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San Raffaele Cimena

Cinghiali fuori controllo: cresce la minaccia per agricoltori e automobilisti

Se n’è discusso anche in Città Metropolitana grazie ad un’interrogazione di Clara Marta

Cinghiali fuori controllo

Cinghiali fuori controllo (foto di repertorio)

Grossi, con il pelo ispido e in cerca di cibo: l’emergenza cinghiali resta in primo piano a San Raffaele Cimena, per i danni all’agricoltura ma anche per i pericoli alla viabilità che questi animali possono provocare.
Un recente episodio ha riacceso i riflettori sull’annoso problema
«L’ultima segnalazione attorno ad abitazione in colina è avvenuta a fine settembre, subito segnalata allATC (Ambiti Territoriali di Caccia) TO5 e a Città Metropolitana. Non si tratta di un accadimento sporadico, ma di un fenomeno con cui lottiamo da tempo e che stiamo cercando di risolvere», spiega il Sindaco Ettore Mantelli.

La questione è arrivata, nelle ultime settimane, anche in Città Metropolitana Torino, grazie ad un’interrogazione della Consigliera comunale Clara Marta di San Raffaele Cimena
«Avvistamenti del genere, in zona, non sono nuovi. Ce ne sono tantissimi nelle parti collinari. Alla sera, ogni tanto, li sento nel bosco. Questo fenomeno è diventato talmente esteso da essere quasi “fuori controllo”. Così non si può andare avanti. La maggior parte dei coltivatori non semina più i propri terreni, poiché risulta impossibile arrivare al raccolto. È necessario riportare la popolazione di questi animali a livelli compatibili con la nostra agricoltura», sottolinea Marta, evidenziando l'urgenza di affrontare un problema che non è nuovo sul territorio.

E continua: «In passato, quando i cacciatori abilitati potevano operare durante tutto l’anno, la situazione risultava sotto controllo, mentre le attuali restrizioni hanno portato a una gestione più complessa. La Città Metropolitana, attraverso una revisione delle normative, potrebbe contribuire a renderla più efficiente e adattabile alle necessità del territorio».

Quindi gli interrogativi«Quali contatti sono in corso o da attivare con Regione e Governo da parte della Città Metropolitana per definire interventi urgenti e immediati, oltre a quelli già in atto? Quali tutele sono previste per gli agricoltori che non ricevono risarcimenti per i danni causati dai cinghiali? Quali provvedimenti immediati possono essere adottati dal punto di vista sanitario per ridurre il rischio di diffusione di malattie e patogeni di cui la fauna selvatica può essere portatrice? Quali interventi sono stati implementati o sono allo studio per la tutela della sicurezza pubblica, considerando l’aumento di incidenti stradali causati da collisioni con ungulati, alcuni dei quali hanno avuto conseguenze mortali?».

La Consigliera comunale Clara Marta chiede interventi urgenti a Città Metropolitana

Le posizioni sul contenimento della specie 

Da una parte, gli agricoltori, sostenuti da associazioni come Coldiretti, chiedono interventi più incisivi e immediati, con abbattimenti mirati per ridurre la popolazione dei cinghiali. Dall’altra, le associazioni ambientaliste mettono in guardia sui rischi di un abbattimento massivo, proponendo invece strategie di controllo più sostenibili, come l’uso di recinzioni e la promozione di una maggiore coesistenza tra uomo e fauna selvatica.

Anche sui social network sono tante le prese di posizione: tra chi dice che in collina è normale vedere animali e chi, invece, ritiene che l’eccessiva presenza di cinghiali possa danneggiare il territorio.
«Più che altro possono essere pericolosi anche per i ragazzini in bicicletta e di sera per chi porta fuori i cani. Credo che il Comune dovrebbe fare qualcosa, posto che è un fenomeno in aumento ovunque», commenta una cittadina sul gruppo Facebook locale “Sei di San Raffaele se…”
«Cercano cibo, non guai. Lasciamoli in pace», scrive un altro cittadino.
«Bisogna andare piano ed essere prudenti. Noi spesso incontriamo vari animali andando a casa, è il loro habitat»
«Coltivatori di zona dicono sia utile recintare l’appezzamento con il filo elettrificato, la scossa è davvero minima ma è utile come deterrente. Un modo per salvare “cinghiali e cavoli”»
«Per le coltivazioni sono un vero disastro, non si può recintare ettari ed ettari di terreno!».

Anche Coldiretti Torino ha sottolineato la gravità della situazione: «Il problema dei cinghiali non riguarda solo gli agricoltori, ma l’incolumità di tutti - afferma il presidente Bruno Mecca Cici, richiamando la Città Metropolitana e gli Ambiti Territoriali di Caccia a intensificare le operazioni di controllo e abbattimento per arginare un problema ormai fuori controllo -Serve un piano di abbattimento che raggiunga almeno 20mila esemplari all’anno, e senza “zone franche” che proteggano questi animali».

E aggiunge: «Quello dei cinghiali è un problema che non può più essere liquidato come una questione agricola. Non si tratta di dare un contentino agli agricoltori esasperati, ma di difendere l’incolumità di chiunque percorra queste strade».

Le campagne di contenimento e le iniziative di selecontrollo (caccia di selezione, programmata) si trovano ora al centro di un dibattito acceso. La sfida sarà trovare un equilibrio tra la necessità di proteggere le produzioni agricole e quella di tutelare l’ecosistema, in un contesto in cui il ruolo dell’uomo appare sempre più determinante.
Con i 
cinghiali che continuano a rappresentare una minaccia concreta, la comunità attende risposte concrete da Città Metropolitana per affrontare una problematica che, da troppo tempo, è stata trascurata.

Il presidente di Coldiretti Torino Bruno Mecca Cici ha sottolineato la gravità della situazione

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