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Il paradosso finlandese: il Paese più felice del mondo, ma con un tasso di suicidi da record

La Finlandia è stata eletta per la settima volta il Paese più felice del mondo, ma nasconde un lato oscuro: un tasso di suicidi tra i più alti. Un paradosso che mette in discussione il concetto stesso di felicità

Il paradosso finlandese

Il paradosso finlandese: il Paese più felice del mondo, ma con un tasso di suicidi da record

È un paradosso degno delle migliori battute dei Monty Python, eppure è realtà: la Finlandia è stata incoronata per la settima volta consecutiva come il Paese più felice del mondo secondo il World Happiness Report. Allo stesso tempo, è un luogo dove il tasso di suicidi è tra i più alti al mondo. Come si conciliano queste due realtà apparentemente inconciliabili? È forse il tipico umorismo nordico a noi oscuro? O c'è qualcosa di più profondo (e ironico) dietro la "felicità" finlandese?

La felicità scandinava: sauna, silenzio e disperazione?

In Finlandia, la felicità è misurata in modo diverso. Non troverai persone che ballano per strada o che si abbracciano freneticamente in piazza per celebrare la gioia di vivere. No, qui la felicità è silenziosa, riflessiva e, a volte, persino un po' malinconica. Gli abitanti si accontentano di piccoli piaceri come la sauna quotidiana, una passeggiata nei boschi e il privilegio di non dover parlare con nessuno per giorni.

Secondo i criteri del report, la felicità finlandese è strettamente legata a fattori come la stabilità economica, un welfare impeccabile e la fiducia reciproca. Ma a quanto pare, nemmeno un sistema sanitario gratuito e scuole eccellenti possono curare quel vuoto esistenziale che, di tanto in tanto, si affaccia nelle lunghe e buie notti nordiche.

E qui arriva il grande plot twist: mentre il World Happiness Report canta le lodi di Helsinki e dintorni, i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ci ricordano che la Finlandia ha uno dei tassi di suicidi più alti tra i Paesi sviluppati. Certo, i numeri sono migliorati rispetto agli anni '90, ma restano comunque preoccupanti. È possibile che i finlandesi, tra un bicchiere di Koskenkorva e una sessione di meditazione nel gelo artico, abbiano trovato un modo tutto loro di interpretare la "felicità"?

Aurora boreale 

Un'ironia glaciale

Forse la felicità finlandese è così intima e minimalista da diventare insopportabile per alcuni. In un mondo dove la felicità è spesso urlata su Instagram con hashtag come #blessed o #happyvibes, i finlandesi sembrano dire: "Siamo felici, ma lasciateci in pace". È una felicità solitaria, che si nutre di introspezione e isolamento. Ma, come spesso accade, troppa introspezione può portare a pensieri pericolosi.

C'è anche un altro aspetto da considerare: nella terra delle aurore boreali, il sole scompare per mesi. L'inverno finlandese non è solo una stagione, è un'esperienza esistenziale. Se sei incline alla malinconia, le tenebre artiche possono diventare una metafora troppo potente per la condizione umana.

La felicità... con un prezzo

Forse il vero insegnamento finlandese è che la felicità non è un antidoto universale, e che persino nel Paese più "felice" ci sono crepe. Magari dovremmo smettere di inseguire questa idea di felicità assoluta e accettare che, a volte, va bene anche essere "sufficientemente felici". E se proprio non possiamo farne a meno, possiamo sempre prendere un volo per Helsinki, immergerci in una sauna, e riflettere su quanto siamo fortunati... mentre fuori la neve cade in silenzio e il buio ci avvolge.

In fondo, la Finlandia ci insegna che la felicità è complicata, e che anche dietro un sorriso nordico può nascondersi una domanda esistenziale. Forse non c’è un modo giusto di essere felici, ma se lo trovate, per favore, avvisate i finlandesi.

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