Continua la mobilitazione dei circa 6.000 dipendenti di Decathlon Italia, con un nuovo pacchetto di 32 ore di sciopero proclamato dai sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs. La protesta prevede 24 ore gestite a livello territoriale e 8 ore a livello nazionale, con la sospensione delle ore di lavoro straordinario e delle forme di flessibilità finora garantite. Lo stato di agitazione, aperto lo scorso 27 ottobre 2023, entra così in una nuova fase, con obiettivi chiari e richieste irrisolte.
Alla base dello sciopero, i sindacati denunciano la “ostinata indisponibilità di Decathlon Italia a definire un contratto integrativo aziendale” e a discutere i punti della piattaforma rivendicativa unitaria, che tocca temi centrali per la tutela delle lavoratrici e dei lavoratori. Tra le principali richieste avanzate dai sindacati, figurano:
- Diritti sindacali e organizzazione del lavoro
- Piano ferie
- Salute e sicurezza
- Professionalità e salario
- Politiche sociali e tutele di genere
Nonostante oltre un anno di negoziati, i rappresentanti sindacali accusano Decathlon di ignorare sistematicamente le richieste, alimentando il malcontento tra i dipendenti.

Continua la mobilitazione dei circa 6.000 dipendenti di Decathlon Italia, con un nuovo pacchetto di 32 ore di sciopero proclamato dai sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs
Contratti part-time e flessibilità estrema
Particolarmente contestata è la pratica aziendale di utilizzare contratti part-time che impongono il massimo della flessibilità, lasciando i lavoratori “prigionieri delle richieste dell’ultimo minuto”.
A questo si aggiunge l’imposizione di un piano ferie vincolante, da suddividere obbligatoriamente in tre periodi dell’anno e da presentare entro il 15 dicembre, in aperta violazione del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) del Terziario della Distribuzione e dei Servizi e della normativa vigente.
I sindacati puntano il dito contro la mancata introduzione di misure fondamentali, come i ticket restaurant, richiesti da oltre due anni. Questo avviene nonostante i risultati economici positivi registrati dall’azienda, che ha chiuso anche il 2024 con utili significativi.
"I dipendenti sono il cuore pulsante del successo di Decathlon, ma continuano a essere esclusi dai benefici economici che l’azienda potrebbe garantire", denunciano le sigle sindacali.
La mobilitazione è destinata a proseguire fino a quando non ci saranno segnali concreti di apertura da parte di Decathlon Italia. “Chiediamo rispetto per i lavoratori e un dialogo costruttivo per garantire condizioni di lavoro dignitose e un riconoscimento adeguato delle loro professionalità”, si legge nella nota dei sindacati.
L’obiettivo è chiaro: ottenere un contratto integrativo aziendale che rispecchi le esigenze dei dipendenti e ponga fine a pratiche considerate ingiuste e discriminatorie.
I dipendenti si preparano a una giornata di sciopero nazionale, decisi a far sentire la propria voce. La sospensione delle ore di straordinario e delle flessibilità rappresenta un forte segnale nei confronti dell’azienda.
I lavoratori chiedono non solo il riconoscimento dei loro diritti, ma anche un modello di gestione che metta al centro il benessere e la sicurezza di chi contribuisce quotidianamente al successo della catena di abbigliamento sportivo, presente in Italia con 140 punti vendita.
Questa protesta non è solo una rivendicazione economica, ma una richiesta di dignità lavorativa.
I sindacati chiedono a Decathlon Italia di abbandonare atteggiamenti di chiusura e di intraprendere un percorso di negoziazione per costruire un futuro migliore per i propri dipendenti. La battaglia è appena iniziata, e il prossimo 8 dicembre sarà una giornata cruciale per dare voce a queste istanze.