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Cronaca
10 Dicembre 2024 - 07:00
In lacrime
Un luogo che custodisce memorie, dolore e amore. Questo è il Bosco di San Giacomo, sopra Andrate, per molti un santuario naturale dove il ricordo dei cari defunti si intreccia con la bellezza della natura. Qui, ceneri vengono disperse, lacrime si fondono con il vento e la terra accoglie il peso insostenibile del distacco.
Un luogo sacro, insomma, almeno fino a oggi.
Ora, però, la pace di questo spazio sembra destinata a trasformarsi in rumore. L’amministrazione comunale ha dato il via libera alla costruzione di un parco avventura, un progetto che, secondo molti, calpesta il rispetto per i defunti e per chi resta a ricordarli.
Una scelta che sta scatenando indignazione e rabbia, culminate nella petizione lanciata su Change.org da Edoardo Zullo, che ha perso la madre lo scorso febbraio e che ha scelto il Bosco di San Giacomo come dimora eterna delle sue ceneri.
QUI LA PETIZIONE CLICCA
Le sue parole sono un pugno nello stomaco: “La mia mamma riposa qui, e ora vogliono trasformare questo luogo in un parco giochi. È una mancanza di rispetto verso tutti noi che veniamo qui per trovare conforto.”
La petizione, intitolata “La morte merita rispetto”, chiede lo stop immediato ai lavori e il ripensamento del progetto.
Ma Edoardo non è solo.
Anche Stefania Longo, un’altra voce spezzata dal dolore, ha condiviso il suo sgomento sui social: “Questo bosco è un luogo sacro. Qui ho disperso le ceneri di mia madre con il permesso del Comune. Ora si parla di trasformarlo in un’area di divertimento. È inaccettabile.”
Per chi ha scelto San Giacomo come ultima dimora per i propri cari, l’idea di vedere ruspe e zip-line sostituire il silenzio e la meditazione è insostenibile. Il Bosco di San Giacomo non è solo un terreno: è un rifugio di ricordi, una casa per l’eternità.
La protesta, però, non si ferma al dolore personale. C’è anche un grido collettivo contro la privatizzazione di un bene comune. La trasformazione del bosco in un parco avventura non solo rappresenta una violazione della sacralità del luogo, ma potrebbe comportare disboscamenti e deturpazioni irreparabili. Il bosco non appartiene a un’amministrazione: appartiene a chi lo vive e lo rispetta.
La petizione di Edoardo, che sta raccogliendo sempre più firme, richiama l’attenzione su un tema universale: cosa succede quando il profitto supera il rispetto per la memoria e per i diritti collettivi? È una domanda che riecheggia in ogni commento lasciato dai firmatari, accomunati dalla stessa indignazione.
“La morte merita rispetto. Per chi non c’è più e per chi resta e soffre,” conclude Edoardo nel suo appello. Un messaggio che colpisce al cuore e che invita tutti a riflettere su quale valore attribuiamo ai luoghi che custodiscono le nostre memorie più preziose.
La speranza di chi firma è chiara: che il Comune ascolti questa richiesta e restituisca al Bosco di San Giacomo la sua pace, la sua sacralità e la sua funzione di rifugio per il dolore e il ricordo. Fermatevi, per favore. Non c’è parco avventura che possa sostituire il silenzio di chi non c’è più.
Chiunque voglia sostenere questa causa può firmare la petizione su Change.org e unirsi a chi lotta per proteggere il bosco, la memoria e il rispetto.
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