare automotrici storiche come le ALn 668, già impiegate in eventi simili.

“Si potrebbe organizzare un servizio speciale a velocità ridotta, portando molte persone in Valle e valorizzando una linea di montagna incastonata in un territorio meraviglioso,” scrive. Quaglia non nasconde l’ambizione di trasformare l’evento in una vetrina per il rilancio turistico e infrastrutturale della ferrovia.

Non mancano, però, i pessimisti. Omar Cugini avanza dubbi sulla fattibilità tecnica: “Chi si assume la responsabilità di far circolare un treno viaggiatori su una linea chiusa?”

Un commento che riflette le complessità burocratiche che da anni bloccano il pieno utilizzo della Torino-Ceres. Ancora più critico Alessandro Quitadamo, che denuncia l’apparente ipocrisia del progetto: “Se la ferrovia può funzionare per un giorno, perché non renderla operativa per il servizio regionale? Questa è la solita vergogna italiana.”

Tra speranze e accuse, emerge un problema di fondo: la Torino-Ceres, un tempo simbolo di connessione tra Torino e le Valli, è diventata un nodo irrisolto della mobilità piemontese.

I lavori di ammodernamento procedono a rilento, mentre i collegamenti tra Germagnano e Ceres restano interrotti. La promessa della Regione di riaprire almeno fino a Germagnano entro agosto è accolta con scetticismo.

“Speriamo che il cronoprogramma venga rispettato,” commenta Roberto Barbieri.

L’iniziativa dell’Osservatorio, al di là delle difficoltà, punta a trasformare un evento sportivo in una chance di rilancio. “Non si può perdere questa occasione,” insiste il gruppo. Il treno speciale sarebbe un modo concreto per dare visibilità alle Valli di Lanzo e promuovere un turismo sostenibile, mostrando al pubblico il valore storico e culturale della ferrovia.

La Vuelta porta con sé una promessa di visibilità internazionale per le Valli di Lanzo. Ma la domanda che molti si pongono è un’altra: questa attenzione sarà sfruttata per rilanciare un territorio spesso dimenticato? Le risposte arriveranno solo dai fatti. Per ora, l’appuntamento con la corsa e, forse, con il treno speciale, è fissato ad agosto.

Una data che potrebbe segnare il primo passo di una ripartenza, o l’ennesima occasione mancata.

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