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La piaga dell'HIV: potresti averlo senza saperlo

Ignoranza e stigma rallentano la prevenzione: solo il 10% conosce davvero il virus

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Nonostante gli enormi progressi scientifici, l’HIV rimane una sfida globale, aggravata dalla disinformazione e dallo stigma che circondano la malattia. Ogni anno, oltre 2.000 nuove diagnosi vengono registrate in Italia, con il 60% dei casi scoperti tardivamente. Questi dati, riportati dall’Istituto Superiore di Sanità, sono emersi durante la presentazione del Libro Bianco "HIV. Le parole per tornare a parlarne", promosso da Gilead Sciences e presentato oggi a Roma in occasione dell’evento "HIV. Dalle parole alle azioni. Insieme per porre fine all'epidemia".

Secondo un’indagine condotta da AstraRicerche su un campione di oltre 1.500 persone, il 63% degli italiani si sente a rischio nullo di contrarre l’HIV, mentre il 57,3% ritiene di essere ben informato sul virus. Tuttavia, solo il 10,6% dichiara di conoscerlo in maniera approfondita. Persistono false credenze sulla trasmissione del virus: il 14,5% crede che sia possibile contrarlo baciando una persona con HIV, l’11,8% attraverso l’uso di bagni in comune, e il 16,6% pensa che una puntura di zanzara possa essere un veicolo di infezione. Numeri che evidenziano un grave deficit di informazione.

La profilassi pre-esposizione (PrEP), strumento chiave per la prevenzione, è conosciuta solo dal 6,7% della popolazione, mentre i checkpoint, strutture fondamentali per la prevenzione e il supporto, sono noti a meno della metà degli intervistati (43,5%).

La disinformazione alimenta anche lo stigma verso le persone con HIV. Solo il 22,9% degli italiani conosce il principio scientifico Undetectable = Untransmittable (U=U), secondo cui chi vive con HIV e ha una carica virale non rilevabile non può trasmettere il virus.

Davide Moschese, dirigente medico del Dipartimento di Malattie Infettive dell’Ospedale Luigi Sacco di Milano, ha sottolineato: “Lo stigma è legato anche al timore di trasmissione del virus. Combatterlo significa abbattere il muro dell’isolamento sociale, favorendo l’aderenza alle terapie e aumentando la consapevolezza sui propri comportamenti.”

I checkpoint, luoghi gestiti dalla comunità per la comunità, rappresentano un pilastro della prevenzione e del supporto. Offrono test, accesso alla PrEP, supporto psicologico e confronto fra pari. Tuttavia, il 56,5% degli italiani non ne conosce l’esistenza. Daniele Calzavara, coordinatore del Milano Check Point Ets, ha dichiarato: “Il checkpoint è un luogo inclusivo e sicuro, che ribalta la prospettiva della prevenzione: non si tratta solo di combattere le infezioni, ma di permettere alle persone di vivere la loro sessualità in maniera libera e consapevole.”

Filippo Leserri, presidente di Plus Roma, ha aggiunto: “Il nostro obiettivo è scegliere lo strumento di prevenzione che meglio risponde ai bisogni delle persone. Per questo chiediamo una legge regionale che chiarisca il ruolo dei checkpoint e garantisca il loro riconoscimento istituzionale.”

La diagnosi tempestiva e le terapie consentono oggi alle persone con HIV di vivere una vita paragonabile a quella di chi non ha il virus. Tuttavia, come evidenziato da Anna Maria Cattelan, direttrice dell’UOC Malattie Infettive dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Padova: “La qualità di vita richiede un approccio integrato e multidisciplinare che affronti non solo le questioni mediche, ma anche quelle psicologiche, sociali e relazionali.”

Frederico Da Silva, general manager e vice president di Gilead Sciences Italia, ha ribadito l’impegno dell’azienda: “Vogliamo un futuro libero dall’HIV. Questa epidemia è stata dimenticata dal dibattito pubblico, ma è fondamentale continuare a parlarne con un linguaggio rinnovato per raggiungere l’obiettivo Unaids di porre fine all’infezione.”

La campagna HIV. Ne parliamo?, lanciata da Gilead nel 2023, mira a sensibilizzare il pubblico attraverso storie di vita reale e strumenti informativi. Podcast, materiali per medici e una piattaforma online (hivneparliamo.it) offrono supporto su aspetti chiave come l’aderenza alle terapie, la salute mentale e lo sviluppo di resistenze.

Il Libro Bianco evidenzia quattro parole chiave per combattere l’HIV: prevenzione, stigma, checkpoint e qualità di vita. L’obiettivo è chiaro: riportare il tema al centro del dibattito pubblico e agire per migliorare la vita di chi convive con il virus, costruendo un futuro in cui l’HIV non sia più una minaccia.

Alcune immagini dell'evento

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