Con un decreto firmato dal ministro della Salute Orazio Schillaci, arrivano le linee guida che regolano l’utilizzo di medici e infermieri "gettonisti", figure sanitarie chiamate a coprire carenze di personale in situazioni di emergenza. Questo fenomeno, esploso durante la pandemia per i medici e già consolidato per gli infermieri, rappresenta una spesa potenziale di 1,7 miliardi di euro per il sistema sanitario nazionale.

ORAZIO SCHILLACI MINISTRO DELLA SALUTE
Le linee guida, pubblicate in Gazzetta Ufficiale, introducono limiti stringenti per l’impiego di questi professionisti. "Le aziende e gli enti del Servizio sanitario nazionale possono procedere all'affidamento dei servizi solo in caso di necessità e urgenza, in un'unica occasione e senza possibilità di proroga, a seguito della verificata impossibilità di utilizzare personale già in servizio, sia dipendente sia in regime di convenzione con il Servizio sanitario nazionale".

Ospedale (foto di repertorio)
Tutte le regioni italiane risultano coinvolte dal fenomeno, ma con significative differenze di spesa. Secondo un rapporto dell’Enac, negli ultimi cinque anni le regioni più colpite economicamente sono state Lombardia, Abruzzo e Piemonte, che hanno registrato valori superiori rispetto al resto del Paese.
Il decreto stabilisce anche i limiti economici per le prestazioni: 85 euro l’ora per pronto soccorso e rianimazione, 75 euro per altri servizi medici. Per gli infermieri, invece, le tariffe sono fissate a 28 euro l’ora per il pronto soccorso e 25 euro per altri servizi. Viene inoltre imposto un tetto massimo di 48 ore medie settimanali per il personale coinvolto, garantendo un periodo di riposo consecutivo giornaliero di almeno 11 ore per il recupero delle energie psicofisiche. "Il ricorso alla esternalizzazione dei servizi medico-sanitari assume connotazione tutt'affatto eccezionale e residuale", si legge nel documento.
Le nuove regole richiedono garanzie sul livello professionale dei medici e degli infermieri impiegati. Per il personale privo di cittadinanza italiana è richiesta la conoscenza della lingua italiana, mentre tutti gli operatori devono stipulare una polizza assicurativa per colpa grave a proprio carico, sollevando così l’amministrazione pubblica da eventuali responsabilità per danni a terzi. Inoltre, l’organizzazione del servizio deve essere gestita dall’operatore economico con una turnistica precisa che rispetti i limiti imposti.
L’obiettivo del decreto è chiaro: ridurre il ricorso ai "gettonisti" a situazioni di effettiva emergenza, garantendo al contempo standard di sicurezza e qualità nelle cure. La carenza cronica di personale sanitario, accentuata dalla pandemia, resta una delle sfide più grandi per il sistema sanitario italiano. Con queste linee guida, si cerca di mettere ordine in un settore finora poco regolamentato, bilanciando esigenze economiche, qualità delle prestazioni e diritti dei lavoratori.