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31 marzo 2025: chiude il Decathlon, a casa 125 dipendenti

La decisione riguarda lo stabilimento di Brandizzo e altri tre poli in tutta Europa.

Decathlon Brandizzo

Decathlon Brandizzo

La notizia è arrivata come un fulmine a ciel sereno per i lavoratori e la comunità di Brandizzo: il polo logistico di Decathlon chiuderà definitivamente i battenti il 31 marzo 2025. Dopo solo otto anni dall'inaugurazione, la notizia della chiusura, emersa durante un'assemblea aziendale tenutasi ieri, ha lasciato senza parole i 125 dipendenti dello stabilimento.

La decisione di Decathlon di chiudere lo stabilimento si inserisce in un più ampio piano di razionalizzazione aziendale che interessa altri tre poli in Europa. "Il mercato sta cambiando, e di conseguenza, abbiamo dovuto prendere decisioni difficili per il futuro della nostra azienda" ha dichiarato un portavoce di Decathlon, senza tuttavia fornire dettagli più specifici sui fattori che hanno portato a tale decisione.

I lavoratori del polo, la maggior parte dei quali sotto i 35 anni e impiegati con contratti part-time da magazziniere per circa 900 euro al mese, hanno espresso amarezza e preoccupazione per il futuro. "È stato un fulmine a ciel sereno" ha affermato uno dei dipendenti all'uscita dal turno di lavoro.

Luca Sanna, rappresentante della UIL Tucs del settore commerciale, ha evidenziato che le voci di una possibile chiusura circolavano da settimane, nonostante le smentite precedenti dell'azienda. "Solo il mese scorso, le voci venivano bollate come semplici suggestioni," ha denunciato Sanna, che ora si sta mobilitando per evitare la chiusura e per cercare soluzioni di ricollocamento per i lavoratori nei punti vendita della provincia.

Luca Sanna rappresentante sindacale della UIL Tucs 

La chiusura di questo polo logistico non solo avrà un impatto pesante sul tessuto occupazionale di un territorio già duramente provato dalla crisi industriale, ma solleva anche questioni riguardo il futuro urbanistico dell'area.

Il sindaco di Brandizzo, Paolo Bodoni, ha espresso profonda preoccupazione: "Una decisione che avrà un impatto devastante, non solo dal punto di vista occupazionale ma anche urbanistico. È fondamentale che le istituzioni si mobilitino per salvaguardare i posti di lavoro".

Nel frattempo, è previsto che nei prossimi giorni i lavoratori organizzino manifestazioni di protesta per esprimere il loro disappunto e chiedere sostegno.

La crisi del tessuto imprenditoriale di Torino, testimoniata dalla scomparsa di 4.670 imprese nell'ultimo decennio secondo dati della Camera di Commercio, sembra così trovare una nuova e dolorosa conferma con la chiusura del polo logistico Decathlon a Brandizzo.

LE REAZIONI POLITICHE

Non sono mancate le reazioni politiche alla notizia. Ad intervenire sono il consigliere regionale Pd Alberto Avetta e la candidata alla presidenza della Regione Piemonte Gianna Pentenero:  "La chiusura del polo logistico della Decathlon a Brandizzo dimostra che il Piemonte favoloso raccontato da Cirio e Chiorino è ben diverso dal Piemonte reale vissuto ogni giorno dai lavoratori e dai cittadini. La vicenda Decathlon, con 125 posti di lavoro a rischio, è un ulteriore sfregio ad un territorio, il Canavese e il Chivassese, in sofferenza da anni a causa dell’avanzare dei processi di deindustrializzazione".

Ed ecco i numeri della crisi: "Solo nel 2023 nel Torinese abbiamo dovuto fare i conti con le crisi industriali di Acciaierie Italia (Ex Ilva), Lear, Te Connectivity, Comdata, Sanac, MA Srl, Primotecs, Rosso Group, Goethe Institut, Sielte Spa, Alitalia, For Fulda, Idrosapiens di Volpiano, Delgrosso di Nichelino e ora la Decathlon. Crisi che interessano oltre tremila lavoratori, molti dei quali a rischio esubero".

Infine l'attacco politico di Avetta e Pentenero: "Abbiamo di fronte due storie completamente diverse: quella raccontata da Cirio e Chiorino che con toni trionfalistici delineano uno scenario positivo, e quella raccontata dai sindacati, una storia di aziende multinazionali-che atterrano come astronavi e poi dopo un po’ ripartono senza alcun senso di responsabilità verso i territori-, e una storia di donne e uomini che lavorano con contratti part time e stipendi inferiori ai mille euro al mese. Speriamo che anche nelle urne i piemontesi sappiano distinguere tra favole e realtà".

LA REPLICA

Piccata la replica dell'assessore regionale al Lavoro, Elena Chiorino: "Le accuse rivolte da alcuni esponenti del Partito Democratico sulla vicenda Decathlon mi lasciano sbigottita: loro sono quelli che hanno voluto la sciagurata transizione verde che ha ucciso l’automotive. Sempre loro sono quelli che hanno sostenuto il reddito di cittadinanza, anziché promuovere il lavoro. Loro sono quelli che per l’Ilva non hanno mai trovato una soluzione, fino a quando al Governo è arrivato il centrodestra con Giorgia Meloni".

Poi aggiunge: "E’ bene che il centrosinistra, invece di pontificare, si renda conto dei danni che ha fatto e che sta facendo con le sue ideologie da talebanesimo green. Ora però, visto che di danni ne hanno fatti abbastanza, abbiano almeno la decenza di non dare lezioni al centro destra: i dati sull’occupazione a livello nazionale e regionale così come i dati sull’attrattività del Piemonte parlano chiaro sul buon governo del centro destra”.

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