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San Raffaele Cimena
21 Novembre 2024 - 19:06
Cinghiali fuori controllo (foto di repertorio)
Grossi, con il pelo ispido e in cerca di cibo: l’emergenza cinghiali resta in primo piano a San Raffaele Cimena, per i danni all’agricoltura ma anche per i pericoli alla viabilità che questi animali possono provocare.
Un recente episodio ha riacceso i riflettori sull’annoso problema: «L’ultima segnalazio
La questione è arrivata, nelle ultime settimane, anche in Città Metropolitana a Torino, grazie ad un’interrogazione della Consigliera comunale Clara Marta di San Raffaele Cimena.
«Avvistamenti del genere, in zona, non sono nuovi. Ce ne sono tantissimi nelle parti collinari. Alla sera, ogni tanto, li sento nel bosco. Questo fenomeno è diventato talmente esteso da essere quasi “fuori controllo”. Così non si può andare avanti. La maggior parte dei coltivatori non semina più i propri terreni, poiché risulta impossibile arrivare al raccolto. È necessario riportare la popolazione di questi animali a livelli compatibili con la nostra agricoltura», sottolinea Marta, evidenziando l'urgenza di affrontare un problema che non è nuovo sul territorio.
E continua: «In passato, quando i cacciatori abilitati potevano operare durante tutto l’anno, la situazione risultava sotto controllo, mentre le attuali restrizioni hanno portato a una gestione più complessa. La Città Metropolitana, attraverso una revisione delle normative, potrebbe contribuire a renderla più efficiente e adattabile
Quindi gli interrogativi: «Quali contatti sono in corso o da attivare con Regione e Governo da parte della Città Metropolitana per definire interventi urgenti e immediati, oltre a quelli già in atto? Quali tutele sono previste per gli agricoltori che non ricevono risarcimenti per i danni causati dai cinghiali? Quali provvedimenti immediati possono essere adottati dal punto di vista sanitario per ridurre il rischio di diffusione di malattie e patogeni di cui la fauna selvatica può essere portatrice? Quali interventi sono stati implementati o sono allo studio per la tutela della sicurezza pubblica, considerando l’aumento di incidenti stradali causati da collisioni con ungulati, alcuni dei quali hanno avuto conseguenze mortali?».
La Consigliera comunale Clara Marta chiede interventi urgenti a Città Metropolitana
Da una parte, gli agricoltori, sostenuti da associazioni come Coldiretti
Anche sui social network sono tante le prese di posizione: tra chi dice che in collina è normale vedere animali e chi, invece, ritiene che l’eccessiva presenza di cinghiali possa danneggiare il territorio.
«Più che altro possono essere pericolosi anche per i ragazzini in bicicletta e di sera per chi porta fuori i cani. Credo che il Comune dovrebbe fare qualcosa, posto che è un fenomeno in aumento ovunque», commenta una cittadina sul gruppo Facebook locale “Sei di San Raffaele se…”.
«Cercano cibo, non guai. Lasciamoli in pace», scrive un altro cittadino.
«Bisogna andare piano ed essere prudenti. Noi spesso incontriamo vari animali andando a casa, è il loro habitat».
«Coltivatori di zona dicono sia utile recintare l’appezzamento con il filo elettrificato, la scossa è davvero minima ma è utile come deterrente. Un modo per salvare “cinghiali e cavoli”».
«Per le coltivazioni sono un vero disastro, non si può recintare ettari ed ettari di terreno!».
Anche Coldiretti Torino ha sottolineato la gravità della situazione: «Il problema dei cinghiali non riguarda solo gli agricoltori, ma l’incolumità di tutti - afferma il presidente Bruno Mecca Cici, richiamando la Città Metropolitana e gli Ambiti Territoriali di Caccia a intensificare le operazioni di controllo e abbattimento
E aggiunge: «Quello dei cinghiali è un problema che non può più essere liquidato come una questione agricola. Non si tratta di dare un contentino agli agricoltori esasperati, ma di difendere l’incolumità di chiunque percorra queste strade».
Le campagne di contenimento e le iniziative di selecontrollo (caccia di se
Con i cinghiali che continuano a rappresentare una minaccia concreta, la comunità attende risposte concrete da Città Metropolitana per affrontare una problematica che, da troppo tempo, è stata trascurata.
Il presidente di Coldiretti Torino Bruno Mecca Cici ha sottolineato la gravità della situazione
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