Un vero e proprio colosso del crimine digitale è stato abbattuto con l’operazione ‘Taken Down’, coordinata dalla Procura di Catania e dalla Polizia Postale. Sono stati sequestrati oltre 2.500 canali illegali e server che trasmettevano segnali illeciti in tutta Europa, alimentando un giro d’affari stimato in 250 milioni di euro mensili.
L’inchiesta, definita “la più vasta e penetrante mai realizzata in Europa sulla pirateria televisiva”, ha svelato una rete informatica internazionale che serviva oltre 22 milioni di utenti finali, provocando danni economici stimati in 10 miliardi di euro alle aziende di pay TV come Sky, Dazn, Netflix, Amazon Prime e altre.
La Procura ha evidenziato come la struttura fosse capillarmente organizzata, con nodi operativi in Italia, Romania, Hong Kong, e altre nazioni.
L’operazione è stata resa possibile grazie al supporto di Eurojust, Europol e della rete operativa @on, finanziata dalla Commissione Europea.
Sono stati individuati 9 server principali, localizzati tra Romania e Hong Kong, che trasmettevano i contenuti pirata in tutta Europa. Inoltre, 80 pannelli di controllo gestivano i flussi streaming su scala internazionale.
Le forze dell’ordine hanno sequestrato criptovalute per 1,65 milioni di euro, 40mila euro in contanti e numerosi dispositivi informatici utilizzati per l’attività illecita.
L’operazione ha coinvolto 102 indagati, con 89 perquisizioni eseguite in 15 regioni italiane, tra cui Catania, Napoli, Milano, e Torino, e in altri paesi come Regno Unito, Olanda, Croazia e Cina.
La polizia croata ha emesso 11 ordinanze di custodia cautelare, confermando il carattere transnazionale dell’organizzazione.

Un vero e proprio colosso del crimine digitale è stato abbattuto con l’operazione ‘Taken Down’, coordinata dalla Procura di Catania e dalla Polizia Postale
Utenti oscurati e sanzioni in arrivo
Il procuratore di Catania, Francesco Curcio, ha dichiarato che sono stati oscurati i collegamenti illegali di 22 milioni di utenti in Europa. Gli utenti che usufruivano di questi servizi rischiano ora sanzioni amministrative, mentre le autorità invitano alla prudenza nel sottoscrivere abbonamenti da fonti non ufficiali.
L’operazione è stata lodata dal direttore della Polizia Postale, Ivano Gabrielli, che ha sottolineato la professionalità raggiunta dalle forze dell’ordine nel contrastare reati digitali sempre più sofisticati. “Questa indagine dimostra la capacità italiana di primeggiare anche in ambiti altamente tecnologici, tracciando un modello investigativo per tutta l’Europa”, ha dichiarato Gabrielli.
L’operazione ‘Taken Down’ rappresenta un esempio di come le autorità possano rispondere con efficacia alla crescente minaccia della criminalità informatica. Resta ora da vedere se il blocco di questa rete avrà un impatto duraturo sulla pirateria o se nuovi sistemi illegali emergeranno per prendere il suo posto.
Con l’oscuramento di questa infrastruttura, l’Europa ha compiuto un passo importante nella lotta alla pirateria digitale, ma la battaglia contro il cybercrime è tutt’altro che conclusa.
Un elemento centrale dell’indagine è stato l’utilizzo di piattaforme social e di applicazioni di messaggistica crittografata per pubblicizzare e vendere i servizi di streaming illegale.
Canali, gruppi e forum su piattaforme come Telegram, WhatsApp e altri social network permettevano di attirare clienti e gestire le transazioni, sfruttando identità false, carte di credito intestate a nomi fittizi e documenti contraffatti.
Questa strategia non solo garantiva l’anonimato degli organizzatori, ma rendeva più complesso il tracciamento da parte delle autorità. Questo aspetto sottolinea l’importanza di una regolamentazione più severa per monitorare e contrastare l’uso illecito di questi strumenti digitali.