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La Regione Piemonte in difesa del tartufo bianco: misure straordinarie contro i cambiamenti climatici

Posticipo della raccolta, indennità per le piante produttive e un progetto per i giovani ‘trifolao’ per salvaguardare un’eccellenza simbolo del territorio

Tartufo bianco d'Alba

Tartufo bianco d'Alba

La Regione Piemonte scende in campo per proteggere il tartufo bianco, gioiello dell’enogastronomia locale e simbolo riconosciuto a livello internazionale, minacciato da due anni di grave siccità. Il Tuber magnatum Pico, prodotto di eccellenza del territorio, rischia infatti di vedere ridotta la sua produzione a causa degli effetti sempre più evidenti dei cambiamenti climatici.

L’assessore regionale con deleghe alla Biodiversità e Tartuficoltura, Marco Gallo, ha annunciato un pacchetto di misure straordinarie durante un incontro della Consulta regionale per la valorizzazione del patrimonio tartufigeno. Tra le principali azioni previste:

  • Posticipo della data di raccolta a inizio ottobre per consentire una maggiore maturazione del tartufo.
  • Tutela di oltre 22.000 piante produttive attraverso indennità che possono arrivare fino a 450 euro per ettaro.
  • Piano di recupero delle tartufaie in declino, volto a preservare le aree tradizionalmente vocate alla produzione.

Gallo Marco

“Condividiamo con il presidente del Centro studi Degiacomi qualche timore per una raccolta inferiore alle attese nonostante le abbondanti piogge che hanno contrassegnato l’intero anno”, ha dichiarato Gallo. “D’altronde, tutti gli esperti ci hanno messo in guardia sui rischi legati in particolare alla siccità. Questo allarme ci sprona ad andare avanti con maggior determinazione sulla strada tracciata per proteggere e valorizzare il prodotto simbolo dell’eccellenza in Piemonte”.

La Regione Piemonte, tuttavia, non si limita a fronteggiare l’emergenza attuale. Con uno sguardo al futuro, ha lanciato il progetto ‘Tuber next gen’, un’iniziativa che mira a coinvolgere i giovani ‘trifolao’, tramandando così una tradizione che è al contempo culturale e ambientale. Inoltre, il progetto punta alla destagionalizzazione della produzione, con l’introduzione di un primo mercato estivo del tartufo nero previsto per giugno a Murisengo.

Questo impegno rappresenta un passo importante non solo per tutelare un prodotto d’eccellenza, ma anche per preservare un patrimonio identitario del Piemonte, legato indissolubilmente alla sua cultura, alla sua gastronomia e al suo paesaggio.

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