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Fiat 500 elettrica in calo, Stellantis manda in ferie forzate 1.800 operai!

Stellantis sospende la produzione a Mirafiori fino all'8 gennaio 2025, colpendo 1.800 dipendenti tra calo della domanda di elettriche e transizione verso nuovi modelli ibridi

Fiat 500 elettrica in calo

Fiat 500 elettrica in calo, Stellantis manda in ferie forzate 1.800 operai!

Nuovo stop produttivo per le carrozzerie di Mirafiori, uno dei simboli dell’industria automobilistica torinese. Stellantis ha annunciato la sospensione delle attività dal 2 al 17 dicembre, seguita da una chiusura collettiva dal 18 dicembre al 5 gennaio. La produzione riprenderà solo l’8 gennaio 2025, coinvolgendo circa 1.800 dipendenti impiegati nelle linee della Fiat 500 elettrica e delle Maserati GranTurismo e GranCabrio.

La decisione è motivata dal calo della domanda di city car elettriche in Europa. Secondo Stellantis, nei primi 10 mesi del 2024, il segmento ha registrato una contrazione del 54% rispetto allo stesso periodo del 2023, mentre in Italia i veicoli elettrici (BEV) rappresentano solo il 4% del mercato.

Un dato insufficiente per garantire una produzione continua. In risposta, l'azienda ha annunciato che a partire dalla fine del 2025 verrà avviata la produzione della nuova Fiat 500 ibrida nello stabilimento torinese. Stellantis ha ribadito il suo impegno nel mantenere operativi tutti i suoi impianti, sottolineando il lavoro per affrontare la transizione verso le nuove piattaforme tecnologiche.

La reazione dei sindacati

Le organizzazioni sindacali hanno espresso forte preoccupazione per il futuro dello stabilimento di Mirafiori. La Fiom ha denunciato l’impatto della decisione sui lavoratori: “Abbiamo chiesto nuovi modelli e maggiore occupazione, ma la risposta è cassa integrazione e ulteriori stop produttivi”. Anche la Fim torinese ha criticato la scelta, sottolineando come questa situazione rappresenti il culmine di un “annus horribilis” per Mirafiori, destinato a chiudere l’anno al minimo storico.

Stellantis e il nuovo stop produttivo

Gianluca Ficco, segretario nazionale della Uilm, ha aggiunto che: “Per rilanciare la produzione è indispensabile puntare su modelli ibridi, non solo elettrici”, evidenziando la necessità di una strategia più equilibrata per il settore.

La situazione di Mirafiori riflette una crisi più ampia nel settore automotive europeo, colpito da una domanda stagnante e dalla complessa transizione verso l’elettrico. In questo contesto, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, presenterà domani un piano alla Commissione Europea per richiedere una revisione del regolamento sui veicoli leggeri e pesanti. Urso ha dichiarato che l’obiettivo non è cambiare il target al 2035 per la riduzione delle emissioni, ma rendere il percorso più realistico, criticando quello che ha definito un “meccanismo infernale”.

Nel frattempo, il settore automotive internazionale è scosso anche dalla decisione della Volkswagen di vendere le sue attività nella regione cinese dello Xinjiang, al centro di polemiche per presunte violazioni dei diritti umani. Il gruppo tedesco cederà la fabbrica alla società cinese Shanghai Motor Vehicle Inspection Center, segnando un passo importante nell’allontanamento dalle controversie legate al lavoro forzato in quella regione.

La chiusura temporanea di Mirafiori è un ulteriore segnale della complessità che l’industria automobilistica deve affrontare in questa fase di transizione tecnologica e di mercato. Mentre Stellantis cerca di rilanciare lo stabilimento torinese con la produzione di modelli ibridi, il futuro del comparto rimane incerto, con lavoratori e sindacati in attesa di risposte concrete per garantire occupazione e stabilità economica in uno dei settori più strategici per l’Italia.

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