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10 Dicembre 2024 - 09:51
Il Canavese affronta la crisi delle RSA: la verità che nessuno racconta
La crisi delle Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA) in Italia non risparmia il Canavese, dove l'emergenza sanitaria e sociale legata all'assistenza agli anziani assume contorni sempre più critici. Con un numero crescente di famiglie alle prese con l'impossibilità di accedere a queste strutture e costi insostenibili da affrontare, la questione sta diventando un tema centrale anche per le amministrazioni locali.
A livello nazionale, sono oltre 15 mila le persone che sostengono interamente le rette delle RSA, con cifre che spesso superano i 2.500 euro mensili per anziano. In Canavese, la situazione non è diversa. I pochi posti disponibili nelle RSA locali non riescono a rispondere alla crescente domanda, lasciando molte famiglie ad attendere per mesi, se non anni, una soluzione.
Le strutture presenti, come quelle di Ivrea, Rivarolo e Cuorgnè, sono costantemente sotto pressione, con liste d’attesa che sembrano infinite. A ciò si aggiunge una preoccupante carenza di personale sanitario, che rende ancora più difficile garantire un’assistenza adeguata agli ospiti.
Il Canavese riflette una tendenza nazionale: una popolazione che invecchia rapidamente. Secondo i dati ISTAT, oltre il 25% dei residenti nel territorio ha più di 65 anni, e di questi molti necessitano di cure specialistiche non gestibili a casa. Tuttavia, l'offerta pubblica fatica a tenere il passo con le esigenze, spingendo le famiglie a rivolgersi al privato o a cercare soluzioni alternative, spesso poco dignitose.
In Canavese, come nel resto d’Italia, il peso della crisi RSA ricade principalmente sulle famiglie. Il costo delle rette è spesso proibitivo per i redditi medi della zona, e molte famiglie si trovano costrette a scegliere tra la qualità della vita dei propri cari e la propria stabilità finanziaria. Questo problema è particolarmente sentito nei comuni più piccoli, dove l’offerta di servizi è scarsa e l’accesso alle RSA più lontane comporta anche costi logistici elevati.
La questione delle RSA nel Canavese
Alcuni sindaci del Canavese, come Matteo Chiantore di Ivrea, hanno iniziato a sollecitare le istituzioni regionali per affrontare la questione. Luigi Sergio Ricca, sindaco di Bollengo, ha recentemente inviato una lettera a tutti i primi cittadini della zona e all’ASL TO4, chiedendo un incontro per discutere di una possibile riorganizzazione del sistema. Ricca ha sottolineato come sia necessario un aumento dei fondi pubblici destinati alle RSA e l’apertura di nuove strutture sul territorio.
L’assessore regionale alla Sanità ha dichiarato che "è necessario ripensare il modello di assistenza agli anziani, puntando su soluzioni integrate tra RSA, assistenza domiciliare e nuovi modelli abitativi per anziani autosufficienti". Una proposta ambiziosa, ma che richiederà tempo e risorse significative per essere attuata.
La questione delle RSA nel Canavese rappresenta una vera e propria sfida sociale, economica e politica. Servono soluzioni immediate per alleviare la pressione sulle strutture esistenti, come l'incremento delle risorse per l'assistenza domiciliare, ma anche una visione a lungo termine per garantire un sistema più sostenibile e inclusivo.
Solo un impegno condiviso tra istituzioni, famiglie e operatori del settore potrà risolvere questa crisi. È necessario un piano straordinario che non solo aumenti i posti disponibili nelle RSA, ma anche migliori le condizioni di lavoro del personale e renda più equo il sistema di accesso, garantendo agli anziani il diritto a una vita dignitosa.
Il Canavese, come l’Italia intera, è chiamato a dimostrare che una comunità può prendersi cura dei suoi membri più fragili. Non si tratta solo di rispondere a un’emergenza, ma di costruire un futuro in cui la longevità sia una conquista condivisa e non un peso per le famiglie.
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