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Cronaca
09 Dicembre 2024 - 19:19
Rosanna Spatari titolare della Torteria di Chivasso, locale oggi chiuso diventato celebre a livello nazionale durante la pandemia
Cinque mesi di reclusione: questa è la condanna inflitta questa mattina in tribunale a Ivrea a Rosanna Spatari, titolare della Torteria di via Orti a Chivasso, divenuta durante la pandemia uno dei simboli nazionali della disobbedienza civile.
La donna è stata processata per oltraggio a pubblico ufficiale, avendo insultato gli agenti della polizia locale di Chivasso durante alcuni controlli.
I fatti risalgono ai primi mesi del 2021, nel pieno della seconda ondata della pandemia, quando gli agenti, in due occasioni diverse, erano intervenuti nel locale per identificare i clienti. Insieme a Rosanna Spatari era a processo anche il fratello Nicodemo, che è stato invece assolto.
Nella scorsa udienza, di fronte al giudice monocratico Edoardo Scanavino, Spatari ha raccontato la sua versione dei fatti, rispondendo alle domande del pubblico ministero e del suo avvocato, Alessandro Fusillo. Ha ripercorso quegli anni di pandemia "surreali".
Mesi di vessazioni continue avrebbero messo a dura prova anche Dio, ha dichiarato. Alla domanda del pubblico ministero sul perché avesse adottato quel comportamento, l’ex commerciante chivassese ha risposto con una lunga e articolata spiegazione: Avevo informato tutte le forze di polizia che intervenivano per sanzionare gli avventori, spiegando che era in atto una forma di disobbedienza civile, prevista dall'ordinamento giuridico. Pertanto, il mio comportamento era consono a tale disobbedienza. Le parole forti erano una reazione proporzionale ai continui e reiterati controlli, con elevate sanzioni amministrative, in risposta a mesi di vessazioni continue. Rimanere aperti e non rispettare le disposizioni normative è un diritto inalienabile; la disobbedienza per necessità o pericolo è contemplata dall'articolo 54 del codice penale. Con gli aiuti irrisori per le partite IVA, era diventato impossibile coprire tutte le spese. Migliaia di aziende hanno chiuso definitivamente tra il 2020 e il 2021".
Ha poi aggiunto: "Per sette mesi ho subito controlli e sanzioni continue, anche quando si poteva consumare all'esterno, poi solo d'asporto, poi seduti all'interno, poi al bancone, poi chiusura alle 18. Era un circo di assurdità. Controlli quasi quotidiani con minacce di sanzioni, costringendomi a far uscire i clienti o a impedir loro di entrare, nemmeno per andare in bagno. Questo ha portato a uno scontro continuo. Più restavo ferma sulle mie posizioni, più si accanivano. Chiedevo loro di identificarsi e di indicare le norme che autorizzavano i controlli, ma non ricevevo risposte. L’unica arma di un cittadino contro un abuso è la denuncia, ma ciò era impossibile, visto che i volti degli agenti erano coperti dalle mascherine".
Alla domanda sul perché avesse deciso di adottare quel comportamento, ha spiegato: "Confrontandomi con amici che lavorano all’estero, ho scoperto che governi come quelli di Spagna, Francia e Germania sostenevano gli imprenditori con indennizzi mensili di 8.000-15.000 euro e garantivano gli stipendi ai lavoratori. In Italia, invece, gli aiuti erano minimi e complessi da ottenere. Inoltre, rifiutavo il vaccino, che consideravo sperimentale, scelta che ha diviso la popolazione in due fazioni. La chiusura della Torteria, avvenuta con un’irruzione di quasi 150 agenti nel maggio 2021, è stata un atto di violenza. La Cassazione ha poi confermato l'assenza di reato, ma il danno economico e morale era già fatto".
A Chivasso, Rosanna Spatari è ricordata come una figura centrale del dibattito legale e sociale scatenato dalla pandemia. Il suo locale, "La Torteria," è diventato simbolo di una lotta contro le restrizioni governative. Dopo la chiusura del locale, Spatari si è candidata senza successo alle elezioni regionali del Piemonte nella lista "Libertà". Una delle sentenze più significative è stata quella della Cassazione, che ha dichiarato illegittime alcune misure contro di lei, rafforzando la sua immagine di oppositrice alle restrizioni pandemiche. Per molti oppositori delle restrizioni, è diventata la leonessa di Chivasso.
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