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03 Dicembre 2024 - 16:33
Una buonuscita da 100 milioni di euro. Questo è il numero che circola insistentemente sulla liquidazione di Carlos Tavares, l’ormai ex amministratore delegato di Stellantis. Sebbene l’azienda abbia smentito tali cifre definendole "imprecise e lontane dalla realtà", il dibattito è ormai aperto. Se confermata, questa cifra stratosferica potrebbe alimentare ulteriori polemiche, soprattutto in un momento in cui l’azienda sta affrontando un calo delle vendite e margini operativi in contrazione.
Le dimissioni di Tavares, giunte come un fulmine a ciel sereno, hanno lasciato un vuoto di leadership nel colosso automobilistico. Una situazione che il consiglio di amministrazione, presieduto da John Elkann, ha cercato di tamponare affidando al presidente stesso la guida temporanea del gruppo attraverso un comitato esecutivo. La scelta, definita "necessaria per garantire continuità", ha però sollevato non poche perplessità tra analisti e investitori.
Le prime reazioni dei mercati sono state tutt’altro che incoraggianti. Le azioni di Stellantis hanno perso il 6,3% alla Borsa di Milano, riflettendo le preoccupazioni per un’azienda che si trova a navigare in acque agitate. Il contesto è infatti complesso: Stellantis si trova a fronteggiare una concorrenza crescente nel mercato dei veicoli elettrici, il rallentamento delle vendite in Europa e la pressione dei produttori cinesi. La strategia di Tavares, centrata sulla drastica riduzione dei costi, ha mostrato i suoi limiti in un settore che richiede investimenti massicci e una visione a lungo termine.
La guida di John Elkann, per quanto temporanea, rappresenta un cambio di rotta importante per il gruppo. L’azienda ha annunciato che la nomina del nuovo amministratore delegato avverrà entro il primo semestre del 2025. La scelta del successore sarà cruciale per il futuro di Stellantis, con la necessità di trovare un leader capace di gestire la transizione verso la mobilità elettrica e affrontare le sfide di un mercato in rapida evoluzione.
Intanto, la figura di Elkann, già presidente del consiglio di amministrazione, assume un ruolo operativo che non gli era mai stato attribuito prima. Un gesto che punta a rassicurare i mercati, ma che non scioglie i dubbi sulla direzione strategica del gruppo. L’assenza di una leadership stabile in un momento così delicato rappresenta infatti un rischio significativo.
Rimane anche il mistero sulle reali motivazioni che hanno portato alle dimissioni di Tavares. Secondo indiscrezioni, sarebbero emerse divergenze strategiche tra l’ex CEO e il consiglio di amministrazione. Se così fosse, la scelta del prossimo amministratore delegato sarà inevitabilmente letta come una presa di posizione sulla direzione futura dell’azienda.
Per Stellantis, il 2024 si chiude con una serie di incognite, ma il 2025 sarà decisivo. Elkann dovrà traghettare il gruppo fino alla nomina del nuovo CEO, ma soprattutto dovrà dimostrare che Stellantis è ancora capace di affrontare le sfide globali senza perdere terreno. Nel frattempo, la buonuscita di Tavares continua a far discutere, un ultimo capitolo di una gestione che ha lasciato il segno, nel bene e nel male.
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